Libreria delle donne di Milano

09 Ottobre 2010

Alla scoperta del Nu Shu, linguaggio segreto delle donne cinesi

di serena Fuart

Una serata per riscoprire Nu Shu, il linguaggio segreto delle donne cinesi, quella di sabato 18 settembre alla Libreria delle donne di Milano. Nel corso dell'incontro sono stati proiettati due documentari che hanno introdotto i presenti nella dimensione della scrittura cinese intrisa della cultura delle donne cinesi. A concludere la discussione un meraviglioso buffet tutto cinese preparato da Zhang YouMang amico di Laura Modini, una delle organizzatrici dell'incontro, e ottimo cuoco.
A presentare la serata, Reine Berthelot presidente e Laura Modini cofondatrice della nuova Associazione Yuemo - Il piacere dell'inchiostro (www.yuemo.it) che si propone di diffondere la cultura estremo orientale partendo dalla elegante calligrafia cinese, diffusasi poi anche in Giappone e Corea.
Cos'è il Nu Shu? "E' un antico linguaggio segreto delle donne cinesi usato per esprimere e trasmettere emozioni. Nasce dalla trascrizione di versi e canzoni tradizionali che le donne Yao delle contee di Jianyong e Yongming (Hunan) usavano cantare durante i lavori di tessitura. Inizialmente per lo più fu fatto circolare dalle donne paesane con i piedi fasciati. Furono proprio loro, donne analfabete e senza educazione ad inventare questo unico sistema di scrittura. Per contrasto definirono la scrittura cinese "Nan Shu", ovvero "scrittura dei maschi". I mariti non erano in grado di comprendere i significati della scrittura delle loro mogli, anzi non la tenevamo minimamente conto perché le consideravano esseri inferiori. E fu proprio per questa profonda discriminazione a rendere sconosciuto il Nu Shu per secoli: una sub-cultura tutta al femminile in un mondo patriarcale" (fonte: http://www.pinkblog.it/post/5568/nushu-la-lingua-segrete-delle-donne-creata-per-esprimere-emozioni)
Durante l'incontro, con il sostegno della Associazione Lucrezia Marinelli, sono stati proiettati due documentari. Il primo aveva come protagonista Laura Modini e alcuni altri allievi dell'Yuemo. Nel video i protagonisti, alle prese con la loro quotidianità, trovavano meditazione, pace e tranquillità nell'attività della scrittura. "La traduzione in "calligrafia" rende poco l'idea di quella che effettivamente è questa pratica - si trova scritto sul sito dell'Associazione - Nella tradizione, scrivere consiste nell'appropriarsi e nel perfezionare un gesto che lascia una traccia".
"Come qualsiasi pratica che richieda un'iniziazione, la calligrafia non consiste solo in un arduo apprendimento individuale ma anche nella condivisione di piacere e emozioni. Per esemplificare il tipo di percorso potremmo confrontarla alla musica o alla pratica di un arte marziale.
La calligrafia orientale sviluppa la percezione di momenti, di movimenti che il calligrafo anima nella sua arte"
I protagonisti hanno raccontato sia nel video che durante la serata la loro esperienza. Scrivere è un po' come suonare uno strumento: ci vuole una certa postura, concentrazione e dedizione. E' un modo per evadere dalla realtà caotica della grande metropoli e immergersi in un mondo di piacere ed emozioni avvicinandosi alla ricca cultura orientale.
E' stato poi proiettato il documentario NuShu - Il linguaggio segreto delle donne cinesi della regista Yang Yue-Qing, (55', Francia/Cina 2007): la parola di docenti universitari e esperti si alternava a quella di donne del popolo. Un documento prezioso per spiegare bene l'origine di questa pratica e le condizioni in cui vivono e vivevano le donne cinesi.
La protagonista del documentario è una donna di 86 anni, Huan Yang Yi, ultima sopravvissuta nella provincia dell'Hunan che sa leggere e scrivere il Nu Sh.
Attraverso i suoi racconti è stato possibile scoprire come si sia ingegnata per sopravvivere ed è stato possibile comprendere l'importanza del rapporto con le compagne nella resistenza in un contesto in cui le donne sono ancora sotto l'oppressione degli uomini. Si tratta di una relazione molto forte, caratterizzata da reciprocità e affidamento le une verso le altre. Questi rapporti, le emozioni e la sofferenza sono comunicati attraverso questa lingua segreta.

"Il fenomeno chiamato "Nu Shu" ("scrittura delle donne") pare essersi sviluppato durante il XVII secolo nella provincia cinese dello Hunan, la quale, precedentemente abitata dalla minoranza Yao, viene conquistata dai cinesi che vi impongono la loro cultura confuciana patriarcale - scrive Elena Refraschini su www.liberamentemagazine.org - Le donne Yao, abituate alla loro indipendenza, decisero di creare una scrittura per comunicare tra di loro all'insaputa degli uomini. Questo nuovo alfabeto recava, a differenza degli ideogrammi cinesi prevalentemente squadrati, tratti curvilinei e sinuosi, tanto da venir scambiati per disegni (tanto più che le donne solevano ricamarli sui vestiti, senza che gli uomini potessero decifrare nulla)".
Il linguaggio è formato da 7.000 caratteri e tramandato di madre in figlia. Veniva cantato durante le riunioni delle donne in cucina o durante il ricamo: esprimevano poeticamente ma con un linguaggio quotidiano le emozioni femminili e le difficoltà del dover accettare il dominio maschile (e l'obbligo del silenzio) giorno dopo giorno.
"La nuova scrittura veniva usata prevalentemente per donare conforto ad una "consorella" nel momento del bisogno, come per esempio dopo un matrimonio combinato. Sono noti, a questo proposito, i così chiamati "Libri del terzo giorno": testi inviati alle spose nel loro terzo giorno di matrimonio per incoraggiarle a resistere alle fatiche della vita coniugale e domestica - in quanto per le donne del tempo, il matrimonio significava un inevitabile passaggio dalla sottomissione al padre alla sottomissione al marito. Più in generale, però, questa scrittura rappresentava l'espressione di un non ignorabile desiderio di comunicazione e quindi di vita da parte delle donne sottomesse, le quali furono così capaci di stabilire rapporti esclusivi e privilegiati tra di loro. Questa scrittura rappresentava un modo di difendersi dagli uomini e dava un senso alla vita stessa. Furono le donne analfabete e senza educazione formale a inventare questo originale e unico sistema di scrittura, che mantenne il suo segreto per secoli grazie proprio alla discriminazione di cui le donne erano oggetto quotidianamente, in quanto considerate esseri inferiori, che servivano solo per la procreazione e per soddisfare i desideri degli uomini"