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Marzo 2012
"Quali generi?" Incontro organizzato dalla Provincia
di Mantova per gli Istituti Superiori della città
Differenza
sessuale e parità di Sara GandiniLa
differenza principale tra un uomo e una donna è nella relazione della donna
con la madre: ogni donna è stata messa al mondo da un'altra donna, che
è del suo stesso sesso, ed è a sua volta potenzialmente madre. Mi
riferisco al significato che questa cosa ha nella nostra vita, al suo aspetto
simbolico, non all'aspetto biologico. Tra la bambina e la madre si instaura una
relazione che lascia posto per altro. Una donna e la sua bambina si parlano un
linguaggio in cui è presente la possibilità di un'altra creatura:
il regalo di una bambola alla bambina dice questo. Io ricordo che a mia figlia
ho proposto macchinine, ruspe, spade
inizialmente avevo il mito dei modelli
paritari ma lei non li ha mai guardati, solo bambole e pupazzi, che immediatamente
prendevano vita e con cui lei instaurava i più svariati tipi di rapporti.
Questa esigenza nasceva dal bisogno di mia figlia di fare i conti con me, con
le maestre, con le donne che incontrava perché tutto questo aveva a che
fare con sé stessa, con il fatto di essere femmina. La differenza principale
dunque sta nella relazione con la madre. Madre e figlia appartengono allo stesso
sesso e questo conta, nei conflitti, nel modo di stare nel mondo, nella relazione
con gli altri, nel processo di identificazione e differenziazione, cioè
nello stabilire crescendo chi sono io e chi è l'altro, nel dare significato
al proprio essere donna o uomo nel mondo. Il resto lo fa la storia, passata
e presente, l'educazione che riceviamo, la cultura in cui siamo immersi. La storia
è sempre stata vista come una storia di dominio sulle donne, quello che
chiamiamo patriarcato, ma bisogna anche imparare a leggere, nella storia, la presenza
di scelte femminili. Per esempio, quella di sacrificare tante cose per dare cura
ai bambini e alle bambine. Una scelta che ha umanizzato la società. Infatti,
le cure che ricevono le creature quando vengono al mondo le ricevono essenzialmente
da donne, e queste cure trasmettono civiltà. Soprattutto ora la scelta
di dedicarsi ai figli, nonostante si abbiano anche ambizioni professionali, non
è solo sacrificio, rinuncia, come poteva essere vissuto in passato quando
far figli era una scelta obbligata, ora per molte donne questa diviene una scelta
vera, consapevole dell'importanza che ha questa dimensione nella propria vita
e per il mondo in cui viviamo. Io per esempio ho scelto di essere madre e dedicare
molte energie a questa dimensione della mia vita, anche se ho studiato per tanti
anni per diventare ricercatrice e amo moltissimo il mio lavoro a cui dedico buona
parte della mia vita, e che mi porta in giro per il mondo. Fare posto all'altro
da sé, in un'esperienza così complessa, non è qualcosa che
arriva dalla buona volontà, non è altruismo, nasce dalla consapevolezza
che non bastiamo a noi stesse e che la relazione con l'altro ci arricchisce. Siamo
un sesso "mancante", come dice Luisa Muraro. Le sue parole sono: "Il
sesso femminile è un sesso bucato, come la cruna dell'ago. La misoginia
descrive questa "mancanza" come una cosa orribile e invece è
la quintessenza dell'umanità." Il femminismo della differenza non
mira a riempire il buco con lotte per il potere ma aspira ad una politica che
non mira ad "avere ragione" ma a "essere in relazione con l'altro",
a fare scambio. Bisogna però fare attenzione, questo non vuol dire che
siccome le donne possono essere madri allora sono necessariamente accoglienti,
altruiste, generose
non si tratta di questo. Si tratta solo di fare i
conti con la nostra storia e il nostro vissuto personale: storicamente le donne
hanno fatto determinate scelte non sempre perché imposte dall'esterno,
dagli uomini, dai padri, dal patriarcato. La cultura in cui siamo è stata,
ed è ancora in parte, maschilista, misogina e patriarcale ma non tutto
è da buttare. Le scelte delle donne non sono solo il frutto di discriminazioni,
non sono solo scelte al ribasso. Spesso le donne scelgono in modo consapevole
di fare altro rispetto a quello che scelgono gli uomini nel mondo del lavoro,
nelle relazioni, in famiglia, e queste scelte sono da osservare, da raccontare,
