20 Febbraio 2018
letteradonna.it

Un titolo sbagliato una lettera giusta e un esempio da seguire

di Cristina Obber

Titolo Ansa del 19 febbraio: «Prostituta a 9 anni. Arrestati i genitori».
Manca una «i», perché una bambina può al massimo essere prostituìta, subisce una scelta altrui. Non sceglie lei di fare la prostituta.
Una bambina sceglie di giocare, andare a scuola, guardarsi un cartone animato alla tv.
Il dizionario Treccani ci dice che «prostituta» è colei che «offre prestazioni sessuali a scopo di lucro». Le parole sono importanti perché è – anche – attraverso le parole che esprimiamo il rispetto della persona. E chi fa giornalismo non può continuamente contraddire questo principio.
Le parole, per chi scrive, sono la materia prima: bisogna conoscerle, amalgamarle, valutarne il peso, rifletterci. Rivittimizzare una bambina – anche- attraverso il linguaggio che si utilizza per parlarne, per raccontare e denunciare la violenza che ha subito, è un atto gravissimo. Ancor più se commesso da chi scrive di mestiere.
Come Rete Rebel Network chiediamo da tempo all’Ordine dei Giornalisti una Carta del rispetto: un documento che ricordi ai giornalisti che per scrivere di violenza di genere devono sapere di cosa stanno parlando e conoscere gli errori che si possono fare. Perché il fatto di farli in buona fede non li assolve.
Così come un ingegnere che progetta un ponte non può permettersi di dire «Non ci ho pensato», perché altrimenti quel ponte cade e la gente muore, così chi fa giornalismo non può – più – permettersi di essere superficiale e di scrivere di cose che non conosce.
Io non scrivo di finanza. Se dovessi farlo, studierei. Nelle redazioni va sollecitata la necessità di formazione; ogni redazione dovrebbe avere un/una referente che scriva con cognizione di causa, così come si fa per qualsiasi altra materia.
La violenza sulle donne e sui minori è cosa seria, materiale umano da maneggiare con cura, rispetto e competenza.
Che questa competenza manchi proprio nelle redazioni Ansa è un fatto gravissimo, perché le notizie vengono poi riprese con i copia e incolla dall’agenzia. Così, i titoli e l’errore di uno si moltiplica per giorni.
La notizia di oggi, quindi, non è quella di una bambina prostituta. La notizia di oggi è che un padre e una madre che offrivano in prostituzione la figlia sono stati arrestati per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile. Che sono stati arrestati anche due uomini che avrebbero abusato della bambina. Che dobbiamo ringraziare il testimone che non si è fatto i fatti suoi ma ha chiamato i carabinieri. Perché questi sono fatti di tutti.

AGGIORNAMENTO. Comunico che il capo redattore centrale dell’Ansa, Massimo Sebastiani, a cui ho inviato il pezzo, mi ha risposto scusandosi per l’accaduto e comunicandomi che la redazione ha già provveduto alla modifica del titolo. Questo ci dimostra quanto sia importante la critica costruttiva. E quanto intelligenza e sensibilità insieme, permettano, laddove per la fretta si sbagli, di non considerare la propria buona fede una giustificazione ma di attivarsi per rimediare.

(www.letteradonna.it, 20 febbraio 2018)

 

Brava Cristina Obber per essere intervenuta! Noi vorremmo aggiungere: più che corsi di formazione, più che un/a referente che scriva con cognizione di causa in ogni redazione, ogni singolo/a che scrive nei media cominci a pensare in prima persona le parole che usa, e a consultarsi, anche nella fretta della produzione, con altre, per stare all’altezza del mondo che cambia. (La redazione del sito della Libreria delle donne)

 

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/02/19/prostituta-a-9-anni-arrestati-genitori_7c17236b-5f83-4e90-b693-19cae9687a77.html

 

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