Libreria delle donne di Milano

da Il Manifesto 3 luglio 2008

Le buone notizie non fanno notizia
Pierluigi Sullo

E' proprio vero che le buone notizie non fanno notizia. Sarà per questa antica legge del giornalismo che i grandi media, e qualche volta anche quelli meno grandi, tralasciano o minimizzano eventi che contraddicono la corrente apparentemente inarrestabile. Per esempio, il Corriere della sera apre la prima pagina su un "accordo" sulla Tav che forse c'è e forse no (anzi, per quel che riguarda la gran parte dei cittadini della Val di Susa decisamente no), o soffia sul fuoco razzista lanciando come prima notizia l'idea geniale del ministro Maroni: prendere le impronte digitali ai bambini rom. Così che, giorno dopo giorno, tg1 dopo tg2, il comune cittadino si fa l'idea che questo paese sia una spugna di umori razzisti, nonché un levriere alla catena, sciolta la quale le infrastrutture e la crescita, il Pil e i consumi schizzerebbero all'insù. E tra le due cose c'è un nesso, sebbene non facilissimo da vedere. Secondo Boaventura de Sousa Santos, docente in Portogallo e a Yale del quale pubblichiamo una ampia intervista nel numero di Carta in edicola, il nesso è semplice: man mano che la disuguaglianza cresce, è la "sicurezza" a diventare il pilastro del sistema neoliberista.
Resta però che qualche buona notizia c'è. Eccone tre esempi. Nel giro di un anno, la situazione vicentina si è rovesciata: decisione irrevocabile di fare la base, sindaco e consiglio comunale a favore, regole e leggi aggirate in nome dell'"alleanza". Oggi, l'accordo tra Italia e Stati uniti viene definito solo "verbale" dal Tar del Veneto, che blocca tutto in nome appunto delle regole violate. Il sindaco e il consiglio comunale sono cambiati, il clima in città resta - nonostante richiami assortiti alla "sicurezza" - profondamente contrario alla base. Il merito è tutto di quei pazzi che hanno messo su presidi, comitati, assemblee e dibattiti, grandi manifestazioni, ecc.
Una Vicenza un po' più piccola si chiama Aprilia, provincia di Latina, dove l'azienda di De Benedetti aveva deciso di costruire l'ennesima centrale turbogas: permessi più o meno corretti della Regione concessi, terreno acquisito, progetti pronti. Senonché i cittadini di Aprilia, già sperimentati da una lunga e aspra lotta contro la disastrosa privatizzazione dell'acqua (e a proposito: perché nessuno racconta che il sindaco di Parigi, Delanoe, ha deciso di ri-pubblicizzare l'acquedotto?), si ribellano, occupano il terreno dove si sarebbe dovuto costruire la centrale, fanno del vecchio casale che vi si trova l'ennesimo presidio e inoltrano tutti i ricorsi del caso. L'altro giorno, la regione Lazio ha dato loro ragione: permesso revocato in base a una sentenza del Tar, nonostante una furibonda campagna dell'Espresso (di De Benedetti, a proposito di media indipendenti) contro il presidente regionale Marrazzo. Il Consiglio di stato ora dice il contrario, ma la partita è aperta
Già, forse i movimenti comunitari qualcosa ottengono, ma il razzismo? Una settimana fa il consiglio regionale del Lazio ha approvato una legge sui migranti. Che è l'esatto opposto di quel che il governo nazionale sta facendo: "regolari" e "in attesa di regolarizzazione" hanno pieni diritti sociali, senza distinzioni, altro che reato di immigrazione clandestina. E sono istituite "Assemblee" dei migranti in tutte le province della regione, in mancanza di pieni diritti politici, per lo meno nelle istituzioni locali. Il giorno dopo il voto, la cronaca romana del Corriere della sera aveva come principale notizia la seguente: individuata la peggiore buca stradale nella capitale. A voler essere cinici, si potrebbe dire: è il Corriere della sera, la peggior buca della capitale. Purtroppo, però, la legge del Lazio non ha avuto molta fortuna nemmeno nella stampa di sinistra: perché, a occhio, il desiderio dei grandi media di raccontare un mondo razzista-liberista senza contraddizioni si incastra perfettamente nel desiderio di sinistra di sguazzare nel brodo della sconfitta: se siamo ridotti così male, noi sinistra politica, la colpa non è nostra, è della società, che è di destra, è razzista e si fa comprare con la mance. Questo cattivo sentimento sta diventando una sub-ideologia, e si potrebbe fregarsene se non fosse che quelli di Vicenza, quelli di Aprilia e i bambini rom avrebbero bisogno di un po' di energia positiva, da parte delle sinistre. Come quella che appunto ha miracolosamente consentito alla Sinistra della regione Lazio di condurre in porto quella legge, nonostante tutto.