13 Giugno 2018

Ina Otzko, Didyme. Salina, Italy, 2018


Accompagna l’installazione un’edizione dell’artista in 10 esemplari


Segue la cena della cucina di Estia (la conferma è gradita)


Ina Otzko
presenta alla Quarta Vetrina le immagini del progetto dedicato alla Fossa delle Felci davanti ai Monti Porri, due piccoli vulcani nell’isola di Salina. La luce che imprime alle foto racconta l’incontro tra emisfero Nord e Sud. Ina Otzko vive tra Sandnessjøen, nel Nord della Norvegia, e Positano, e affonda lo sguardo sull’immaginaria sincronia tra la luce perenne dell’estate norvegese e l’alternanza di quella mediterranea.

Il controluce fa apparire la vegetazione come una massa spumosa, accecante e il cielo come un fondo nero opaco, compatto. L’immagine vira nella staticità e nel silenzio della scultura.

L’obiettivo di Ina è indagare le relazioni con l’altro, come s’influenzano i rapporti di verità. La scelta del paesaggio, non è il viaggio di Goethe nella terra dove “fiorisce il lucente limone”, ma la consapevolezza che l’incontro con l’altro, ad ogni latitudine, varia in base alle luci dei luoghi, delle, idee, delle persone.

La fotografia, esposta sulla Vetrina, è sormontata dalla scritta al neon my first important escape. La fuga che tende alla libertà, all’indipendenza dal giudizio altrui, al desiderio di seguire convinzioni diverse. Non è un’affermazione chiusa, dipende da cosa si aggiunge: “My first important escape was….”.

Il fatto che sia scritta col neon, porta in primo piano il legame fisico, naturale, psichico, che determina la luce o l’oscurità di ogni relazione.

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