Libreria delle donne di Milano

l'Unità - 23 luglio 2008

Emma Castelnuovo, la matematica nel DNA
La storia: nipote di Enriques e figlia di Guido, la scienziata ultraottantenne ancora oggi continua a diffondere le sue idee. L'obiettivo? Mettere in movimento le nostre conoscenze irrigidite dalla scuola.
Michele Emmer

"Nel 1932 mi iscrivo all'università matematica: fisica. Ero sempre andata male in matematica; ho avuto per gli otto anni di scuola secondaria un insegnamento formale e ripetitivo. Andavo invece bene in fisica, con un altro professore. Ed io mi iscrivo a matematica e fisica con l'idea di passare a fisica: e invece, dopo un anno, sono passata a matematica.
Nel 1934-35 al 3° anno seguo il corso di. Federico Enriques. Ho ancora l quaderni di appunti, anche se era impossibile prendere appunti. Il nostro era un continuo esercizio a vedere con la mente". Non sono molti a "vedere con la mente". Chi scrive queste parole ha avuto Enriques come zio, Guido Castelnuovo come padre, due dei più importanti matematici italiani ben noti nel mondo. Emma Castelnuovo, che di lei si tratta, ha una vita piena di interessi e di idee. Una vita attivissima che continua, ovviamente. Come si fa a smettere di "vedere con la mente"?
Racconta Emma: "Nel 1938 fu proibito in Italia, ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ebrei di frequentare le scuole pubbliche e l'università. E fu proibito, naturalmente, ai professori ebrei di insegnare. Nelle grandi città come Roma, Milano...fu organizzata una scuola ebraica elementare e secondaria. Gli insegnanti erano di ruolo, allontanati dalle scuole pubbliche; io ero fra questi: avevo vinto il concorso nell'agosto del '38, e avevo perso il posto pochi giorni dopo". il Negli anni 1941-43 a Roma funzionò una università clandestina in cui insegnarono diversi matematici.
Una delle grandi idee di Emma Castelnuovo è quella di far "vedere con la mente" il maggior numero di persone. "L'obiettivo del libro è quello di far capire qualcosa di matematica e anche qualcosa del modo di ragionare del matematico a chi ha frequentato, e anche male, la scuola dell'obbligo". Ha scritto della presentazione del suo libro Pentole, ombre, formiche: in viaggio con la matematica (La Nuova Italia, 1993). Un viaggio "per soddisfare le curiosità partendo da qualche teoria suggerita da problemi di pentole, da osservazioni sulle ombre, e da riflessioni fatte da una formica pensierosa". Con lo scopo, che é da sempre la missione di Emma, di "abituare i ragazzi alla ricerca autonoma, proponendosi di svilupparne le possibilità di
osservazione, l'intuizione, il senso critico, e, in generale, alcune fondamentali attitudini di pensiero. Ciò è particolarmente utile nella vita di oggi che, diventando sempre più complicata, rischia di non essere compresa da una larga massa di persone, in tal modo relegate a un atteggiamento puramente passivo". Parole scritte nel 19 75 nella presentazione di quel libro straordinario: Matematica nella realtà (Con Mario Barra, Bollati Boringhieri) che raccoglieva i materiali delle prime mostre di matematica realizzate da Emma Castelnuovo nell'aprile del 1974 alla scuola media Tasso di Roma. Tutti i materiali della mostra sono stati trasferiti qualche anno fa a Sesto Fiorentino. Per l'occasione fu organizzato il convegno "Emmatematica".
Ma non del passato voglio parlare, ma del presente, del futuro di Emma Castelnuovo. Nel 2002 Emma decise che era necessario partire con una nuova iniziativa per continuare a diffondere le sue idee tra gli insegnanti. Ne parlò e da questa idea nacque la "Officina matematica di Emma Castelnuovo" che da allora è ospitata a Cenci, in Umbria.
Tre giornate di laboratori di matematica in cui "gli insegnanti che partecipano sono invitati a lavorare con le mani, a costruire figure geometriche con spaghi ed elastici, a piantare chiodi, per intuire quali curve presiedano alle leggi della probabilità e della frequenza, a fare bolle di sapone per scoprire le proprietà del cerchio e della sfera, a disegnare lune su un cerchio che ruota. Una vera e propria officina in cui si assemblano materiali e si confrontano idee, si costruiscono oggetti e si mettono in discussione pratiche didattiche. Per mettere in movimento le nostre conoscenze, troppe volte irrigidite dalla scuola".
Parole scritte nella introduzione di Franco Lorenzoni all'ultimo libro di Emma Castelnuovo L'Offìcina matematica: ragionare con i materiali (pagine 168, euro 18,00, edizioni La Meridiana, 2008).
In particolare nella prima parte del libro sono raccolte le lezioni che la Castelnuovo ha tenuto a Cenci dal 2002 al 2007. Con lo scopo di "aprire lo sguardo attraverso la matematica", per osservare (e bisogna imparare a farlo) e passare dal concreto all'astratto, alla matematizzazione del fenomeno osservato. Una delle grandi sfide del mondo contemporaneo la capacità di modellizzare matematicamente, sulla quale si misura e si misurerà la capacità dei paesi del mondo, su cui si basa in gran parte il loro sviluppo.
Senza grandi proclami, senza alte grida e facili entusiasmi Emma Castelnuovo si è da sempre proposta di far comprendere come si può "vedere con la mente". L'utopia di credere nelle capacità dell'umanità tutta.
E sappiamo quanto bisogno abbiamo di utopie.