Libreria delle donne di Milano
paradiso "A volte penso che il paradiso debba essere un continuo infinito leggere" (Virginia Woolf, luglio 1934)

Letizia Artoni
Elisabeth Barrett Browning, AURORA LEIGH
Le lettere 2002

Romanzo in versi.

Avevo scelto questo libro, non perché ne avessi sentito parlare ma perché mi avevano convinto le parole della presentazione
.
Vi si diceva che era stato riportato alla luce dalle femministe inglesi, dopo decenni di assoluto oblio, quale manifesto dell'autodeterminazione della donna a scegliere il proprio destino, che era stato scritto da Elisabeth Barrett Browning nel pieno della maturità artistica e che si presentava come la somma delle riflessioni di un'autrice colta e preparata sul valore dell'arte e della poesia, sulla condizione umana, sui costumi della sua età. Dell'autrice sapevo ben poco, quale migliore occasione dunque per saperne di più…

E dopo averlo tenuto a lungo sullo scaffale, mi sono finalmente decisa a leggerlo ed è stato un bell'incontro, punto d'arrivo e di partenza insieme perché mentre leggevo lo sentivo dialogare con altre scrittrici da me amate… Emily Bronte, Emily Dickinson, Virginia Woolf… ma non ne ero sicura. Ed é stato quindi un piacere trovarne la conferma nelle parole della sua traduttrice Bruna dell'Agnese di cui riferirò alcune considerazioni che spiegano meglio di quanto potrei fare io l'esistenza di questi legami.

Con la prima E.B.B.ha condiviso la voglia di scandalizzare, di chiamare le cose con il proprio nome in una società che aveva per queste stesse ragioni già condannato il libro di Emily Bronte insieme con la sua autrice, Emily Dickinson ne è stata invece una lettrice entusiasta ,una che della propria ammirazione non fece mai mistero al punto da dichiarare la consapevole continuità di una visione poetica. Infine Virginia Woolf che 'benché impegnata nella sua ricerca del nuovo nell'arte della narrativa, le riconosceva un'autentica grandezza e una capacità di riforma, introvabili altrove'.

Una lettura molto ricca dunque e per nulla difficile che richiede il tempo, nonostante la voglia di saperne di più, di fermarsi a riflettere sulle immagini che l'autrice riesce con le parole e per un'infinità di volte a creare, come succede nell'introduzione dove in poche righe perfette riassume quello che poi racconterà:


"Di scriver libri non si vedrà mai la fine.
Ed io, che molto scrissi in versi e prosa
Solo per altri, ora scriverò solo per me;
Scriverò la mia storia per il mio solo bene,
Come quando si dipinge il proprio ritratto
Per un amico che poi lo terrà in un cassetto
Per riguardarlo anche quando non ci amerà
Più, forse per confrontare com'egli era ed è".


E per questo ritratto sento di doverla ringraziare.