il manifesto - 22 novembre 2006

Contro la violenza. Di notte e alla stazione
Sabato le donne intepretano a modo loro la «giornata mondiale contro la violenza di genere». In piazza a Roma, Bologna e Brescia. E a Milano «Usciamo dal silenzio» illumina con una festa notturna l'inospitale Stazione Centrale
Manuela Cartosio

Le «date» esistono se qualcuno le fa vivere. Il 25 novembre è la «Giornata mondiale contro la violenza sulle donne». Istituita dall'Onu nel 1999, in Italia era passata fin qui quasi inosservata. Quest'anno, invece, sarà un sabato ricco di iniziative autorganizzate dalle donne. Le più importanti si terranno a Milano, Brescia, Bologna, Roma. Ovunque, tre fili in comune: il rifiuto d'essere incasellate nel ruolo di «vittime», la richiesta a una politica fintamente neutra di mettere la violenza di genere in cima alla sua agenda, il pressante invito agli uomini a realizzare che molestie, abusi, stupri li riguardano. Temi di tutti i giorni- direte - ma repetita iuvant. Svolti in modi diversi, a seconda dei gusti delle organizzatrici.
A Milano le donne di «Usciamo dal silenzio» invitano le donne a «uscire la notte». Per andare a far festa alla Stazione Centrale, «luogo vissuto come insicuro, e lo è», dice Assunta Sarlo, «ma anche luogo di incroci e di anonimato». Di povertà e marginalità metropolitane e globalizzate, fagotti che dormono sul marmo freddo degli scaloni, tacchetti che risuonano veloci sotto le alte volte. Aver scelto la stazione e la notte non significa dimenticare che è la casa la scena della maggior parte delle violenze. «Lo sappiamo bene», spiega Lea Melandri, «abbiamo optato per un luogo pubblico per tirar fuori dal privato la relazione tra i sessi. La sfera pubblica esclude le donne. Noi vogliamo invaderla, essere di casa in ogni luogo e a tutte le ore». Nell'usciamo di notte c'è un'eco della «storica» manifestazione delle femministe «Riprendiamoci la notte». Correva l'anno 1976 e molte delle donne di «Usciamo dal silenzio» erano in pista da un pezzo. La citazione, quindi, va presa come una prova di autoironia per l'età che avanza, le ossa che scricchiolano e la sciatica che tormenta. Comunque, sullo scalone dell'Atrio Est ci saranno comodi cuscini, messi a disposizione da GrandiStazioni (ben felice di collaborare a un'iniziativa che toglierà per una sera alla Centrale il marchio della paura e dell'inospitalità). Anche il Dopolavoro ferroviario darà una mano. Ci saranno musica, spettacoli e drammatizzazioni. Ottavia Piccolo, Franca Rame, Debora Villa, Rossana Carretto, il Teatro della Cooperativa, Mitoka Samba, Hombre rosse, Karamagò, Anchefunkygruppi (per l'elenco completo rimandiamo alla pagina milanese).
Sabato sera saranno alla Stazione anche le donne di Arcilesbica, provenienti da Brescia, reduci dalla manifestazione nazionale che tengono al pomeriggio in piazza Loggia. Organizzata con Arcigay a Brescia, perché in un paese della provincia (Mazzano) due giovani lesbiche hanno subìto intimidazioni, minacce, offese fin dentro casa.
A Roma appuntamento a mezzogiorno in Largo Argentina. «Ognuna con sua casetta», di cartone, di stoffa e persino di marzapane per sottolinerare che il luogho di maggior rischio per le donne è dentro le mura domestiche. «Il pericolo non è la notte, non è la strada», scrive l'assemblea della donne di Roma, «sfileremo per dire che il cambiamento non si costruisce con le politiche repressive o con l'inasprimento delle pene, ma mettendo in discussione le relazioni tra i generi per come sono state storicamente costruite dal patriarcato».
Le donne bolognesi risolvono il dilemma giorno o sera cominciando a manifestare alle 15 in piazza Maggiore e proseguendo fino alla «notte rosa». Motto del loro 25 novembre, «Libere dalla violenza, libere di scegliere». Citiamo dal comunicato della Rete delle donne di Bologna: «Prendiamoci questa giornata. Andiamo nelle piazze, riempiamole e facciamola diventare una giornata di mobilitazione dell'intera società di donne e uomini, per affermare che senza il riconoscimento della libertà e della dignità delle donne nessuna convivenza è possibile».
Merita una segnalazione l'idea del Comune di Pescara. Sabato distribuirà nei negozi 50 mila sacchetti del pane con la scritta «Per troppe donne la violenza è ancora pane quotidiano», corredata dal'indirizzo dello sportello antiviolenza. C'è lo sponsor (Confesercenti), ma non stiamo a sottilizzare.