14 Ottobre 2015

Sberleffo all’autore e lavori in b/n

Sabato 17 ottobre ore 16,30 – 18,30

MAT/tam    Il Cubo – via XX settembre 31 – Mantova

           CLELIA MORI

Sberleffo all’autore e lavori in b/n

Sabato 17 ottobre 2015 

ore 16,30 – 18,30 esatte 

SI PREGA DI ESSERE PUNTUALI ALL’APERTURA. L’OPERA E’ UNA CERIMONIA

A Parigi, nel 2006, vedo Ingres in una sua mostra al Louvre. Mi torna in mente la foto di Man Ray di Kiki di Montparnasse con le due aperture da violino appiccicate alla schiena: mi piace da sempre la sensualità di quell’immagine. La ricerco e leggo finalmente il titolo, mai letto prima: Le violon d’Ingres. Il violino di Ingres, titolo non solo ironico, mi irrita e ripenso la sensualità. Quel violino molto invitante e musicale, una volta suonato si può mettere in un angolo fino al prossimo uso: come un oggetto. Comincio a dipingerla!

Comincio a dipingerla a olio togliendogli un’apertura, per vedere come suona così e continuo per quaranta tele, tutte uguali e tutte diverse. Indago la sensualità maschile e femminile su un corpo unico. Su alcune schiene scrivo la sensualissima estasi di Teresa D’Avila.

Cerco di capire quale delle due donne ha avuto di più dall’amore. E dipingo anche Le violon mancante a Man Ray.

I lavori in bianco e nero a china del 1993 sul segno, la sua sintesi, la sua espressività e la sua capacità di equilibrio cercano la mia relazione tra spazio segno e materia. Fino al loro limite: uno a uno a uno. Uno studio sul potere che mi porta a un percorso iconico: al mio alfabeto.

 Donna di fiume, nasco a Boretto nel cinquanta. Per amore del segno, del colore e dell’immagine voglio fare solo l’Istituto d’ Arte, vinco e sarà a Parma. A 19 anni sono abilitata a insegnare alle medie inferiori e superiori. Comincio a esporre, ma soprattutto a dipingere: la mia passione.

Insegno per diversi anni e poi mi stanco e faccio la bibliotecaria e l’operatore culturale a Poviglio (R.E.), dove vivo e ho il mio studio tra la cucina e il pranzo: il cavalletto. Al bisogno uso il grande vecchio tavolo da pranzo, il pavimento, il portico o le pareti interne o esterne. Servo cibo per il corpo e per la mente a casa mia, dice Donatella Franchi e che ho cresciuto un figlio artista. Recentemente ho esposto a Milano, Firenze, Porto Sant ‘Elpidio, Gualtieri, Collecchio, Poviglio, Reggio Emilia. Oggi a Parma. Ho parlato del mio lavoro al Master di Alta Formazione della Facoltà di Filosofia all’Università di Verona e nel ciclo Non a voce sola delle Marche.

 

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