Libreria delle donne di Milano

23-2-2002 Corriere della Sera
«Noi, le volontarie di Mani pulite»
«Sinistra e giustizia, ma fuori dai partiti» Giornata della legalità al Palavobis, nell' organizzazione tutte donne. «A Milano nasce la nuova politica»

di Gian Guido Vecchi

Una studiosa come Eva Cantarella sostiene che il matriarcato è una leggenda, altro che l' antica Grecia, mai esistito, guardate un po' come l' Odissea rappresenta le donne!, Circe, le Sirene, tutta gente poco raccomandabile. Eppure forse ci siamo, Milano è meglio di Atene.
Perché c' è poco da fare, se a sinistra si cominciano ad avvertire tracce di risveglio dal coma non troppo vigile degli ultimi anni, il merito è loro: Luigina Venturelli, Marina Ingrascì e Daria Colombo che s' inventano il «girotondo» intorno al Palazzo di giustizia il mese prima della replica di Nanni Moretti e soci a Roma; la direttrice di «Omicron» Simona Peverelli e la quantità di volontarie («ma sono arrivati anche i maschietti, eh!») che ancora ieri sera, in un seminterrato di via Col di Lana, finivano di sistemare a mano cartoncini e cordicelle degli ottomilaquattrocento pass per la manifestazione di questo pomeriggio al Palavobis in favore di Mani pulite. Il tutto per rianimare la politica tenendosi fuori dai partiti: «Abbiamo il nostro lavoro».
Il quartier generale giacobino - o dei difensori della legalità, secondo i punti di vista - da una settimana a questa parte è una specie di manicomio: «Il sito manipulite.it ha registrato ventimila contatti in una settimana, ci sono i telefoni che squillano così da sabato scorso, la gente chiama soprattutto per i pullman e gli alberghi, arrivano da Torino, Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Treviso, Cuneo, Mantova, insomma dappertutto. E noi siamo qui, a ritagliare cartoncini e infilare le cordicelle da sabato scorso, un pass per ogni spettatore! Ci stiamo divertendo come pazzi...», ride Simona Peverelli, 32 anni. Le tre stanze del seminterrato di viale Col di Lana mostrano un tavolo ingombro di pass arancione («la scelta del colore è nata così, perché ci piaceva e non identificava nessun partito»), le scatole da scarpe rivestire di carta arancione per raccogliere le offerte («abbiamo speso 16-17 mila euro, basterebbe che ciascuno ce ne desse due o tre») e le magliette dello staff, in doppia versione: la prima recita un classico, «la legge è uguale per tutti», la seconda ricorda l' ormai celebre congedo di Francesco Saverio Borrelli nel discorso di apertura dell' anno giudiziario, «resistere, resistere, resistere».
Oggi pomeriggio si attendono più di diecimila «resistenti», i cancelli del Palavobis apriranno alle 13,30, un' ora più tardi Paolo Flore d' Arcais darà il via al «Giorno della legalità», dieci anni dopo Mani pulite. Un elenco lunghissimo di firmatari e sostenitori celebri, dal febbricitante Roberto Benigni a registi come Bernardo Bertolucci e Francesco Rosi, scrittori come Dario Fo, Vincenzo Consolo, Antonio Tabucchi. Un elenco altrettanto lungo di celebrità al femminile: la scrittrice Fernanda Pivano, l' architetto Gae Aulenti, la cantante Fiorella Mannoia, attrici come Valeria Crippa o Ottavia Piccolo. Nomi che servono a fare da traino, perché l' essenziale sta dietro. Ad esempio nel seminterrato di Italia Democratica che fa da sede a Omicron, «l' Osservatorio sulla criminalità», e dall' associazione «Le girandole» nata in ottobre per pagare le scorte ai magistrati «tagliate» dal governo. Simona, sabato scorso, s' è messa al computer e ha disegnato il cartoncino ufficiale: due mani e le scritte «mani pulite» e «il giorno della legalità». Una trentina di volontari, per lo più donne, ha passato tutto questo tempo a rispondere ai telefoni e preparare il materiale, «una signora ha perfino cucito dei sacchettini arancione per raccogliere le offerte, un' altra ha preparato dei volantini per conto suo e si è messa a distribuirli nel suo quartiere. Ci hanno scritto studenti, professionisti che volevano dare una mano...».
Per capire come possa funzionare basta sentire Luigina Venturelli, appena 25 anni, neolaureata in giurisprudenza e giornalista. È stata lei a inventarsi il famoso girotondo, un mesetto fa: «Si parlava tra amici, Daria Colombo, Marina Ingrascì, Claudio Rossoni. Volevamo fare qualcosa, una manifestazione per sostenere lo spirito di Mani pulite, la lotta alla corruzione, la difesa dello stato di diritto, insomma tutti ciò che ci pare minacciato da questo esecutivo». Ora stanno preparando un sito Internet, permanoperlademocrazia.com, «e intanto ci hanno sommerso di email, dalle cento alle centocinaquanta al giorno, anche elettori del centrodestra delusi, gente che ci scriveva: mi sono sentita vivo come cittadino. Un consenso enorme». Niente partiti, però: «Volevamo solo essere di stimolo all' opposizione di sinistra, non una delegittimazione ma una risorsa. E in qualche modo penso che ci stiamo riuscendo, qualcosa si muove». Grazie alla donne, un caso? «Mah, in effetti può essere questa la vera novità». Per questo le donne della sinistra non vogliono leader di sorta: «Macché, nessuno ha intenzione di candidarsi o guidare un movimento, abbiamo il nostro lavoro. Cercheremo solo di creare un collegamento fra i gruppi spontanei di varie città: il 10 marzo faremo un girotondo intorno alle sedi Rai di Roma e Milano, e forse anche a Firenze, Torino, Bologna, Cagliari». Luigina sorride: «Mi stupisco che ci si stupisca di tutto questo. Dovrebbe essere normale: una società civile che manifesta i suoi bisogni e la leadership politica che li raccoglie»
Gian Guido Vecchi

La scheda
L' IDEA
La rivista MicroMega ha lanciato l' iniziativa di una manifestazione nazionale «per la legalità» a dieci anni dall' inizio di Mani pulite
IL LUOGO
L' appuntamento è per oggi al Palavobis, sono attese più di diecimila persone, arrivano pullman da mezza Italia
L' ORGANIZZAZIONE Da una settimana il comitato promotore lavora in viale Col di Lana: a organizzare l' incontro quasi tutte donne. Previsti striscioni e magliette