31 Gennaio 2015

Violenza domestica e violenza fanatica non sono la stessa cosa

di Luisa Muraro


Con le parole possiamo fare di tutto, ma le cose non perdono il loro diritto di essere quelle che sono, tante e diverse fra loro, a volte simili e a volte dissimili. La violenza domestica e la violenza jihadista non sono la stessa cosa. Lo dico a Marisa intervistata e a Marina intervistatrice, che non vedono questa diversità, come si legge nel blog di Marina Terragni.

Care amiche, non confondete le due forme di violenza. Una si ripresenta da secoli nei rapporti personali tra uomo e donna. L’altra si abbatte su donne e uomini, massicciamente, in nome di una blasfema ideologia religiosa e in circostanze che appartengono al nostro tempo.

Non abbiamo bisogno di una simile confusione per combattere la violenza domestica, Marisa lo sa meglio di me, lei che da molti anni ci dà l’esempio di come andare avanti in questo tipo di lotta. Non ne abbiamo bisogno neanche per capire che ci sono problemi gravi e temibili nella politica internazionale e globale, problemi che non si fermano ai confini nazionali e ci toccano in prima persona.

Al contrario, abbiamo bisogno di leggere quello che accade con tutta la precisione di cui siamo capaci. Le donne c’entrano, ma come? Io credo nella vostra buona fede ma protesto contro certe affermazioni che fate perché, senza volerlo, discreditate voi stesse e alcune idee che abbiamo in comune. Quelle studentesse che leggono Lolita a Teheran, da voi assimilate alle vittime della violenza maschile (domestica o jihadista, tutto fa brodo?), loro e la loro prof sono donne che, dovendo vivere in un regime clericale, non lo subiscono affatto e lo combattono vittoriosamente con le armi della loro intelligenza e dei loro rapporti. Per noi, sono un esempio ammirevole di libertà femminile e un motivo di fiducia nello sviluppo delle società di cultura mussulmana.


(www.libreriadelledonne.it – 31/01/2015)

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