Libreria delle donne di Milano

L’Attacco, Foggia, 5 marzo 2011

Ipazia, la filosofa uccisa perchè osò capire il Cosmo
Katia Ricci

«Quella donna (Ipazia) mostrava di avere autorità e l’aveva non perché fosse rivestita di qualche carica pubblica, non perché fosse ricca e potente, ma perché aveva un sapere che sapeva comunicare. L’autorità che emanava non dal potere né dalla ricchezza, ma dal sapere e dalla parola era un bene prezioso anche per lui, Cirillo.» Con queste parole Luisa Muraro, tra le maggiori e lucide pensatrici di oggi, illumina la figura della filosofa, matematica e astronoma alessandrina e individua nell’“invidia” verso lei donna, che aveva tanta autorità su Oreste, prefetto della città, la causa profonda dell’avversione del vescovo Cirillo, che causò la sua crudele morte per mano di “parabolani”, gli intransigenti e rozzi monaci del deserto.
Luisa Muraro parla di Ipazia in un libro in tre lingue, Ipazia d’Alessandria, pubblicato in Spagna nel 2010 da Sabina Editorial, tradotto in spagnolo da Maria-Milagros Rivera e in inglese da Laura Pletsch-Rivera. Il volumetto rivolto alle e ai giovani si avvale delle deliziose illustrazioni di Susana Miranda Morales. È un testo prezioso che le madri possono leggere anche insieme alle figlie e ai figli piccoli, attirati dalle numerose figure, perché ha una scrittura molto piacevole, chiara, a tratti poetica come nella descrizione della notte: «La notte alzò l’immenso campo delle stelle sopra la casupola, sopra il deserto, sopra l’Egitto, sopra il Mediterraneo e tutta la Terra, da questa nostra parte. Il sole era andato ad illuminare l’altra faccia…»
La figura di Ipazia, di cui hanno scritto tanti autori antichi e moderni, è tornata alla ribalta con il libro di Gemma Beretta, il film di Amenabar, Agorà, e il recente volume di Silvia Ronchey. A questi si aggiunge l’originale punto di vista della filosofa italiana, che evita «polemiche e celebrazioni» perché «oggi, la sua vicenda è un invito a coltivare le differenze per convivere pacificamente su questa Terra, nell’abbraccio del cosmo celeste». E, per rendere più gradevole la lettura alle ragazze e ai ragazzi, oltre alle illustrazioni così affascinanti e significative da avere una propria autonomia, al di fuori della parola scritta, Luisa Muraro introduce personaggi inventati, Pirra, Macedonio e Titone, che raccontano la fine di Ipazia, di cui erano allievi, a una vecchia eremita, Caterina, modellata sul personaggio storico di Sincletica, madre del deserto. Dopo il racconto, Caterina abbandona il suo eremo nel deserto e, inerme, ma ammantata di autorità, si reca ad Alessandria per incontrare il vescovo, a cui rivolge parole di rimprovero: «Vescovo perché non ti sei coperto il capo di cenere? In una chiesa di questa città è stato versato sangue innocente. Vergogna ai cristiani di Alessandria e vergogna al loro capo!». E ancora: «Voler primeggiare, odiare, vendicarsi, uccidere sono cose del tutto estranee a chi medita sull’esempio e sulla parola di Cristo». Per sapere che cosa le risponde Cirillo, futuro santo e padre della Chiesa, e che cosa succede agli altri personaggi, occorrerà leggere il libro in vendita presso la Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) e in alcune librerie di Roma.