15 Aprile 2006
la Repubblica

Angeli ribelli: questa casa è tutta da bruciare

 

Chiara Gatti

Altro che donne fragili e disperate casalinghe: Quelle protagoniste della mostra che inaugura alla Triennale sono dei veri mastini, capaci di dare punti ai colleghi maschi sia sul piano dell’arte sia su quello della vita quotidiana. E visto che la rassegna costituisce il più importante evento collaterale del Salone del Mobile, la vita quotidiana – o meglio, quella domestica – rappresenta proprio il tema centrale su cui sono state chiamate a confrontarsi trentacinque autrici contemporanee, italiane e straniere, più o meno note.
Ideata da Luigi Settembrini e curata da un’altra signora dell’arte, la storica e mercante Claudia Gian Ferrari, la rassegna ironizza sul ruolo della donna come “angelo del focolare”, nel senso che la casa, più che accudirla, tende di norma a incendiarla: Chiamatela psicosi del nido o intolleranza alle quattro mura, fatto sta che nessuna di queste trentacinque dark lady in potenza sembra guardare con nostalgia all’antico calore del tinello, interpretando purtroppo gli spazi dell’abitare come una gabbia scomoda e ostile.
Basti pensare alla stanza di Paola Pivi, milanese, classe 1971, fatta di pareti lattiginose, decorate da migliaia di cerchietti che mandano in tilt la vista, costringendo alla fuga. Oppure al pavimento in legno di un’altra giovanissima italiana, Sarah Ciracì, fracassato dal raid di due gigantesche trivelle. O, ancora, allo zerbino di chiodi, simile al letto di un fachiro, inciso sarcasticamente dalla libanese Mona Hatoum con la scritta Welcome. Più che di angeli stiamo parlando, insomma, di diavolesse scatenate, che invitano – è il caso di Angela Bulloch – a sedersi su enormi divani, così morbidi da non potersi più alzare o che invogliano, come l’americana Pae White, a entrare in camere da letto che, a guardarci bene, sono tappezzate di occhi e sguardi un po’ morbosi. Una bella favola amara e generazionale dunque, dove non manca la presenza di super-donne come Marina Abramovic, che in abito da sera, pulisce i pavimenti prima di andarsene per sempre, la cantante americana Patti Smith con la sua “Stanza dell’anima”, e la poetessa Patrizia Valduga che recita, in video, versi su un amore perduto: “Un bisogno d’amore che ti ingloba / il bisogno d’amore bella roba”.
Accanto a un lavoro inedito di Vanessa Beecrof, che ha imbottito una casa-container con un esercito di domestiche di colore, la mostra ospita l’intervento di tre attrici: Luciana Lettizzetto, caustica interprete dei rapporti tra uomo, donna e faccende domestiche, Maria Cassi, col suo galateo mordace, e Irene Papas che non ha perso un’unghia del suo fascino greco e ha dedicato una stanza alla regina virago Teodora, che salvò l’Impero di Bisanzio e di se stessa diceva: “Nei miei pensieri fiumi di ghiaccio, gelide acque circondano il mio cuore”. Fra angeli e demoni la mostra è intensa e antidemagogica, da non perdere per farsi un’idea sull’energia delle ultime ricerche estetiche al femminile.

Print Friendly, PDF & Email