19 Marzo 2013
Metro

Tra l’autorità e il potere…

di Luisa Muraro

Non occorre essere cattolici per ammirare quei signori vestiti di rosso che recentemente a Roma hanno eletto il papa. Conoscono il potere e molti di loro lo amano, ma quando viene il momento sanno che l’autorità vale di più: si sono confrontati tra loro ma non hanno eletto il più competitivo, hanno preferito uno che sapeva perdere e gli hanno dato l’autorità necessaria.

Non confondere l’autorità con il potere è una lezione preziosa. Purtroppo, però, viene da un pulpito che non ci dà il buon esempio: sono tutti ed esclusivamente uomini, cioè portatori di un’autorità patriarcale, tipica di una civiltà che sta franando.

La lezione che l’autorità vale in sé e più del potere, resta valida. Il Parlamento italiano, oh miracolo, l’ha subito imparata e applicata eleggendo alla presidenza della Camera e del Senato due brave e stimate persone. Anzi, ha fatto di più: ha portato la lezione all’altezza dei tempi che cambiano, eleggendo una donna, Laura Boldrini, alla presidenza della Camera. Papa Roncalli avrebbe parlato di aggiornamento, una parola bonaria, secondo il suo stile, che ne sostituiva una più giusta ma spinosa per i cattolici: riforma.

Intendiamoci bene, uomini politici e uomini di chiesa! Cooptare qualche donna non è la risposta, si tratta in primo luogo di voi e delle vostre costruzioni mentali e storiche, che sono da riformare. Donne dentro alla macchina dei poteri forti o meno forti, non fanno un grande cambiamento. Quello di cui ha bisogno il governo del mondo è che ci sia, visibile e riconosciuta, autorità femminile. Ne ha bisogno anche la religione.

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