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Sabato 11
dicembre, Libreria delle Donne - Circolo della Rosa
Incontro con Bianca
Pitzorno e presentazione del suo ultimo libro, La bambinaia francese (Mondadori,
Milano, 2004).
Jane Eyre
e 'La bambinaia francese'
Non
un libro per ragazzi, ma che da ragazzi si può cominciare a leggere.
Un racconto denso e avvincente, ma soprattutto un'occasione per riflettere
sulla società. "Ho desiderato scriverlo fin dall'adolescenza,
quando ho letto per la prima volta Jane Eyre." Queste le parole dell'autrice.
E proprio dall'eroina di Charlotte Brontë prende vita 'La bambinaia
francese', l'ultima creazione di Bianca Pitzorno, presentata sabato 11
dicembre alla Libreria delle Donne nel corso di un'appassionata discussione
moderata da Liliana Rampello.
a
cura di Serena Fuart
Accolta e
applaudita da un pubblico anche molto giovane, l'autrice Bianca Pitzorno
un'ora prima di presentare la 'La bambinaia francese', suo ultimo romanzo,
ha voluto omaggiare i suoi piccoli lettori firmando autografi sulle copie
del libro andato a ruba.
Non un libro per ragazzi ma un libro che da ragazzi si può cominciare
a leggere, queste le parole di Bianca e di Liliana Rampello, moderatrice
della serata, che danno inizio all'incontro di discussione, sabato 11
dicembre presso la Libreria delle Donne - Circolo della Rosa.
Come presentare
Bianca? E' un'archeologa oltre che scrittrice e studiosa, destinataria
di numerosi riconoscimenti tra cui va ricordata una laurea ad honorem.
Liliana Rampello racconta di averla conosciuta inizialmente dalle letture
di sua figlia. In seguito ha potuto incontrarla di persona essendo stata
una co-autrice assieme a lei di 'Storie nelle mie storie' per l'editore
Pratiche, un testo più volte ristampato, "
un'autobiografia
dove è possibile incontrare Bianca quando da piccola, alle sue
prime esperienze di lettura, quando si divertiva e giocava con le parole".
"Bianca conosce bene il significato di 'orecchio aperto, non presuntuoso,
ma curioso' Dice ancora Liliana descrivendo la grande attenzione che la
scrittrice riserva all'esperienza altrui, la sua disponibilità
all'ascolto e alla relazione. "Anche la disponibilità è
un'arte - dice Liliana -, è l'arte della relazione".
Bianca non si può definire una scrittrice per bambini. Non si rivolge
a loro come adulti un po' mancanti, al contrario, fa continuamente appello
alla loro intelligenza.
Come sono i suoi romanzi? Bianca Pitzorno ama soprendere il lettore ma
non lo fa soltanto con le trame intrecciate e storie avvicenti che riesce
a creare "Quello che mi colpisce - dice Lilli - è che qualsiasi
cosa scriva, che riguardi il passato o il futuro ci si riferisce sempre
al presente. E' in grado di costruire le ambientazioni più diverse
ma il filo che le guida è l'attualità."
Capace di far leva su documentazioni storiche molto solide, i suoi scritti
ricostruiscono adeguatamente scenari passati stimolando nello stesso tempo
riflessioni e critiche sulla società attuale.
"Dà giudizi durissimi, spesso spietati ma di grande rilevanza
- afferma Lilli - . La sua non è letteratura pedagogica, al contrario
scritti che riflettono la sua capacità di indignarsi. Bianca è
una donna che si indigna. Riesce a vedere aspetti della nostra realtà
spesso non vengono colti."
Bianca
Pitzorno
Nata a Sassari nel 1942 e vive e lavora a Milano. Laureata in Lettere
Antiche a Cagliari, dopo essersi occupata per qualche anno di archeologia,
si è trasferita a Milano per frequentare la Scuola Superiore delle
Comunicazioni Sociali, dove si è specializzata in cinema e televisione.
