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Repubblica - 6 settembre 2011
DESIGN LE DONNE LO FANNO COSÌ
ILENIA CARLESIMO
Un Dalle statistiche risulta che siamo mediamente più corrette
e meno pericolose, causiamo meno incidenti, paghiamo più tasse
e siamo meno violente». Così, una donna, la progettista Patricia
Urquiola, racconta le donne. «Ma un designer è comunque un
designer», ricorda, «e l' elemento di distinzione fondamentale
è la bravura». Parlare di progettazione al femminile, oggi
è più facile. E felice. Se fino a qualche decennio fa le
donne del settore erano pochissime - in fondo quello del design industriale
è sempre stato un mondo legato alle fabbriche, frequentate soprattutto
da uomini - ora sono numerose e determinate. Basta vedere quanti (molti)
nuovi prodotti hanno una firma femminile, quante di loro sono conosciute
dal grande pubblico e poi fare un giro nelle università che formano
i designer di domani, dove le ragazze sono la maggioranza. A raccontare
questo lato attuale e femminile del design, una serie di iniziative in
programma durante la 91esima edizione di Macef (che si tiene dall'8 all'11
settembre presso FieraMilano di Rho, ndr) A partire dagli appuntamenti
diAbitaMi: il nuovo salone-laboratorio, all' interno di Macef, che racconta
le tendenze e l'evoluzione dell'abitare contemporaneo. Uno degli eventi
più importanti di questo salone nel salone, infatti,è la
mostra Una stanza tutta per sé, che prende il titolo da "A
Room of One' s Own", un saggio del 1929 (in questi giorni riedito
in versione bilingue da Repubblica) in cui Virginia Woolf reclama il desiderio
di uno spazio segreto nella casa. Ed è proprio questo il tema delle
installazioni: otto donne creative (Cinzia Anguissola, Anna Gili, Nuala
Goodman, Margherita Palli, Terri Pecora, Benedetta Tagliabue, Patricia
Urquiola e Nanda Vigo) sono state invitate a immaginare e allestire la
loro stanza ideale, un luogo intimo da cui trarre nuovi stimoli. Come
la stanza-giardino che vorrebbe Patricia Urquiola: una casa sull' albero,
dove il tempo è sospeso, "arredata" con un periscopio,
punto di osservazione privilegiato, e con un' ape car, simbolo del viaggio,
della curiosità e della ricerca, e circondata dalla natura intesa,
racconta la designer spagnola, «come fonte di energia, inizio progettuale,
materiali precari e in continuo work in progress, così come le
idee». Ma la creatività declinata al femminile è al
centro anche di un altro evento in programma ad AbitaMi: Surround creative
women, la galleria di ritratti d'artiste, designer, stiliste, imprenditrici
e giornaliste fotografate da Maurizio Marcato nella realtà che
più le rappresenta, le identifica e ne comunica la personalità.
Immagini in cui, proprio come nella vita quotidiana, parla il soggetto
ma anche tutto ciò che gli sta intorno. Infine, tutte le piccole
cose in mostra fuori e dentro la fiera e gli altri appuntamenti in programma
al Macef. Il Salone internazionale della casa, infatti, "incontra
la donna" sia dal punto di vista più giocoso e frivolo, con
l' apertura di un temporary store in città dedicatoa bijoux e accessori
moda, sia in maniera più profonda in un padiglione allestito da
DcomeDesign. Un' associazione, nata dall' idea di Anty Pansera, Luisa
Bocchietto, Loredana Sarti e Patrizia Scarsella, che lavora per la promozione
della creatività femminile attraverso una serie di iniziative.
Per esempio Milano vs The World for Social Design: un progetto di collaborazione
tra donne designer italiane e donne produttrici di paesi emergenti avviato
con l'obiettivo di rendere sostenibili e competitivi sul mercato locale
e internazionale i manufatti artigianali prodotti in contesti disagiati.
Ma l'associazione DcomeDesign, precisa la presidente Anty Pansera, «è
impegnata anche su un filone storico-critico. E anche questo lato del
nostro lavoro sarà in mostra al Macef con Donne in bottega. L'
artigianato artistico nelle Regioni Italiane, che racconta il design visto
dalle donne cercando di valorizzare le tante figure creative femminili
nascoste. Prima, infatti, le donne del settore erano poche ed erano anche
meno conosciute e meno "complete". In un certo senso, erano
solo delle professioniste; oggi invece sono donne, creative, mogli e mamme.
E sono molto determinate, perché in ogni caso, a parità
di situazione, devono essere più brave di un uomo per essere notate».
Come ha saputo fare in tempi non sospetti la francese Charlotte Perriand,
morta quasi centenaria nel 1999. Architetto e designer che, in un'epoca
poco predisposta a valorizzare il talento femminile, è riuscita
a farsi accettare in un mondo allora maschilista e, prima per dieci anni
nell'atelier di Le Corbusier e Pierre Jeanneret, poi nel suo studio, ha
progettato alcuni tra i più famosi e apprezzati mobili della storia
del design.
Per info:
www.macef.it
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