Libreria delle donne di Milano

Sabato 7 maggio 2011, ore 18,00
Libreria delle Donne, Circolo della rosa
Sessualità, prostituzione, post-porno femminista

Introduzione
di Laura Colombo

"Buonasera a tutte e grazie per essere venute.

Io vorrei brevemente rendere conto del percorso che io e Sara, insieme ad altre donne che sono presenti qui, abbiamo fatto in questi mesi per arrivare a questo incontro. Parlo per me, naturalmente, ma quello che racconterò è un percorso collettivo.

Ci siamo mosse da quello che occupa maggiormente la scena massmediale. Da quando Veronica Lario (e successivamente Patrizia Daddario) ha svelato quello che era già sotto gli occhi di tutti, ovvero il nesso tra sesso potere e denaro nella gestione della cosa pubblica, moltissime donne hanno aperto spazi di discussione e riflessione, ci sono stati convegni, incontri, manifestazioni, spazi web di discussione, ecc. Alcune brave giornaliste - prima fra tutte Ida Dominijanni - hanno portato il discorso massmediale al cuore della faccenda: il rapporto maschile col potere e col denaro, la sessualità maschile come questione politica. A onor del vero, c'è stato qualche uomo che è arrivato al nodo della questione maschile (1) a fronte però di una classe politica (di destra e di sinistra) che giudicava lo "scandalo" una cosa privata con tutto il giornalismo "mainstream" al seguito, almeno fino al momento in cui è arrivato il reato penale (e qui per inciso mi pare che la sinistra abbia cavalcato la tigre per far fare ai giudici quello che non ha saputo o voluto fare in prima persona).
Così abbiamo iniziato a conoscere dai giornali i discorsi delle ragazze di Arcore, letto interviste a escort e prostitute, figurato cene e festini, sempre sul filo della separazione fra pubblico e privato, fra perbene e permale, fra politica e morale ecc.
Noi abbiamo sempre voluto evitare il giudizio, d'accordo con Luisa Muraro che le ragazze non sono complici né vittime ma una controparte, in un sistema sociale strutturato profondamente sul nesso che dicevamo. Al di là di ogni giudizio, volevamo metterci in ascolto delle loro parole per cogliere il filo di libertà e di autodeterminazione che ci pareva di intuire, per capire meglio le loro domande, i loro bisogni, per capire quanta intima vicinanza c'è con noi e quali sono le differenze, la lontananza.
Per questo il web è una miniera: abbiamo visto siti e blog di escort, abbiamo letto parole forti, che Laura Modini del gruppo "Donne di parola" leggerà per noi. Sono quelle di Cristina, una escort che lucidamente sta dentro il sistema sesso-denaro-potere e in modo preciso ne rivela i meccanismi, pagandone un prezzo alto.
Abbiamo capito che la liberazione sessuale, unita all' emancipazionismo, può portare le donne a sfidare gli uomini sullo loro stesso terreno, se si tiene il denaro come unica misura del valore di sé. Sara poi riprenderà questo punto fra poco.

Con gioia però abbiamo scoperto che c'è molto altro, non registrato dal discorso massmediale, focalizzato sulla mercificazione e sui "guai" che patisce la democrazia rappresentativa. Per molte giovani donne che fanno parte di collettivi femministi e non solo, la sessualità è:
- una ricerca di sé attraverso l'esplorazione del proprio desiderio sessuale;
- fare i conti con le proprie ossessioni e con l' immaginario, per esempio un immaginario sessuale ancora intriso di dominio, visto che per le donne il processo di liberazione è iniziato da poco (fino a pochi decenni fa il delitto d'onore era ammesso, la donna usciva di casa solo col matrimonio, i rapporti prematrimoniali erano stigmatizzati ecc..), e i tempi per un cambiamento nel profondo sono più lunghi rispetto ai cambiamenti manifesti nella società;
- un progetto politico di cambiamento a partire da sé e dall'eredità del femminismo;
- un attraversamento ironico degli stereotipi della femminilità;
- una sessualità giocosa e libera;
- …………………………

Stefania Doglioli, che ringraziamo di essere qui, è una sociologa e tra le altre cose è redattrice della rivista online XXD, fondata e diretta da Daniela Danna. Ci ha fatto conoscere il post-porno femminista nei suoi articoli che descrivono festival di cinema e progetti di ricerca. Naturalmente ci parlerà di cos'è e cosa rappresenta nel panorama politico di oggi. Io volevo solo dirvi che prima vedremo un paio di frammenti di "Dirty Diaries", un progetto di Mia Engberg, femminista svedese, che ha chiesto ad una serie di donne (artiste, cineaste e attiviste) di girare un film erotico per mostrare nuove immagini di sessualità al femminile. Lei ritiene che oggi sia il momento di porre un cambiamento a partire dalle donne, perché lo sguardo maschile, nella sessualità, ha creato un'immagine femminile a misura del piacere dell'uomo. Sono 12 cortometraggi girati col telefonino, noi vedremo un pezzo del primo, intitolato Skin e l'ultimo, intitolato Come together.
Abbiamo anche conosciuto una donna, Mariatinka, presente in sala, che fa una ricerca artistica col suo compagno in ambito postporno, lavorando su internet attraverso foto, video. Il loro progetto si chiama Rosario Gallardo. E ha un blog personale sul Burlesque, leggeremo più tardi un suo post molto bello per darvi un'idea.

Insomma, ci sono molte cose. Noi abbiamo trovato, in internet e negli incontri avuti con alcune donne, molta creatività e passione politica. Naturalmente non vogliamo tratteggiare una separazione, una parte "buona" e una "cattiva", il post-porno o il burlesque sì, le escort no. Si tratta piuttosto di un continuum, di un discorso complessivo sulla sessualità che bisogna iniziare a far uscire: noi, prima di iniziare questo percorso, avevamo in mente solo quello che il dibattito pubblico (femminista e non) passava, spesso in tono moralistico. Noi diciamo: alziamolo questo coperchio dove ribolle ciò che si vuole tenere ammansito, mettiamo in gioco questa parte intima e ne vedremo delle belle. Noi - per esempio - abbiamo visto che la fiammella della libertà femminile, accesa dalle nostre madri proprio partendo da un discorso sulla sessualità, continua il suo corso ed è sempre ben alimentata. E questo ci fa sorridere di gioia.
Lascio la parola a Sara.

(1) Penso agli uomini di Maschile plurale, ad articoli apparsi su Via Dogana come le 10 domande di Alessio Miceli, al sito Dea …