Da l970 al 1977 ha lavorato alla RAI di Milano come funzionario addetta
ai programmi televisivi culturali e speciali, cioè per bambini
e ragazzi. Anche dopo aver dato le dimissioni ha continuato a collaborare
con la RAI, oltre che con la televisione Svizzera italiana. Tra i suoi
programmi più conosciuti ci sono 'Chi sa chi lo sa?', 'Il dirondolando'
e 'L'albero azzurro'. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 1970 e dal
1977 fa la scrittrice a tempo pieno. Rivolti per lo più ai ragazzi
dai dieci ai quattordici anni i suoi romanzi tra cui Ascolta il
mio cuore, La bambina col falconee La voce segreta.
I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Germania e Spagna. Va spesso
a Cuba, dove fa da madrina laica a molte bambine. Fino ad oggi ha pubblicato
solo un libro per adulti, ma più di 30 per bambini e ragazzi.
La bambinaia
francese
Un testo spesso e proprio perché così spesso capace di infondere
fiducia al suo lettore e lusingarlo. In un'Italia che certo non si distingue
per il numero di lettori, un grosso libro è solo per chi vorrà
e 'sarà in grado' di leggerlo. Questo l'atto di fiducia e di stima
da parte di Bianca verso il lettore.
'La bambinaia francese' è un libro complesso, a sfondo storico
- racconta Liliana - . Il contesto che rimanda all'illuminismo della rivoluzione
francese e letteratura classica (Balzac, Dickens). La trama è fitta,
in cui tutto vi è spigato dentro. I personaggi hanno contorni netti
e puliti e si fanno conoscere con la lingua dei loro sentimenti"
Come viene
ideato? La bambinaia francese prende di petto un grande testo di
letteratura, 'Jane Eyre', la governante più famosa dell'ottocento,
un'opera di Charlotte Brontë.
Il libro di Bianca non è la sua continuazione ma è 'a parte'.
"Ho desiderato scriverlo fin dall'adolescenza, quando ho letto per
la prima volta Jane Eyre ", dice l'autrice. E proprio da Jane Eyre
si parte per raccontare la storia della piccola Adèle, la bambina
francese, figlia di Mister Rochester e di una ballerina parigina, e la
sua bambinaia Sophie.
Quelle che la scrittrice inglese ritrae come frivole signorine francesi
vengono riabilitate e diventano le protagoniste ribelli e coraggiose di
questo romanzo. "Le protagoniste sono la bambina e la bambinaia e
la madre - continua Lilli - che sono personaggi del romanzo di Jane Eyre,
figure però che compaiono poco. Nel raccontare questa storia Bianca
cambia prospettiva sul libro della Brontë. Certi personaggi cambiano.
Il bersaglio nascosto del libro è Jane, l'istituttrice più
famosa dell'Ottocento, personaggio che non sta molto simpatica a Bianca".
Perché?
Jane era una donna forte e indipendente, qualità molto apprezzate
da Bianca, tanto che sul tema della libertà e dell'indipendenza
femminile Bianca scrive molto a lungo in un articolo di Via Dogana n.55
del giugno 2001 'La forza delle bambine - Pippi Calzelunghe e le sue antenate'.
Nell'affascinate
scritto, Bianca analizza alcuni successi letterari a partire dal capolavoro
della scrittrice svedese Astrid Lindgren (che vinse nel 1958 il premio
Andersen) per continuare con altri romanzi scaturiti dal genio di donne
e uomini, in cui le protagoniste riscossero successo e approvazione grazie
alla loro forza, determinazione e desiderio di indipendenza. In loro un
vastissimo pubblico piccole lettrici si è identificato, trattavasi
per lo più di bambine e adolescenti su cui tradizionalmente famiglia,
società e coetanei maschi hanno da sempre esercitato controlli
e prepotenze di ogni tipo. Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carrol,
Jo March, protagonista di Piccole Donne, di Louisa May Alcott e Mary Lennox
del Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett, sono alcuni casi presi
in esame da Bianca.
Non solo ragazzine ma anche protagoniste più mature tra i libri
di metà ottocento sono tra figure modello che incantano le adolescenti.
Tra queste, Bianca menziona anche di Jane Eyre, presentandola come una
donna dalla forte aspirazione all'indipendenza e alla libertà.