da valorizzare. Il femminismo rivendicativo non considera il valore della
differenza donna/uomo, per cui davanti alle manifestazioni della differenza (per
esempio, certe scelte di studio o di lavoro fatte da donne), le interpretano non
come scelte libere ma come effetti di discriminazioni occulte. E fanno di tutto
per cancellarle, con il risultato di fare degli uomini il metro di misura delle
donne. Su questa base, per esempio, il lavoro a tempo parziale chiesto da molte
in certe fasi della loro vita, viene ostacolato e, nelle statistiche, viene interpretato
come un segno di svantaggio femminile, di discriminazione. Il principio di
uguaglianza può sviare. Il punto critico di questo principio è che
la misura, il punto di riferimento per le donne diventa quello che gli uomini
hanno fatto, costruito, voluto fino ad ora. La domanda che dobbiamo porci è:
A chi e a che cosa dobbiamo essere uguali? Agli uomini e al loro modo di stare
nel mondo? Nelle relazioni? Nel lavoro? In famiglia? Io credo invece che ciò
che ci fa guadagnare maggiore libertà è la presa di coscienza personale
(che cosa mi piace, chi sono, che cosa desidero diventare
) e questo è
possibile principalmente nelle relazioni fra donne, in cui si ha la possibilità
di acquisire sapere sul proprio desiderio, e di darsi valore, riconoscendo autorevolezza
all'altra, a quelle venute prima, alle donne che scegliamo come maestre. L'uguaglianza
che la politica maschile del potere offre alle donne è spesso quella del
"peggio" perché è a misura maschile. Una volta in fabbrica
il lavoro notturno non era previsto per le donne; poi la politica dei diritti
sull'uguaglianza fra uomini e donne l'ha introdotto, così come ha introdotto
la donna "soldato" accanto all'uomo "soldato", la pensione
a 65 anni per le donne, anche se tutti sanno che sono le donne che si prendono
cura dei figli, dei nipoti, degli anziani
Il pensiero della differenza invece
sottolinea l'importanza di mettere al centro il desiderio, le scelte soggettive,
che prevedono anche disparità, modi differenti, spesso imprevisti, di muoversi
delle donne. Quando si parla di differenza sessuale non si tratta di dare
una definizione agli uomini e alle donne, non si tratta di dire gli uomini sono
così e le donne colà. Non vogliamo dare categorie, definire identità,
identificare qualità all'essere uomo o donna ma semplicemente dare importanza
a come ognuno di noi, soggettivamente, liberamente, sceglie di essere un uomo
o una donna, e di dare senso, significato al fatto di essere un uomo o una donna,
raccontando come uomini e donne si muovono nel mondo liberamente. Senza annullare
le differenze ma pensando che le differenze possano essere ricchezza, una fonte
di sapere, da cui apprendere. Questo modo di essere uomo o donna, più o
meno femminile o maschile, di giocare con i generi, di dare senso, importanza
a certe cose piuttosto che ad altre, conta nel modo di porci con gli altri, nel
lavoro, con i figli
Le femministe della differenza hanno ragionato su
questi aspetti riflettendo sulle pratiche, su come le donne agiscono, come si
muovono nei vari contesti. Attraverso il "partire da sé", dalle
proprie vite, dal proprio sentire, e attraverso l'autocoscienza, quindi lo scambio
tra donne, in presenza, ha preso forma un altro modo di intendere il reale e l'esperienza,
che dà importanza alle relazioni fra donne come fondamentali per conoscere
il proprio desiderio, per modificare il proprio modo di stare al mondo e nelle
relazioni con gli uomini. Il movimento femminista è un movimento rivoluzionario
che ha portato cambiamenti radicali in molti e decisivi livelli dell'esistenza
di tutti, uomini e donne. Famiglie allargate, libertà di scelta su educazione,
procreazione, professionalità, salute, imprese femminili che nascono in
ogni ambito: sono molti gli aspetti della vita individuale e collettiva dove la
libertà femminile è tangibile. Le donne vanno ovunque. Hanno acquisito
una forza, una competenza che viene sempre più riconosciuta in ogni campo,
come si può vedere anche dai 5 Nobel vinti dalle donne nel 2010 in diversi
ambiti, dalla letteratura, alla medicina, all'economia. Il mondo è cambiato
grazie all'avvento della libertà femminile e questo è importante
vederlo perché è un guadagno per uomini e donne.
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