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Corriere
della sera - 6 agosto 2011
Le pistole ad acqua inquietano l'Iran
Viviana Mazza
Una ragazza
iraniana spruzza gli amici con una pistola ad acqua, e ride con la bocca
spalancata e la nuca all'indietro, mentre ciuffi di capelli neri sfuggono
al velo inzuppato. Un uomo dalla barba incolta digrigna i denti mentre
regge un cannone giallo e arancione. Una donna in chador nero, sotto un
sole da 40 gradi, rovescia addosso a un'altra una bottiglia d'acqua.
Un ragazzo
in abiti occidentali punta l'arma di plastica alla tempia della sua vittima,
già fradicia sotto una pioggia di gavettoni. Festa in un parco
di Teheran, la settimana scorsa. Una sorta di flash mob , un raduno tra
sconosciuti lanciato via Facebook e durato alcune ore. Niente slogan politici,
solo schizzi e risate, con centinaia di partecipanti. Ma quando le foto
sono finite sul web hanno scatenato la rabbia dei conservatori, con proteste
anche in Parlamento. La polizia è scattata in azione per punire
quei comportamenti «anormali» e «immorali», e
diversi giovani sono stati arrestati. Uno dopo l'altro, ripresi di spalle
dalla tv di Stato, hanno confessato il loro crimine. «Era un evento
molto intimo, molto più intimo di quanto avrebbe dovuto essere».
Non era la
prima volta. Una settimana fa, una flash mob di gente in abiti bruttissimi
e buffi s'è riunita in un altro parco di Teheran per una sorta
di carnevale fuori stagione. A gennaio, si sono radunati in un giardino
pubblico «gli iraniani con i capelli ricci». E poi battaglie
di vernice, di bolle di sapone, incontri per far volare gli aquiloni.
Foto e video ogni volta appaiono su Facebook , formalmente bandito in
Iran ma al quale si riesce comunque ad accedere. Le autorità della
Repubblica islamica tentano di impedire da 32 anni i rapporti tra giovani
dei due sessi, di controllarne l'abbigliamento e il taglio di capelli
in nome della morale islamica.
Una recente
vignetta dell'agenzia di Stato Fars raffigura due donne: la prima in chador
(velata «come si deve») ha un cervello da far invidia ad Einstein;
l'altra, «mal velata» (come molte ragazze con le pistole ad
acqua) ha un cervello di gallina. Ma sono strategie poco efficaci su un
65% della popolazione che ha meno di 35 anni. Un simbolo della battaglia
contro la censura è diventato in questi giorni un bimbo di 5 anni,
Farnood. In un programma tv per bambini, la presentatrice gli ha chiesto:
«Cosa fai nel tempo libero?». Lui risponde che va in bagno,
si abbassa le mutande e si lava da solo. La donna arretra di qualche passo,
finge di non aver capito: «Accendi la lavatrice da solo? No no no,
non si fa». Il video del bambino «immorale» è
diventato virale.
Nonostante
gli arresti, nuove «guerriglie dell'acqua» sono state annunciate
a Teheran, Isfahan e Karaj. Il loro sito Twitter ricorda che nella tradizione
zoroastriana - che la Repubblica islamica inutilmente ha cercato di estirpare
- esiste una festa di mezza estate denominata Tiregan, in cui adulti e
bambini nuotano e si spruzzano l'un l'altro. Una festa gioiosa. Alcuni,
come il blogger Fetnegar, sperano che «queste battaglie possano
risvegliare il Movimento Verde», con proteste come quelle del 2009
contro il presidente Ahmadinejad. Altri esprimono fastidio: «Ci
sono prigionieri politici che fanno scioperi della fame, e noi stiamo
a parlare di pistole ad acqua». Continuano gli arresti e i processi
di intellettuali, attivisti, giornalisti ritenuti oppositori del regime.
Nonostante tutto, gli iraniani rivendicano la gioia di vivere.
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