Maria Rosa Cutrufelli
Geraldina Colotti, IL SEGRETO
Mondadori 2003
Quando ero una ragazzina affamata di libri (non mi bastavano
mai), ancora non esisteva l'attuale infinità di collane, di editori
e di autori specializzati. Andava di moda, invece, ridurre i classici,
che circolavano 'purgati' e 'riassunti' in edizioni che io detestavo:
come si poteva rovinare con tanta disinvoltura dei capolavori? Non conosco
bene la situazione odierna (non ho figli e mi sfugge questa dimensione
del mercato editoriale), però mi è capitato fra le mani
un piccolo libro (consigliato, in quarta di copertina, "a chi ha
compiuto 11 anni") che ho letto con la voracità della ragazzetta
'affamata' di un tempo.
S'intitola "Il segreto" (edizioni 'Shorts' Mondadori, pag.
108, E. 4) ed è stato scritto da Geraldina Colotti, poetessa
e narratrice dal doppio 'registro', per ragazzi e per adulti. In questo
libro è riuscita a parlare contemporaneamente ai grandi e ai
piccoli, usando la chiave della normalità quotidiana per entrare
nel mondo di Scilla, tredicenne 'borgatara' romana, che scopre per caso
di essere figlia non di 'mamma Rosa', come aveva creduto fino a quel
momento, ma di una coppia di terroristi: lui morto in una sparatoria,
lei in carcere da molto tempo. Una storia aspra, raccontata senza retorica
e senza 'effetti speciali' attraverso gli occhi e la voce ingenua della
protagonista. Una scelta inusuale. Un libro che non censura, come solitamente
avviene nei testi destinati alle ragazze e ai ragazzi, il nostro più
recente passato. Qui non si parla di avvenimenti storici più
o meno lontani. Qui si parla dell'oggi. Di come agisce sulle nostre
vite di oggi un 'ieri' ancora molto vicino e determinante per il nostro
modo di essere e di guardare il mondo. Un pezzetto di realtà
'dimenticata' (a torto o a ragione) che Geraldina Colotti ricompone
in un modo straniante, delicato e al tempo stesso impietoso: i difficili
e sconvolti rapporti affettivi, il senso di una passione politica estrema,
l'ombra pesante del carcere
. Sensazioni, fatti, storie che l'autrice
conosce molto bene, perché, come si legge nel risvolto di copertina,
"è stata militante delle Brigate Rosse e per questo sconta
una condanna a 27 anni". Ma la gravità del tema e il tono
'autentico' del racconto non devono trarre in inganno: Geraldina Colotti
parla sicuramente alla nostra memoria di adulti ma il suo libro è
soprattutto la semplice e spesso divertente (sì, perfino divertente)
storia di una ragazzina che cerca di capire (come tutte le ragazzine)
chi davvero è sua madre.