15 Marzo 2015
L'Osservatore Romano

Sì al foulard per le docenti musulmane

E sì anche ai berretti rosa (sottotitolo della redazione)

In Germania non può essere proibito alle insegnanti delle scuole pubbliche di indossare il foulard islamico a meno che esista un «pericolo concreto» che metta a rischio la neutralità dello Stato o crei disturbo al buon funzionamento della scuola: lo ha stabilito ieri la Corte costituzionale federale tedesca, che ha sede a Karlsruhe, rilanciando un dibattito assai sentito in un Paese dove l’islam è divenuto la terza religione, con circa 4 milioni di fedeli su 82 milioni di abitanti. La sentenza giunge fra l’altro in un momento delicato in cui si registra una nuova grande ondata di immigrazione e proseguono, soprattutto a Dresda, manifestazioni islamofobe.

Nel 2003, dopo una prima decisione della Corte costituzionale, i Länder più grandi e popolosi avevano interdetto alle istitutrici e alle docenti musulmane di portare il foulard all’interno del perimetro delle scuole statali. Ma ieri i giudici hanno ritenuto che «un divieto generale delle espressioni di religiosità nell’aspetto esterno degli insegnanti e delle insegnanti nelle scuole pubbliche non sia compatibile con la libertà di credo» prevista nella Costituzione del 1949. La Corte ha inoltre stabilito che i valori e le tradizioni cristiani non devono essere privilegiati.

Il Consiglio centrale dei musulmani di Germania ha parlato di «segnale positivo». Anche se questa sentenza non equivale a un’autorizzazione generale di indossare

il foulard, «essa è ugualmente da festeggiare», ha detto il segretario generale Nurhan Soykan. Sulla stessa lunghezza d’onda la Conferenza episcopale tedesca che ha

parlato di segnale importante per la libertà di fede.

I giudici erano stati chiamati a deliberare sul caso di due docenti musulmane di nazionalità tedesca in Renania Settentrionale – Vestfalia. Una delle due aveva ricevuto un richiamo dal suo istituto scolastico poiché si era presentata alle lezioni indossando un berretto rosa con bordi in maglia che copriva interamente i capelli, dopo aver accettato di non portare più il foulard islamico. La seconda insegnante, professoressa di turco in diverse scuole, era stata invece licenziata per essersi rifiutata di toglierselo.

Assai mediatizzato anche il caso di una docente tedesca di origine afghana che non aveva potuto diventare funzionario nel Baden-Württemberg (Land a maggioranza cattolica e all’epoca guidato dai conservatori) proprio perché indossava il foulard a scuola.

In Germania la questione è complessa, perché l’insegnamento è materia di competenza dei Länder, gli Stati confederati in cui è diviso amministrativamente il Paese. Otto dei sedici Länder (fra essi Baviera, Baden-Württemberg e Assia) proibiscono alle insegnanti di portare il foulard. A Berlino sono vietati ai funzionari pubblici tutti i segni che in qualche misura manifestano un’appartenenza religiosa. Invece, in alcune regioni dell’ex Germania Est, dove vivono pochissimi musulmani, non esiste una legislazione specifica.


(L’Osservatore Romano, 15/3/2015)

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