Il sole 24 ore - 4 Gennaio 2009

Commento di Marirì Martinengo
L'articolo di Monsignor Ravasi è la recensione e la segnalazione di saggi di esegesi biblica, alcuni dei quali con riproduzioni di ritratti di famose eroine delle Scritture.
Desidero portare l'attenzione sulla recensione al libro di Andrea Milano, Donne e amore nella Bibbia, Dehoniane, Bologna, (probabilmente 2008); l'autore insegna Storia del Cristianesimo all'Università Federico II di Napoli.
Andrea Milano, e monsignore è assolutamente d'accordo, dice che dalla lettura della Bibbia, a proposito della "differenza sessuale" appare chiaro che l'immagine di Dio creatore si riflette nella coppia, nella bipolarità sessuale del maschio e della femmina e nella relazione carnale dei due, nella feconda relazione fra l'uomo e la donna, come sottolinea anche Il Cantico dei Cantici. Dio creatore ha il suo parallelo nella relazione della coppia donna-uomo, nell'interrelazione che ha nel maschio e nella femmina il suo archetipo; da non dimenticare che l'alleanza di Israele con Dio è rappresentata nella Bibbia con simbologia sessuale.
C'è stato un fraintendimento - continua il monsignore - nei secoli si sono verificate delle interpretazioni arbitrarie: l'esegesi biblica, echeggiata anche da San Paolo, riconosceva nel solo maschio, al pari di altre religioni coeve, l'immagine epifanica di Dio; il passaggio dalla carnalità alla spiritualità fu conseguenza della contaminazione fra la teologia cristiana e il platonismo. Da queste interpretazioni scaturì lo svilimento della donna, che ebbe gravissime conseguenze sia sul piano filosofico e religioso che su quello sociale.
Con questo tardivo riconoscimento forse Ravasi e Milano pensano di risarcire millenni di misoginia ebraica e cristiana. Misoginia che perdura in questo articolo con la cancellazione dell'origine femminile del pensiero, infatti né il monsignore né il professore citano la politica delle donne che fa perno sulla "differenza sessuale", quale matrice della rivoluzione nell'interpretazione biblica che ora li trova consenzienti.
Una curiosità: viene da chiedersi come mai la rivalutazione della sessualità eterosessuale, della centralità positiva della coppia donna-uomo avvenga proprio ora, proprio nel momento in cui la Chiesa è impegnata a contrastare la richiesta omosessuale di riconoscimento, di dignità e di legittimità. Viene da pensare che si presenti come male minore, un baluardo contro l'avanzare del movimento gay e lesbico.

Esegesi
Nostra signora della Scrittura
Una serie di studi reinterpreta il ruolo chiave svolto dalla donna nei testi biblici. A partire dalla figura centrale della Madonna, archetipo femminile analizzato da Alberto Valentini
Gianfranco Ravasi
di Gianfranco Ravasi
«Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Genesi 1, 27). Non c'è dubbio, la legge del parallelismo semitico non lascia scampo: a «immagine di Dio» corrisponde proprio la coppia, la bipolarità sessuale, zakar e neqebah, cioè il maschio e la femmina. Quel Dio biblico rigorosamente asessuato – al contrario delle circostanti mitologie antico-orientali – ha il suo simbolo epifanico non nel solo maschio, come vorrà una successiva esegesi rabbinica echeggiata anche da san Paolo, non nel l'anima o nella spiritualità, come vorrà una certa tradizione cristiana platonicheggiante, bensì nella feconda relazione d'amore tra l'uomo e la donna. Il Dio creatore ha il suo svelamento nel parallelo relazionale e procreativo della coppia, tant'è vero che la cosiddetta Tradizione Sacerdotale – che è alla sorgente di questo testo – rappresenterà nel libro della Genesi la storia della salvezza attraverso la sequenza delle generazioni-genealogie.
