Liliana Rampello
Federica Sossi, STORIE MIGRANTI.VIAGGIO TRA I NUOVI
CONFINI
Derive Approdi 2005
Bisogna dare atto alla testardaggine con cui Federica
Sossi ha lavorato sulla politica e sulla lingua con cui si può
affrontare il tema dell'immigrazione oggi in Italia, continuando a raccontare
l'inferno dei famosi CPT (Centri di permanenza temporanea e assistenza)
che lei chiama centri di detenzione, lager (e così ora sono in
tanti a chiamarli, dopo di lei) visto che lì ci finisce non chi
ha commesso dei reati, ma chiunque metta piede sul nostro suolo patrio
da clandestino (ammesso che non sia prima morto in mare per naufragio
della carretta che lo trasportava), privato di qualunque diritto, anche
del più elementare, quello di essere un essere umano.
Dopo un primo libro, Autobiografie negate (manifestolibri,2002),
Federica ora torna con Storie migranti, una serie di racconti
che ci parlano di questa particolare tragedia del nostro presente, e
lo fa appunto scegliendo ancora una volta di mettersi in gioco insieme
alle storie che racconta, sottraendosi a qualunque sguardo disciplinare
che si presuma innocente o neutrale rispetto al proprio oggetto.
E' una lettura importante, avvincente, che vive di persone in carne
e ossa, cui viene rubato un gesto, un colore, un tratto umano che lì
riassume un intero destino. Da Belgrado alla Sicilia, tutto il Mediterraneo
viene investito dalle voci di questi Altri/e che bisogna saper guardare
da vicino, per poterli vedere. Questo sguardo di Federica li mette finalmente
sotto i nostri occhi, attraverso una scrittura che fa intendere l'oltre,
il di più di ogni singola vita, della vita di tutti quelli che
la categoria "immigrati" violenta con la sua stessa pretesa
riassuntiva, fino a che possiamo persino negarne l'esistenza o registrarla
solo attraverso la nostra paura, il nostro bisogno di sicurezza. Questa
paura e questi bisogni non vanno ignorati, ma capiti, e li si può
capire solo alla luce vicina della relazione viva con chi altro patisce
e vive.