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Da Via Dogana
numero 6, dicembre 1992
ZANZARE
DI SETA
Testi e teoria del Hu Shu, la scrittura segreta delle donne cinesi di
Jiang Yong
di Ilaria Maria Sala
Canzone
della "scrittura a zanzara"
Le storie sul broccato ci mettono in contatto:
migliaia di centinaia,
e c'è chi non crede che al mondo
possa esserci una cosa cosi strana.
Le ragazze cinesi sono brave a studiare,
hanno ricamato libri e trasmesso canzoni fino ad oggi.
Lettera
di Yi Nianhua a Hu Chizhen
Prendo il pennello e scrivo alla tua preziosa casa, cosi metterò
le mie intenzioni in fila.
Sei davvero un'ottima ragazza e mando queste parole alla tua preziosa
porta,
per sapere se vuoi unirti a me. Una volta giunta sulla soglia della tua
preziosa casa, alzo lo sguardo per ammirarne la composta dignità.
Sento la casa vibrare di armonia;
tutte le generazioni di fratelli e sorelle e nipoti
seguono con virtù i dettami dei doveri filiali.
Mi ritrovo ad essere gelosa, mentre ti scrivo:
è come se paragonassi gli immortali del cielo
con le figure degli scacchi! Marito e moglie sono insieme,
lunga vita e felicità.
Gli adulti e i bambini sono insieme,
in voi sono tutte le qualità possibili.
Sono arrivata, ho varcato la preziosa porta,
mi sono fermata alcuni giorni, e con parole lievi,
con parole delicate me ne hai chiesto il motivo.
Uno, due: con tanta delicatezza, mia eguale,
mi hai rivolto la parola.
Davvero, mia eguale, sei cosi cara.
Scrivo questa lettera alla casa della ragazza che possiede
tutte le qualità, verso dopo verso ti chiedo di venire a riempire
il mio cuore.
Nel mezzo della stanza siedo,
preoccupata, chiedendomi se gli immortali del cielo mi abbiano veramente
portata un'eguale o se vogliano solo
distruggermi
con questa illusione.
Perché ecco che il mio cuore corre già a te,
per offrirti quest'unione: uno, due, tre: invincibilmente unite sconfiggeremo
ogni
preoccupazione. Ecco, oggi ti arriverà questo libretto rosso,
che porta una preghiera:
vorrai unirti a me, ragazza,
appena trascorsa la Festa d'Autunno?
Vieni, varca le porte della mia umile casa
e fermati qualche giorno, per quanto questa sia brutta rispetto alla perfezione
della tua.
Tu, ragazza, sei di una famiglia superiore,
ogni rito da voi è svolto secondo tutte le regole.
Nel viaggio di ritorno, dopo essere stata da te,
ho pensato e ripensato a tutte le nostre buone promesse.
E' difficile non avere nessun dubbio, il nostro giuramento per essere
indistruttibile
dovrà percorrere un lungo cammino.
Dunque non serviranno mille andirivieni:
se la nostra unione è quella giusta,
durerà molti anni.
Mi inquieto, mi preoccupo, ora verrai e mi farai sapere.
Se tu vorrai, le nostre famiglie anche vorranno.
Il nostro giuramento diverrà come una cosa viva,
ed io verrò solo da te per aprire il mio cuore.
Patto
d'Amicizia
Il mio cuore è rosso di felicità! Come non riconoscere la
bontà di questa ragazza?
Mi riceve e parla lentamente,
leggendo a voce alta alcune righe,
ascoltarle mi riempie il cuore,
che diventa rosso di felicità.
Verso dopo verso le parole scorrono
così sagge.
Gli immortali celesti ci uniranno, noi due diventeremo invincibili. Sei
arrivata alla mia umile porta
ed io grata ti ho accolta.
Poi ci siamo separate, come due onde,
che seppure uguali, si infrangono lontane.
E' cosi diffìcile lasciarsi, è cosi diffìcile essere
separata da te.
Le mille cose del mondo
non valgono nulla in confronto a te.
Vorrei che potessimo parlare ancora ed a lungo,
non devi mai dubitare di questo.
Quando sono triste tutti si preoccupano per me,
ma se solo potessimo sederci una di fronte all'altra,
mi sentirei consolata.
A lungo l'idea dei nostri incontri mi ha sorretta, unica occasione per
liberare i pensieri che mi opprimevano. Ora leggo le tue parole che mi
parlano di un triste destino,
ed anch'io piango.
Vorrei che potessimo di nuovo essere
sedute una dì fronte all'altra,
con due fiori rossi in mano,
a parlare e liberare i cuori delle nostre preoccupazioni.
I brani qui
tradotti sono alcuni esempi di quello che veniva scritto utilizzando la
scrittura delle donne ora chiamata "nu shu". I problemi di traduzione
legati a questi testi sono notevoli e numerosi: la lingua trascritta dalle
contadine di Jiang Yong che utilizzavano il nu shu era il dialetto locale,
derivante dal mandarino; certe espressioni sono quindi difficili da rendere
in italiano: questa è dunque solo una fra le tante traduzioni possibili.