L'umanità è, dunque, definita nella sua relazione interpersonale che ha nel maschio e nella femmina il suo archetipo. Sulla scia di Emil Brunner, il famoso esegeta tedesco Gerhard von Rad commentava: «Questa grandiosa frase è così lapidariamente semplice che difficilmente ci si può rendere conto che con essa crolla alle nostre spalle tutto un mondo di mito e di speculazione gnostica, di cinismo e di ascetismo, di divinizzazione della sessualità e di angoscia sessuale». In realtà sappiamo come le cose andarono a finire e la stessa Bibbia, che non è un'astratta raccolta di teoremi teologici, ma il rivelarsi di Dio nella storia umana per redimerla, ne è un'attestazione incisiva con le corti poligamiche patriarcali, gli stupri, le umiliazioni, le violenze e le frequenti asserzioni antifemminili. Proprio per non cadere nell'equivoco fondamentalistico, che non sa discernere tra l'incarnazione storica travagliata e il messaggio sotteso, sono sempre utili le guide ermeneutiche attorno al tema della sessualità, dell'eros, dell'amore, riscoperto nelle Sacre Scritture. È ciò che fa Andrea Milano, che insegna storia del cristianesimo alla Federico II di Napoli, con un suo bel saggio che – dopo le opportune premesse metodologiche (sappiamo quanto sia complessa la questionedella"differenza"sessuale, soppiantata spesso dalla categoria molto problematica di gender) – parte proprio dal passo della Genesi sopra citato per avviarsi su un sentiero d'altura. Il suo è lo sforzo di illustrare in particolare il filo d'oro positivo che percorre le Scritture, con la svolta profetica che imprime al concetto di "alleanza" con Dio, tipica della teologia di Israele, una qualità del tutto nuova mediante la simbologia nuziale. E poi c'è il "contrappunto sublime" del Cantico dei cantici che ci trasferisce verso la concezione della donna secondo Gesù, a sua madre Maria, all'ambivalenza del femminile celebrata dall'Apocalisse con l'antitesi Prostituta-Sposa, per non parlare di san Paolo che, in verità, si rivela piuttosto diverso rispetto allo stereotipo antifemminista che gli è stato cucito addosso.
Si tratta di una ricerca suggestiva che si confronta con le asperità testuali e che aiuta a superare i fraintendimenti fioriti quando la teologia cristiana si è coniugata col platonismo infrangendo l'armonia che si era lentamente intessuta tra eros e agape, armonia evocata anche da Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est. Ma qui il discorso dovrebbe allargarsi alla storia della tradizione, come per altro abbiamo già avuto occasione di suggerire attraverso un nostro precedente intervento a proposito del libro Due in una carne di Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia (Laterza). Per stare, però, sul terreno biblico, potremmo consigliare una galleria di ritratti femminili delle Scritture, messa all'insegna del curioso motto rabbinico Torah orah, la Torah "incinta", ossia la Legge e la Rivelazione biblica declinata al femminile. Con le immancabili Eva e Sara, ecco le matriarche Rebecca, Rachele e Lia, la Tamar stuprata e la ninfomane moglie di Potifar, la Raab di Gerico, prostituta santificata, ma anche le guerriere Debora, Giaele e Giuditta e così via in oltre venti dipinti testuali, destinati ovviamente a passare ancora per la "Lei" del Cantico e ad approdare alla Maria madre di Gesù. Una sequenza di volti tratteggiati sempre con lievità e intelligenza e alla fine commentati sinteticamente dalla voce sempre fine di Sylvie Germain e dagli acquerelli di Marte Sonnet che, però, si spengono perché privi di colore.
Più di una volta abbiamo fatto cenno a quell'archetipo femminile per eccellenza che è Maria di Nazaret. Tutto quello che è necessario sapere di lei, nella sua autenticità documentaria biblica, senza inciampare nell'effervescenza devozionale o nella fantasia pirotecnica degli scritti apocrifi, ce lo offre uno specialista in questo ambito, Alberto Valentini, docente alla Gregoriana e al Marianum di Roma.
Il suo è un viaggio anche a ritroso, alla ricerca delle fondazioni anticotestamentarie di molti lineamenti del volto cristiano della Vergine Madre, e un itinerario prospettico sino al "grande segno" della donna incinta dell'Apocalisse, per entrare poi nella selva fitta della mariologia, una branca dalla teologia più significativa di quanto s'immagini, considerati i suoi nessi con la cristologia e l'ecclesiologia. Il Concilio Vaticano II non aveva esitato, in uno dei suoi documenti, la Lumen gentium, ad affermare che «Maria, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede» (n. 65).
1Andrea Milano, «Donna e amore
nella Bibbia», Dehoniane, Bologna,
pagg. 388, € 32,00;
1André Wénin, Camille Focant, «La donna,
la vita», postfazione di Sylvie Germain, Dehoniane, Bologna, pagg. 158, € 15,00;
1Alberto Valentini, «Maria secondo
le Scritture», Dehoniane, Bologna,
pagg. 500, € 40,00.