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Io Donna - 11 luglio 2009 Intervista a Lorella Zanardo di
Marina Terragni M.T. Unassenza di discorso, un tenersi fuori che devono avere un significato. Il tuo sguardo, in quel documentario, è stupefatto. L.Z. Io la tv non la guardavo. E successo che un amico, sapendomi attenta a quello che riguarda le donne, mi ha detto: ma tu la vedi mai? Capiresti tante cose. Così, durante le vacanze di Natale, insieme a lui e a un altro amico entrambi nel settore cinema e tv, ho guardato la televisione per 15 giorni, registrando 400 ore di trasmissione. M.T. E significativo che siano stati due uomini a chiederti di esercitare la tua attenzione femminile. Come se ne avessero bisogno loro. L.Z. Come se mi dicessero: noi non possiamo avere lo sguardo di donna che ci servirebbe. Daccelo tu. Era una loro urgenza. Anche sul blog ricevo molti commenti maschili, soprattutto di giovani che chiedono alle donne di prendere posizione su queste cose. M.T. Il fatto è che in tutte queste vicende -la tv, le escort- è in gioco anche soprattutto? -lidentità maschile. Gli uomini oggi sono impegnati a capire cosè essere un maschio senza più donne da dominare. In questo sprezzo delle donne si vede invece un colpo di coda del patriarcato in agonia. E un gioco per uomini. Forse per questo le donne se ne sono tenute fuori. Quanta colpa dai alla tv? L.Z. Molta. Come fai a darla alle ragazze che usano il corpo per arrivare, quando sono venute su con 25 anni di questa roba? A noi non è toccato. Ma certo la cosa non riguarda solo la tv. M.T. Però almeno ora si è visto che per questa strada arrivi solo fino a un certo punto. Poi ti fermi, perché le gambe con cui cammini non sono le tue. Per una che trova un posto da showgirl o da deputata -a quanto pare oggi uno vale laltro- mille finiscono male. L.Z. Anchio credo che alla fine guadagni solo molte sofferenze. M.T. Se ci pensi, la faccia delle rifatte che vedi in tv è una smorfia di dolore. La femminilità cancellata per diventare dei travestiti. L.Z. E un non-volto. Faccia viene da fare, noi la nostra faccia ce la facciamo, giorno dopo giorno. Da quando lho capito mi guardo allo specchio con meno ansie. E la mia faccia. La vedo bella così comè, con tutti i segni della vita. Questa scoperta però è lesito di un percorso. Forse abbiamo sbagliato a non metterlo in comune, a tacere così a lungo con le ragazze M.T. a non occuparci più del corpo, lasciandolo al mercato e al consumo. A non proporre la nostra idea di bellezza. Quando ti fai fare una faccia e un corpo così è per compiacere gli uomini, per corrispondere esattamente alle loro fantasie onanistiche e frettolose: labbrone, senoni Per non creargli problemi. Tu le chiami umiliate, ma per me sono emancipate. Come tutte le emancipate si omologano al modello e al desiderio maschile per trovarsi un posto nel mondo. L.Z. In effetti le rifatte sembrano femmine iperboliche, ma in realtà hanno abdicato dal loro femminile. Quello che non capisco è perché ci caschino anche donne colte. Come certe giornaliste tv. M.T. Ormai quella è la facies televisiva. Hai paura che ti caccino di lì, e allora ti adegui. L.Z. Io non condanno nessuno, per carità. Magari anchio finirò per darmi una tiratina M.T. Il problema non è tagliare via un po di pelle. E tagliare con il femminile per adeguarsi agli uomini, per diventare esattamente il prodotto che si immagina vogliano consumare. Non è una cosa solo italiana. Ma qui ha avuto lamplificazione, il marketing della tv. L.Z. Il velinismo in altri paesi non dilaga. In Gran Bretagna certe immagini restano sui tabloid, mentre in tv limmagine femminile è articolata e dignitosa. Insisto: abbiamo una responsabilità nei confronti delle ragazze. M.T. La cosa che conta è lasciarsi guardare, offrirsi come modelli al loro sguardo. Restare donne essendo libere. Anzi, fare vedere che si è libere proprio per il fatto di essere donne. L.Z. Ho notato che le ragazze sono molto contente quando vedono che nella tua vita sei realizzata ma non hai rinunciato a essere una donna. Io faccio limprenditrice, ma curo la mia femminilità: per me è quasi una forma di militanza. Di questo cè molto desiderio anche fra i ragazzi che scrivono sul blog. M.T. Sul mio blog un lettore ha scritto che lumiliazione di uno dei due generi colpisce anche laltro. Che come uomo si sente consumato, cioè attratto nella trappola del consumo mediante questo uso televisivo del corpo della donna. L.Z. Senza nessuna differenza, oltretutto -ed è stata una sorpresa- tra reti private e reti pubbliche. Noi continuiamo a monitorare. Adesso cè Mercante in fiera con questa Gatta Nera, valletta sadomaso hard. E Sarabanda, il solito Mammucari e Belén Rodriguez: la novità qui sono le riprese da sotto, ginecologiche. Roba che va in onda alle sette di sera, non a notte fonda. Porteremo questo materiale a chi autorizza la messa in onda. Qualcosa ci dovranno pur dire. |