Un altro problema è dato dalle rime, ovviamente irriproducibili.
Inoltre, molte delle espressioni figurate sono alquanto oscure per un
lettore che non abbia familiarità né con il cinese né
con la particolare cultura della regione. Per quanto mi sembri doveroso
esporre questi problemi, non credo che ci si debba rifiutare per questo
di fare almeno dei tentativi, nascondendosi dietro una categorica "intraducibilità".
I brani che ho scelto, due lettere e parte di una canzone, sono piuttosto
rappresentativi della produzione in nu-shu. Le corrispondenze sono infatti
il corpus più consistente: certe, come nei casi proposti, servivano
per dare il via a patti di amicizia eterna che le donne del luogo avevano
l'abitudine di giurarsi vicendevolmente. Tali patti potevano essere di
due tipi: a volte due ragazze si univano molto strettamente ed in modo
altamente esclusivo; in questo caso si rivolgevano l'una all'altra chiamandosi
"mia eguale" ("tong", oppure "lao tong").
Queste unioni avvenivano con il consenso della famiglia, come possiamo
vedere nei brani riportati. In certe cose si nota una somiglianza simbolica
con i riti matrimoniali: il colore rosso, al quale si accenna con frequenza,
è in Cina il colore delle feste, specialmente di quelle matrimoniali:
infatti la cerimonia nuziale viene a volte indicata con il termine "faccenda
rossa" ("hong shi"). Durante gli anni precedenti il matrimonio
il rapporto creato con questo tipo di giuramento assumeva spesso un'importanza
enorme, fino al punto che le due ragazze si promettevano di non acconsentire
a sposarsi per restare sempre unite. Malauguratamente, i loro desideri
erano raramente presi in considerazione rispetto a questioni di questo
genere. Altre volte il patto poteva essere fra un numero più elevato
di donne, fino a dieci, e in questo caso si chiamavano l'un l'altra "sorella".
Cosi, successivamente alle lettere di "proposta", le ragazze,
non più abitanti nello stesso villaggio, si mantenevano in contatto
tramite lettera. Queste lettere sono in gran parte tristi, raccontano
i dolori della separazione in modo insistente: vivere l'esperienza di
rapporti di affetto cosi forti ed intensi ed esserne private era un evento
traumatico, difficilmente dimenticabile.
Due eguali dormivano nello stesso letto quando si recavano in visita nelle
rispettive case, come era usanza fra sorelle di sangue, prima del matrimonio.
In seguito si sarebbero invece viste costrette a dividere il letto con
un uomo sconosciuto, rispetto al quale erano piene di obblighi, il più
urgente dei
quali era di produrre un figlio maschio al più presto, per giustificare
la loro presenza nella casa del marito.
Le canzoni, generalmente dipinte su ventagli, avevano una funzione completamente
diversa dalle lettere. Venivano cantate durante le lunghe ore che le donne
del luogo passavano a ricamare e
a tessere, attività che svolgevano collettivamente: va ricordato
che in moltissime parti della Cina tradizionale le donne non prendevano
parte al lavoro dei campi, e tale segregazione casalinga forniva loro
frequenti opportunità per stare insieme, in un contesto puramente
femminile. Per accompagnare il lavoro era naturale intonare dei canti
o raccontarsi storie, spesso tratte dal repertorio classico cinese, ma
con una caratteristica: fra i testi scritti in nu shu pervenutici, vi
sono numerose traduzioni di storie originariamente scritte in caratteri
cinesi ("scrittura degli uomini"), in cui la protagonista fosse
una donna. A mio giudizio questo illustra bene come le tradizioni delle
donne di Jiang Yong avessero posto l'accento su di un auto-riconoscimento
di sé e del proprio valore, da parte delle donne stesse, in netto
contrasto con la tradizione più generalmente diffusa su territorio
cinese, dove gli spazi concessi alle donne in una società fortemente
sessista erano angusti e basati solo sulla sua funzione riproduttiva.
Tale funzione riproduttiva, va sottolineato, non era considerata completa
fino alla nascita di un figlio maschio: in tutta la Cina, fino ad oggi,
sono avvenuti casi di divorzio, dovuti all'accusa di sterilità
fatta dai mariti a donne che avevano partorito solo femmine.
Le canzoni, data la loro funzione completamente diversa dalle lettere,
avevano temi e toni più festosi, e quasi mai dolorosi: il canto
non era un momento solitario, ma privilegiato, di lavoro in mezzo alle
proprie amiche.
Ho scelto qui la canzone della "scrittura a zanzara", che è
un riferimento alla singolare forma dei caratteri nu shu, perché
mi sembra particolarmente divertente e pertinente la definizione che le
donne del luogo danno della loro scrittura, come di qualcosa che magari
è considerato piccolo, ma in un certo senso fastidioso... Il termine
nu shu è stato coniato in seguito, dagli studiosi, ed è
composto dalla parola "donna" ("nu") e dalla parola
"libro" ("shu"): none il termine adottato dalle donne
tra loro.
