9 Ottobre 2014

Stereotipi vecchi e nuovi

di Marisa Guarneri

 

Negli ambienti che si occupano di “violenza di genere” circola un nuovo stereotipo. Fare azioni a favore dei maltrattanti (uomini che hanno fatto, fanno, vorrebbero fare violenza alle donne) fa bene alle donne ed alla società.

Sulla società sorvolo per il momento, ma per quanto riguarda le donne, come per ogni stereotipo la favola diventa realtà provata e crea entusiasmo.

Che bello si sente dire – specialmente dagli uomini – abbiamo trovato la risoluzione del problema violenza, ci si può occupare e riabilitare questi uomini.

Ovviamente non è vero, ma vediamo perché.

Non è solo questione di statistiche (andiamo a vedere i risultati concreti delle varie iniziative in Italia e non solo), ma di metodi che nell’ebbrezza della nuova esperienza si dimenticano di proteggere le vittime di quegli stessi uomini che seguono.

Si sfumano i confini della segretezza e dell’anonimato che sono indispensabili al percorso delle donne. Certo in buona fede…

I percorsi di lui e di lei si confondono nella collaborazione fra le diverse Equipes, e spunta, mai domata, la mediazione che riduce a conflitto la più grave delle violenze.

Ultima, ma non meno importante …che sollievo per le Istituzioni finanziare progetti che mettono al centro gli uomini e fanno delle donne una variabile dipendente e finalmente più silenziosa.

La trappola è ben orchestrata, i Centri antiviolenza si ritrovano sullo sfondo e quasi in dovere di collaborare a questi progetti.

Sembra scortese e fuori moda non partecipare a progetti, iniziative e dibattiti su questo tema. Per alcuni soggetti para-istituzionali la scelta è strumentale, per altri soggetti può essere una buona soluzione per non affrontare a partire da sé il rapporto maschilità/violenza. La vicenda di Maschile Plurale insegna.

In sintesi rimettere al centro gli uomini è una risposta che può essere difensiva e questo, dico la verità non mi interessa, ma è anche un pericolo simbolico e pratico per le donne.

Lo sguardo scivola lontano dalla relazione uomo/donna e si ferma ad analizzare la relazione uomo maltrattante/violenza.

Sinceramente mi sembra lontano dal desiderio che stava nel convegno “Le parole non bastano” del 2012, promosso dalla Casa delle donne maltrattate di Milano e Maschile Plurale di allora. Proposta e progetto che vedeva nella relazione fra uomini e donne lo strumento per combattere la violenza contro le donne stesse e per una nuova e più vera identità maschile.

Parliamone… gli stereotipi vanno combattuti, sempre.

 

(Marisa Guarneri, www.libreriadelledonne.it, 9 ottobre 2014)

 

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