Libreria delle donne di Milano

Altri motivi. (Perché non mi sono alzata in piedi)
Luisa Muraro

Sabato sera, 2 aprile, durante il programma L'infedele della Sette, condotto da Gad Lerner, è arrivata la notizia della morte del papa; un vescovo che partecipava alla trasmissione, Alessandro Maggiolini, ha letto un salmo, tutti si sono alzati in piedi, io invece sono rimasta seduta. Questo fatto è stato notato ed ha ricevuto una sola spiegazione, che io non ero d'accordo con la preghiera per il morto né con il morto.
Se fossi poetessa, a questo punto scriverei una poesia. Per fortuna la poesia c'è già, l'ha scritta, guarda caso, una compatriota del papa defunto, Wislava Szymborska, premio Nobel, s'intitola La moglie di Lot, ricordate chi è: la donna della Bibbia, non sappiamo il suo nome, che fu cambiata in una statua di sale perché, fuggendo da Sodoma e Gomorra in fiamme, si è girata indietro, contro l'ordine divino. È lei che parla e dice:

Guardai indietro, dicono, per curiosità,
ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi.

Altri motivi, quali? Tutta la poesia altro non è che una risposta a questa domanda, un elenco di motivi diversi da quell'unico che dà la Bibbia. Dice la moglie di Lot: "potrei essermi girata per distrazione, allacciandomi il sandalo, oppure per distogliere lo sguardo dalla nuca del mio bravo marito, oppure per l'improvvisa certezza che se fossi morta, lui non si sarebbe neppure fermato", proprio come Enea (aggiungo io) il quale fuggendo da Troia in fiamme per andare a fondare Roma, perde la moglie, un incidente che capita agli uomini molto zelanti, si direbbe. "Potrei essermi girata, continua l'anonima, per la disubbidienza degli umili", testuali parole, molto belle, si pensa subito ai bambini, oppure "per tendere l'orecchio agli inseguitori, oppure per vedere speranzosa se Dio non ci avesse ripensato…" ecc., ecc. fino alla fine, quando spiega il vero motivo: non ce la faceva più a correre, era rimasta indietro, la strada era diventata impraticabile, l'aria irrespirabile, "mancandomi l'aria mi rigirai più volte, chi mi avesse visto poteva pensare che danzassi, non escludo che i miei occhi fossero aperti, è possibile che io sia caduta con il viso rivolto alla città".
Il motivo finale, ossia il racconto di come sono andate veramente le cose, che poi anch'io farò, non elimina i motivi possibili, sarebbe come cancellare la poesia. Non si può neanche dire che il motivo finale sia più vero di quegli altri, perché il veramente vero non è in un fatto determinato, ma è in quel fatto lì guardato sullo sfondo di tante altre possibilità, da uno sguardo che sa che le cose umane sono molto complicate. Il veramente vero è nello sguardo che "ascolta" quello che vede per sentire, dentro di sé, che cosa può voler dire quello che sta guardando. Potrei non essermi alzata in piedi perché stavo male, sono una donna anziana e mi capita di stare male e di dover restare seduta dove sono, finchè passa. Oppure perché mi piace pregare seduta. Potrei averlo fatto, chissà, per simpatia con il vescovo Maggiolini che si era alzato sulle gambe malferme, per convincerlo a restare seduto anche lui e a non fare quello sforzo. O perché sono una donna che non ha bisogno di mettersi sull'attenti per onorare i morti, e volevo farlo vedere, che sono una donna, in quel posto così pieno di uomini. Poteva essere che volevo finalmente pensare al morto e fare pace con lui dentro di me… "Guardai indietro per tutti questi motivi. Guardai indietro non per mia volontà." Racconto come sono andati i fatti. Quando la notizia della morte del papa è arrivata negli studi televisivi, e ci arrivò subito, prima ancora che in piazza San Pietro, noi partecipanti eravamo in pausa pubblicità, occupati a bere acqua e a parlottare. La notizia girava dall'uno all'altro, a stento, senza apparente emozione, ma non posso giudicare gli altri, io ho pensato: parliamo di lui, prima che riprendano le riprese, c'era una cosa che volevo dire al conduttore: adesso sì che il papa ha un rapporto privilegiato con la trascendenza, adesso che è passato di là e non è più il papa… Questione di secondi, perché si è posto subito il problema di organizzare qualcosa per quando le telecamere fossero tornate a riprenderci. Qualcuno ha l'idea che il vescovo legga qualcosa, ma che cosa? il vescovo non ha libri sacri con sé, allora Maria B., da me invitata lì per avere un'amica vicina, tira fuori dalla borsa un libretto con il vangelo e i salmi ("me lo porto sempre dietro", mi ha confidato poi), il vescovo chiede che gli si trovi fuori il salmo 41 anzi 42, "Come la cerva anela ai corsi d'acqua", trovato appena in tempo, tutti al loro posto, i riflettori si accendono, tutti si alzano e Maggiolini comincia a leggere. A me sembrava tutto finto e rimasi seduta, poi in realtà il testo, inutile dire bellissimo, mi entrava dentro, e sono sicura che questo era vero anche per le persone presenti, o una parte di loro, non posso saperlo, e sono rimasta seduta ad ascoltarlo, pensando più a mia madre che al papa, devo dire, ma non in estasi, tutt'altro, ero consapevolissima della mia postura un po' irregolare ed altrettanto decisa a restarci, perché io non credo nei gesti convenzionali miei o altrui, credo di più nella spontaneità. Vero è che stare seduta, da parte mia, non era spontaneità, spontaneo sarebbe stato fare come gli altri, ma ero, sono troppo stufa di vedere e ascoltare gente che fa teatro intorno alla religione. Stufa orba, come si dice dalle mie parti.

La moglie di Lot si può leggere in Wislawa Szymborska, Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998, pp. 117-118.