Libreria delle donne di Milano

Circolo della Rosa,
dal 16 ottobre 2004

ANTONELLA PROTA GIURLEO
Il luogo della Dea, installazione, 2004, dimensioni variabili

L'opera vuole costituire uno spazio che renda il senso del divino femminile riprendendo colori, attributi e simboli della Dea.

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La natura triforme della dea è resa attraverso i colori che già dalla Preistoria la definiscono: il nero, il rosso e il bianco. Il nero rappresenta la nascita ( si viene al mondo dal buio del ventre materno), il rosso la vita (il sangue che scorre nelle vene); il bianco la morte (le ossa) (vedi Christa Wolf in Premesse a Cassandra)
Nell'installazione anche le forme rappresentano la natura della Dea: il quadrato è, secondo Arturo Shwarz, la rappresentazione più antica della madre Terra mentre il triangolo fa parte della simbologia della Dea nel suo più ampio aspetto triforme. "…Il triangolo è la vulva - scrive Marija Gimbutas
Esistono anche riferimenti inconsci alla Dea nel mio lavoro, modalità e tecniche che utilizzo abitualmente e che, nello studio attraverso la ricerca effettuata da Gimbutas, ho riguardato con altri occhi. So che forme simboliche possono trasmettersi inconsapevolmente attraverso una memoria atavica; mi piace immaginare e ritengo possibile che, pur non conoscendo più i significati originali, una donna, io, possa utilizzare forme proprie del divino femminile.
Uno di questi elementi è la forma a zig zag, che nasce dallo strappo delle carte che utilizzo per realizzare i collages. Scrive Gimbutas: " …Nell'iconografia di tutte le ere preistoriche europee e del mondo intero, l'acqua è resa con motivi a zig zag… Altro elemento che utilizzo è la rete; non amo i materiali sintetici, tuttavia la retina di plastica che avvolge la frutta o la verdura nelle confezioni mi ha attratta. Della rete scrive Gimbutas: "… Nel Neolitico antico compaiono contemporaneamente il motivo a rete e la pittura su ceramica… La rete dovette essere un simbolo dell' acqua della vita e nelle statuette simboleggia probabilmente il potere della Dea di dare la vita…"
C'è un elemento che utilizzo affidando ad esso la simbologia delle relazioni, il filo, i fili. E' una scelta cosciente che riprende modi di dire e simbologie antiche come il filo della vita, il mito delle Parche e l'arte della tessitura, da sempre associata al femminile; già dal neolitico i simboli della dea compaiono sui fusaioli.
Tessere i fili delle relazioni tra donne, tra donne e uomini, tra passato, presente e futuro, per contribuire a rafforzare quel "forte filo ininterrotto di amore, ammirazione ed esempio da madre a figlia, da donna a donna, di generazione in generazione" di cui scrive Adrienne Rich, filo che permetta a tutte le donne e, di conseguenza, a tutte le persone, di muoversi nel mondo in libertà.