1
febbraio 2012 Poesie
di Wislawa Szymborska
VIVO Ormai
abbracciamo soltanto. Lo abbracciamo vivo. Capaci ormai di agguantarlo solo
con un balzo del cuore. Con
scandalo della ragna, nostra parente per parte di madre, non verrà
divorato. Lasciamo
che la sua testa, graziata da secoli, riposi sulla nostra spalla. Per
mille complicate ragioni è nostra abitudine ascoltarlo respirare. Scacciate
a fischi dalla scena dei misteri. Disarmate dal crimine, diseredate dell'orrore
femminile. A
volte solo le unghie brillano, scalfiscono, si spengono. Sanno, riescono
almeno a immaginare di quale fortuna sono l'ultima argenteria? Lui
già si è dimenticato di fuggire da noi. Non sa cosa sia sentirsi
addosso la paura dai cent'occhi. Ha
l'aspetto di uno a malapena nato. Tutto da noi. Tutto nostro. Con
l'ombra implorante del ciglio sulla guancia. Con un mesto rivolo di sudore tra
le scapole. Così
lui è ora per noi e così si addormenterà. Fiducioso. nell'abbraccio
d'una morte caduta in prescrizione. ________________________ Ringraziamento Devo
molto a quelli che non amo. Il
sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro. La
gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli. Mi
sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l'amore non
può darlo, né riesce a toglierlo. Non
li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come una meridiana, capisco ciò
che l'amore non capisce, perdono ciò che l'amore non perdonerebbe
mai. Da
un incontro a una lettera passa non un'eternità, ma solo qualche
giorno o settimana. I
viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi. E
quando ci separano sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che trovi
su ogni atlante. È
merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile. Loro
stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote. «Non
devo loro nulla» - direbbe l'amore su questa questione aperta. (da
"Vista con granello di sabbia") ________________________
Amore
a prima vista Sono
entrambi convinti che
un sentimento improvviso li unì. E' bella una tale certezza ma l'incertezza
è più bella. Non
conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma
che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei
chiedere loro se non ricordano - una volta un faccia a faccia forse
in una porta girevole? uno "scusi" nella ressa? un "ha
sbagliato numero" nella cornetta? - ma conosco la risposta. No,
non ricordano. Li
stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando
con loro. Non
ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava,
li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si
scansava con un salto.
Vi
furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o
il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla
all'altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era
forse la palla tra i cespugli dell'infanzia? Vi
furono maniglie e campanelli in cui anzitempo un tocco si posava sopra
un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una
notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio
infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto
a metà. (da
"La fine e l'inizio") ________________________ La
cipolla
La cipolla è un'altra cosa. Interiora non ne ha. Completamente
cipolla Fino alla cipollità. Cipolluta di fuori, cipollosa fino
al cuore, potrebbe guardarsi dentro senza provare timore. In
noi ignoto e selve di pelle appena coperti, interni d'inferno, violenta
anatomia, ma nella cipolla cipolla, non visceri ritorti. Lei più
e più volte nuda, fin nel fondo e così via. Coerente
è la cipolla, riuscita è la cipolla. Nell'una ecco sta l'altra, nella
maggiore la minore, nella seguente la successiva, cioè la terza e
la quarta. Una centripeta fuga. Un'eco in coro composta. La
cipolla, d'accordo: il più bel ventre del mondo. A propria lode di
aureole da sé si avvolge in tondo. In noi grasso, nervi, vene, muchi
e secrezione. E a noi resta negata l'idiozia della perfezione. ________________________ Scrivere
un curriculum Cos'è
necessario? E' necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare
il curriculum. A
prescindere da quanto si è vissuto Il curriculum dovrebbe essere breve. E'
d'obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi E
ricordi incerti in date fisse. Di
tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta
di più chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all'estero. L'appartenenza
a un che, ma senza un perché. Onorificenze senza motivazione. Scrivi
come se non parlassi mai con te stesso E ti evitassi. Sorvola
su, cani gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio
il prezzo che il valore E il titolo che il contenuto. Meglio
il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi
una foto con l'orecchio scoperto. E' la sua forma che conta, non cioò
che sente. Cosa
si sente? Il fragore delle macchine che triturano la carta. (da
"Vista con granello di sabbia") |