|
La Repubblica
- 19 ottobre 2004
Quegli
uomini che la pensano come Buttiglione
NATALIA ASPESI
«Imputo
lo sfascio della società alle donne preoccupate del lavoro e dello
stipendio ma che non si preoccupano se i figli cresceranno con il vuoto
affettivo di una madre assente». «La vera donna in carriera
è quella che si occupa di casa, marito e figli, coltivando nel
tempo libero interessi culturali e attività sportive». «Sarebbe
ora che tutte queste donne rampanti se ne tornassero a casa lasciando
il loro posto ai tanti disoccupati padri di famiglia che non sanno come
arrivare alla fine del mese». «Le donne lavorano non per incrementare
il bilancio familiare ma per se stesse, per curare il loro aspetto fisico
e comprare cibi precotti». «La famiglia esiste per consentire
alle donne di avere dei figli e di avere la protezione dell' uomo che
si prende cura di loro». L' ultima frase, come si sa, l' ha pronunciata
col suo solito sorriso furbetto il filosofo Rocco Buttiglione, assieme
all' affermazione che l' omosessualità è un peccato, irritando
la commissione del parlamento europeo che ha temporaneamente sospeso la
sua candidatura a commissario europeo a giustizia libertà e sicurezza.
Le quattro frasi precedenti sono estratte da lettere inviate alla rubrica
del Venerdì "Questioni di cuore". Le prime tre sono firmate
da uomini, l' ultima da una donna e non sono che un esempio delle tante
lettere in cui soprattutto uomini, tornano a scagliarsi contro le donne
che lavorano, attribuendo a questa loro nefanda bizzaria ogni orrore sociale
e familiare. Buttiglione quindi non ha parlato a vanvera, come potrebbe
pensare qualsiasi persona con un po' di sale in zucca: per quanto le sue
giacche esprimano contrizione e vita dedita alla famiglia (con molte donne,
del tipo che non ama stirare), il docente di filosofia a Teramo sapeva
benissimo cosa stava facendo. Primo, fare un po' di rumore con apparenti
sciocchezze che avrebbero consentito a lui e alla folla apocalittica di
ideologi governativi e buttiglioneschi, di inventarsi una "inquisizione
anticristiana" (non si capisce perché non anticattolica),
da parte del povero parlamento europeo. Secondo, far contenta la nebulosa
sempre più consistente di persone, per la maggior parte uomini,
che stufi di prendersela con comunisti, extracomunitari e omosessuali,
hanno riscoperto il nemico più classico, il satana di tutti tempi:
le donne in generale, quelle che lavorano in particolare. Massimamente
pericolosa ed esecrabile quella che fa carriera, così descritta
da un entusiasta marito romano di una felice casalinga giapponese, «una
rampantissima supercarrierista d' assalto, tosta, aggressiva e conflittuale,
sempre sulla scaletta di un aereo con la ventiquattrore in mano e il coltello
tra i denti». Questo tipo di lettera è cominciato ad arrivare
da poco più di un anno: prima o nessuno osava, o trattandosi di
tempi meno disperati, nessuno ci pensava oppure non era ancora esaurita
del tutto l' epoca in cui le donne parevano all' altezza di quasi pari
diritti, suscitavano rispetto, persino vaghi sensi di colpa per un passato
di subordinazione e la presente durezza delle loro vite di lavoratrici,
madri e anche mogli, ma non sempre, essendo vasto il numero delle donne
separate, divorziate, abbandonate, fuggite, quindi sole (non buone?) coi
figli. è difficile che il nostro ministro Udc, essendo appassionato
di Kant, sia anche un lettore di "Questioni di cuore" dove avrebbe
potuto apprendere il nuovo corso di un certo pensiero maschile sui mali
forse addirittura anticristiani del mondo, rappresentati da donne con
stipendio anche scarso e a termine. A parte una sua eventuale propensione
personale a non vedere di buon occhio le donne poco operose con viakal
o svelto, (ma una sua simpatica somiglianza con Gambadilegno con sigaro
lo escluderebbe), chi gli avrà suggerito che era il momento di
portare a sé e eventualmente al Polo le nuove pecorelle smarrite
nel labirinto delle odiose donne che, lavorando, diventano casalinghe
solo dopo le sette di sera, e magari sino a mezzanotte, e poi ciccia,
sono troppo stanche? Le sue massime frequentazioni vaticane, un circolo
di perpetue, il club degli uomini soli, l' associazione maschi casalinghi?
Certamente, nelle sue burbere ma amabili esternazioni, ha tenuto conto
più del pensiero laico di maschi incavolati che per esempio di
quello cristiano del cardinale Ratzinger, che con la sua famosa "lettera
sulla collaborazione dell' uomo e della donna" ha conquistato le
femministe: per aver scritto che «le donne siano presenti nel mondo
del lavoro e dell' organizzazione sociale e che abbiano accesso a posti
di responsabilità che offrano loro la possibilità di ispirare
le politiche delle nazioni e di promuovere soluzioni innovative ai problemi
economici e sociali». Richiedendo anche «una giusta valorizzazione
del lavoro svolto dalla donna nella famiglia. In tal modo le donne che
liberamente lo desiderano potranno dedicare la totalità del loro
tempo al lavoro domestico senza essere socialmente stigmatizzate ed economicamente
penalizzate». Si sottolinea: casalinghe: quelle che liberamente
lo desiderano, senza imposizione da parte della fragilità maschile.
Lavoratrici: accesso a posti di responsabilità senza che i maschi
se ne sentano degradati. Sono tempi oscuri, di recessione politica, economica
e civile quelli in cui si ricomincia a parlare delle donne come massa
ribelle e fastidiosa da ricondurre sulla retta via della sottomissione
domestica. Si tratta di sfoghi senza sbocco, di idee senza futuro; mai
una volta comunque che uno di questi uomini che saprebbe come far funzionare
il mondo con metodi talebani, si senta minimamente corresponsabile, assieme,
più che alle donne, alle istituzioni allo sbaraglio, dell' inciviltà
e dello sgangheramento morale del Paese.
|