Un altro tipo di testi, qui non riprodotti a causa della loro lunghezza,
erano delle intere biografie di donne del luogo, che venivano scritte
sotto dettatura, da una donna ad un'altra. Non credo che una situazione
puramente repressiva ed oppressiva avrebbe mai potuto sviluppare esempi
cosi netti di rispetto e riconoscimento di sé, ed è per
questo che non condivido l'opinione corrente in Cina rispetto al nu shu
come prodotto "dell'orribile condizione di semischiavitù"
nella quale le donne erano costrette. Se questo fosse motivo sufficiente
alla creazione di una scrittura, le "scritture di donne" sarebbero
molto più numerose nel mondo. Evidentemente deve esserci stato
qualcosa di più. Prima di tutto una valorizzazione della propria
esperienza tale da far considerare lecito e bello lo scriverne ed il parlarne
con tanta intensità. Certo, questo non risolve in modo definitivo
il problema delle origini, anzi, pone numerosi problemi: quali sono le
caratteristiche speciali di Jiang Yong, che abbiano potuto consentire
lo svilupparsi di pratiche cosi inusuali? Vista superficialmente, tutta
la zona in cui questo fenomeno si è sviluppato non è cosi
diversa da molte altre zone della Cina rurale; rispetto alle donne, le
condizioni familiari di patriarcato, patrilinearità e patrilocalità
sono anche qui ribadite e confermate. Come hanno fatto dunque le donne
locali a sviluppare questi spazi indipendenti all'interno di una società
generalmente poco sensibile ad esigenze individuali, specie se femminili?
La ricerca in questo campo è ancora molto indietro, questo anche
a causa del fatto che in Cina ci si concentra soprattutto sulle origini
filologiche e non sociali della scrittura - va notato al proposito che
i ricercatori sono quasi esclusivamente degli uomini, con eccezione della
dottoressa Zhao, unica antropo-Ioga in mezzo ad archeologi, filologi e
studiosi di storia dei caratteri. Le ipotesi che mi sento di azzardare
con un certo margine di credibilità sono due. La prima ha un carattere
generale: negli ultimi anni, grazie al lavoro di ricerca di antropologi
e soprattutto di antropologhe americane, il quadro complessivo di analisi
della famiglia cinese si è arricchito di parti fino a qualche decennio
fa insospettabili. Sembra che le donne avessero adottato i rigidi dettami
familiari voluti dalla tradizione confuciana, rispettando però
certe caratteristiche regionali di costume, come nel caso delle consorernite
del delta di Canton; o come nel caso dello stretto rapporto che veniva
mantenuto con la famiglia materna per le ragazze della penisola dello
Shandong; oppure ancora le canzoni di insulti di resistenza al matrimonio
ritrovate nella provincia del Fujian: probabilmente si potrebbe continuare
a lungo. Quello che viene ora, gradualmente, alla luce sono dunque delle
pratiche non riformiste in modo totale delle tradizioni patriarcali, ma
senz'altro non ortodosse. Dato che per molto tempo ci si è affidati
a descrizioni maschili di famiglie "ideali", non è sorprendente
che le cronache ufficiali tacessero le eccezioni alla regola delle quali
erano a conoscenza.
Quindi il nu shu potrebbe inserirsi in questo più ampio contesto
di "anomalie" femminili, finora poco esplorate. Eppure un sistema
di scrittura resta una ricchezza culturale rara e sorprendente, per la
quale ancora non si sono trovate spiegazioni plausibili. Con molta probabilità
la pista più illuminante è quella che porta ad indagini
di tipo interetnico: infatti, nella zona circostante Jiang Yong convivono
tre diversi gruppi etnici: gli Han, che è spesso sinonimo di "cinese",
rappresentando la maggioranza etnica; gli Yao ed i Miao. Recenti indagini
hanno confermato l'esistenza di esempi primitivi di scrittura fra le donne
di alcune tribù Yao, e c'è chi sostiene che anche alcune
delle donne Miao seguano quest'usanza: si tratterebbe di ricamare, seguendo
un ordine cronologico, certi avvenimenti considerati fondamentali della
propria esistenza, utilizzando a questo scopo un numero limitato di simboli,
privi di valore fonetico, ma interpretabili senza difficoltà dalle
donne della tribù. Dal momento che mi è stata confermata
l'occorrenza frequente di matrimoni misti Han-Yao, con donne Yao maritate
all'interno di villaggi Han, credo sia ipotizzabile un fecondo incontro
di questa tradizione Yao di fissare eventi autobiografici, con la scrittura
Han, e che in quest'incontro sia nato il desiderio e la necessità
di una scrittura personale, privata, ad esclusivo beneficio delle donne.
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