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Repubblica
- 3 maggio 2009
Veronica,
addio a Berlusconi "Ho deciso, chiedo il divorzio"
Dario Cresto-Dina
«Chiudo
il sipario sulla mia vita coniugale». Dopo quasi trent´anni,
i due si conobbero nel 1980 e si sposarono con rito civile il 15 dicembre
1990, le strade del presidente del Consiglio e di sua moglie, già
spezzate sul piano sentimentale e personale, si dividono anche giuridicamente.
Veronica Lario ha avviato le pratiche per la separazione e il divorzio
da Silvio Berlusconi, portando a termine un percorso cominciato molto
tempo fa come ammise lei stessa alla fine dell´estate 2008, quando
confessò che all´eventualità di una separazione stava
meditando da dieci anni.
Ora ha scelto l´avvocato che la seguirà passo dopo passo
davanti ai giudici: «Finalmente una persona di cui mi posso fidare
fino in fondo». È una donna. Una professionista lontana dallo
star system e dalla politica. L´ha sentita al telefono il primo
maggio, l´avvocato era in vacanza su un´isola del Sud Italia.
È stato in pratica il loro primo vertice sulla separazione. Veronica
le ha spiegato: «Voglio tirare giù il sipario, ma voglio
fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare
lo scontro». Il legale le ha risposto: «Stia tranquilla. Parto
subito, prendo un aliscafo e rientro immediatamente a Milano. Lei è
consapevole che non sarà facile e che dovrà sopportare attacchi
pesanti? È sicura di volerlo fare?».
Nella risposta non ci sono state esitazioni: «So tutto. Voglio andare
avanti». Ieri le due donne si sono incontrate a Macherio per studiare
la strategia e si rivedranno molto presto, all´inizio della settimana.
Vogliono stringere i tempi, evitare il contropiede di un uomo sempre molto
abile a ribaltare le situazioni, capace di convocare una conferenza stampa
per dire che il divorzio lo ha deciso lui per primo, e non la "signora".
Naturalmente nei giorni scorsi Veronica ne ha discusso con i figli e le
persone più vicine, un paio di amiche molto care, sottolineando
ancora una volta le ragioni del suo distacco dalla vita pubblica del marito
e insistendo sull´importanza che rappresenta per una donna come
lei il valore della dignità: «Ora sono più tranquilla
- ha confidato loro - . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso
che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non
posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».
Per i suoi ragazzi - Barbara di 24 anni, Eleonora di 22 che studia negli
Stati Uniti e Luigi di 20, il più legato al mito imprenditoriale
e politico del papà - sono state ore di grande amarezza e di sofferenza,
ma alla madre tutti e tre hanno assicurato che rispetteranno ogni sua
decisione per dolorosa possa essere: «Non muoveremo mai un dito
contro nostro padre, ma tu mamma fai ciò che ti fa stare bene».
L´inizio della fine arriva la mattina di martedì 28 aprile.
Veronica guarda i giornali, la sua attenzione si sofferma sull´articolo
di "Repubblica" che svela come nella notte di domenica il premier
si sia presentato a sorpresa in una villetta di Casoria, dove si celebravano
i diciott´anni di Noemi Letizia. Lei è bella, bionda, studia
da grafica pubblicitaria a Portici e sogna una carriera televisiva, tanto
che avrebbe inviato il suo "book" fotografico al presidente
del Consiglio in persona. Un album che avrebbe provocato la scintilla.
Accanto a Noemi ci sono il padre Elio e la madre Anna. La ragazza chiama
Berlusconi "papi", ai giornalisti dirà più tardi
che lo conosce da tempo e che spesso lo va a trovare a Milano e Roma,
«perché lui, poverino, lavora molto e non può sempre
venire a Napoli». Il Cavaliere le ha portato un regalo, una collana
d´oro giallo e bianco con pendente di brillanti. C´è
chi mormora anche le chiavi di un´auto, ma Noemi smentisce.
Veronica legge e rimane stupefatta, chiama al telefono un´amica:
«Basta, non posso più andare a braccetto con questo spettacolo».
A Roma infuria la polemica sulle "veline" pronte a entrare nelle
liste elettorali del Pdl e ci sono, soprattutto, quella ragazzina di Casoria,
Noemi, e la sua mamma Anna che si rivolgono a Berlusconi con gli affettuosi
diminutivi di "papi" e "papino". Veronica non ce l´ha
né con le giovani donne aspiranti europarlamentari né con
Noemi. Interpreta la loro parabola quasi epicamente, come «figure
di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà
e la crescita economica». La sconcerta, però, che il metodo
da "ciarpame politico" non faccia scandalo, che quasi nessuno
si stupisca, che «per una strana alchimia il paese tutto conceda
e tutto giustifichi al suo imperatore», come racconta a chi le sta
vicino.
Quell´imperatore è ancora suo marito ed è il padre
dei suoi figli, un padre che, seppure invitato, non ha mai partecipato
alla festa dei loro diciott´anni. Di fronte alla nuova pubblica
offesa sceglie di replicare pubblicamente con una dichiarazione che manda
all´agenzia Ansa soltanto dopo le dieci di sera. È stato
infatti un giorno di angoscia a villa Belvedere. Barbara, incinta di sette
mesi del suo secondo figlio, è stata ricoverata all´ospedale
San Raffaele. Sono lunghe ore di ansia, c´è il rischio di
un parto prematuro. Veronica Lario ha in casa il nipotino Alessandro,
chiede alla segretaria Paola di fermarsi fino a mezzanotte. La misura
è colma, il "ciarpame" non è soltanto politico.
La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena
e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le "veline"
spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con
Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia
poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un
comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve
l´indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e
il ruolo: «La signora si è fatta ingannare dai giornali della
sinistra. Mi spiace». Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario
per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini.
La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono,
per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la
sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l´ha
appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho
più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state
consumate.
Giovedì i giornali del Cavaliere e i blog del Pdl fanno capire
all´ex first lady di Macherio che aria tira. Dietro al "come
si permette?" si scatena una minacciosa muta di cani. Il quotidiano
"Libero" pubblica nella testata di prima pagina tre fotografie
in bianconero della giovane attrice Veronica Lario a seno nudo. Il messaggio
è più che mai trasparente, sembra arrivata lora dell´olio
di ricino. Quando vede quelle fotografie la moglie del premier capisce,
se ce ne fosse ancora bisogno, di essere davvero sola e di essere minacciata.
In quelle foto si sente «come davanti a un plotone di esecuzione
qualche secondo prima della fucilazione». Alla figlia Barbara dice:
«Sono molto preoccupata di ciò che potrà accadere,
ma ho la libertà per andare avanti».
Cala il sipario. La lettera affidata a "Repubblica" due anni
fa da Veronica era un ultimatum. Qualche ora dopo Berlusconi inviò
le sue scuse pubbliche alla moglie. Era il 31 gennaio 2007: «La
tua dignità non c´entra, la custodisco come un bene prezioso
nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata,
il riferimento galante, la bagattella di un momento». A sigillo
un grande bacio. Qualche mese dopo, ad appannaggio esclusivo dei settimanali
patinati della famiglia, arrivarono le passeggiate della coppia mano nella
mano nel giardino della villa in Costa Smeralda e sui moli di Portofino.
Immagini che oggi sembrano lontanissime. «Mi domando in che paese
viviamo - ha raccontato Veronica l´altro giorno a un´amica
- , come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si
è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali
del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato
dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto
possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli
stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che
non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi
sono sbagliata. Adesso dico basta».
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