Ma Jane Eyre
è anche intrepida e fiduciosa nelle sue forze. Cosa allora non
piace a Bianca? "Il non fidarsi del legame con altre donne e il suo
vivere isolato".
"Ho
riflettuto varie volte su Jane Eyre - racconta Bianca -, affrontarla di
petto non vuol dire non mi sia piaciuta anche per questo mi ci sono confrontata.
E' molto attuale. Quello che però mi ha indignato fin da subito
è che, nonostante i patimenti sofferti da bambina, non fa nulla
per cambiare le cose alla piccola Adèle"
Affidata come ospite indesiderata alla famiglia di una zia, Jane cresce
nell'odio e nelle privazioni. E' inviata in un collegio di infimo ordine
e vede molte sue compagne morire per gli stenti patiti e riesce a sopravvivere
solo grazie alla sua indole e alla sua forza.
Nonostante Adèle non abbia un'infanzia più facile della
sua, Jane rimane fredda e, nello svolgersi della storia, la bimba altro
non diventa che un impiccio nella sua storia d'amore
"
Ma cosa pensa
più precisamente Bianca di Jane e come parla di lei attraverso
'La bambinaia francese'? Sophie è la bambinaia attraverso cui viene
raccontata la storia. La bambinaia per tradizione è la tutrice
del corpo della bambina anche se poi, per forza di cose, occupandosi delle
questioni strettamente fisiche finisce per prendersi cura anche degli
aspetti 'spirituali' della ragazza.
"Jane Eyre - dice Bianca - si conforma alla morale del tempo, ha
un carattere servero, non ha nessuna pietà la pazzia di cui è
vittima la leggitima consorte dell'amante Rochester. Questa, segregata
nel castello dell'uomo a Thornfield e opportunamente sorvegliata - fa
notare Bianca - come moltissimi altri casi, più che originariamente
malata, a forza di considerarla tale lo diventa davvero".
"Nonostante quest'avversione per la pazzia - continua Bianca -, Jane
considera invece normali i comportamenti dell'amante, Rochester anche
se è stato tranquillamente capace di nascondere tra le soffitte
del suo palazzo una moglie ancora in vita, rinchiusa per l'appunto come
pazza, ma ancora sua legittima consorte.
Jane ha altre contraddizioni: è una donna moderna ma vuole essere
mantenuta dal marito, non accetta relazioni clandestine, l'amore vince
tutto, eppure sta con un uomo sposato"
"Non è simpatica, mi fa pena - conclude Bianca -. La mia vendetta
comunque si incentra sul suo disprezzo della Francia romantica e illuminata,
che lei considera frivola".
Si parte
quindi dall'infanzia di Sophie in Francia, patria della Rivoluzione Francese,
quadro storico descritto con meticolosa precisione e straordinaria vivacità.
Le vicende della piccola Sophie, figlia di un tipografo analfabeta, di
Toussaint, schiavetto-giocattolo, si intrecceranno con quelle di altri
personaggi caratteristici e tra loro molto diversi, che, dallo spirito
rivoluzionario dei diritti dell'uomo, trarranno forza e spunto per solidarietà
incrociate capaci di superare i pregiudizi di classe sociale, di razza,
di sesso.
Rivendicare
valori illuministi e lotta romantica che ha abolito la schiavitù,
ha introdotto il divorzio e ha faciliatato la situazione femminile, questi
gli obiettivi di Bianca. Valorizzare le conquiste che andarono però
subito perdute al momento in cui Napoleone ripristinò la schiavitù
e con il suo codice ridusse la donna a un mero oggetto del marito, privandola
di appoggi e protezioni. Napoleone favorì quindi ogni tipo di costrizione
femminile a partire naturalmente dal corpo. "Questa situazione non
è qualcosa che riguarda solo il passato - dice ancora Bianca -
. Oggi con i nuovi governi sta succedendo la stessa cosa".
Non solo
trame coinvolgenti ma un ragionamento sulla civiltà e progresso
dove personaggi della letteratura si uniscono a personaggi inventati dall'autrice
e a personaggi politici. Personaggi che fin dal loro primo apparire, racconta
l'autrice, hanno un destino segnato dalle vicende e dall'intreccio che
neanche la sua volontà può modificare.
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