8 Marzo 2012

"Quali generi?" Incontro organizzato dalla Provincia di Mantova per gli Istituti Superiori della città

Differenza sessuale e parità
di Sara Gandini

La differenza principale tra un uomo e una donna è nella relazione della donna con la madre: ogni donna è stata messa al mondo da un'altra donna, che è del suo stesso sesso, ed è a sua volta potenzialmente madre. Mi riferisco al significato che questa cosa ha nella nostra vita, al suo aspetto simbolico, non all'aspetto biologico. Tra la bambina e la madre si instaura una relazione che lascia posto per altro. Una donna e la sua bambina si parlano un linguaggio in cui è presente la possibilità di un'altra creatura: il regalo di una bambola alla bambina dice questo.
Io ricordo che a mia figlia ho proposto macchinine, ruspe, spade… inizialmente avevo il mito dei modelli paritari ma lei non li ha mai guardati, solo bambole e pupazzi, che immediatamente prendevano vita e con cui lei instaurava i più svariati tipi di rapporti. Questa esigenza nasceva dal bisogno di mia figlia di fare i conti con me, con le maestre, con le donne che incontrava perché tutto questo aveva a che fare con sé stessa, con il fatto di essere femmina.
La differenza principale dunque sta nella relazione con la madre. Madre e figlia appartengono allo stesso sesso e questo conta, nei conflitti, nel modo di stare nel mondo, nella relazione con gli altri, nel processo di identificazione e differenziazione, cioè nello stabilire crescendo chi sono io e chi è l'altro, nel dare significato al proprio essere donna o uomo nel mondo.
Il resto lo fa la storia, passata e presente, l'educazione che riceviamo, la cultura in cui siamo immersi. La storia è sempre stata vista come una storia di dominio sulle donne, quello che chiamiamo patriarcato, ma bisogna anche imparare a leggere, nella storia, la presenza di scelte femminili. Per esempio, quella di sacrificare tante cose per dare cura ai bambini e alle bambine. Una scelta che ha umanizzato la società. Infatti, le cure che ricevono le creature quando vengono al mondo le ricevono essenzialmente da donne, e queste cure trasmettono civiltà.
Soprattutto ora la scelta di dedicarsi ai figli, nonostante si abbiano anche ambizioni professionali, non è solo sacrificio, rinuncia, come poteva essere vissuto in passato quando far figli era una scelta obbligata, ora per molte donne questa diviene una scelta vera, consapevole dell'importanza che ha questa dimensione nella propria vita e per il mondo in cui viviamo. Io per esempio ho scelto di essere madre e dedicare molte energie a questa dimensione della mia vita, anche se ho studiato per tanti anni per diventare ricercatrice e amo moltissimo il mio lavoro a cui dedico buona parte della mia vita, e che mi porta in giro per il mondo.
Fare posto all'altro da sé, in un'esperienza così complessa, non è qualcosa che arriva dalla buona volontà, non è altruismo, nasce dalla consapevolezza che non bastiamo a noi stesse e che la relazione con l'altro ci arricchisce. Siamo un sesso "mancante", come dice Luisa Muraro. Le sue parole sono: "Il sesso femminile è un sesso bucato, come la cruna dell'ago. La misoginia descrive questa "mancanza" come una cosa orribile e invece è la quintessenza dell'umanità."
Il femminismo della differenza non mira a riempire il buco con lotte per il potere ma aspira ad una politica che non mira ad "avere ragione" ma a "essere in relazione con l'altro", a fare scambio. Bisogna però fare attenzione, questo non vuol dire che siccome le donne possono essere madri allora sono necessariamente accoglienti, altruiste, generose… non si tratta di questo.
Si tratta solo di fare i conti con la nostra storia e il nostro vissuto personale: storicamente le donne hanno fatto determinate scelte non sempre perché imposte dall'esterno, dagli uomini, dai padri, dal patriarcato. La cultura in cui siamo è stata, ed è ancora in parte, maschilista, misogina e patriarcale ma non tutto è da buttare. Le scelte delle donne non sono solo il frutto di discriminazioni, non sono solo scelte al ribasso. Spesso le donne scelgono in modo consapevole di fare altro rispetto a quello che scelgono gli uomini nel mondo del lavoro, nelle relazioni, in famiglia, e queste scelte sono da osservare, da raccontare, da valorizzare.
Il femminismo rivendicativo non considera il valore della differenza donna/uomo, per cui davanti alle manifestazioni della differenza (per esempio, certe scelte di studio o di lavoro fatte da donne), le interpretano non come scelte libere ma come effetti di discriminazioni occulte. E fanno di tutto per cancellarle, con il risultato di fare degli uomini il metro di misura delle donne. Su questa base, per esempio, il lavoro a tempo parziale chiesto da molte in certe fasi della loro vita, viene ostacolato e, nelle statistiche, viene interpretato come un segno di svantaggio femminile, di discriminazione.
Il principio di uguaglianza può sviare. Il punto critico di questo principio è che la misura, il punto di riferimento per le donne diventa quello che gli uomini hanno fatto, costruito, voluto fino ad ora. La domanda che dobbiamo porci è: A chi e a che cosa dobbiamo essere uguali? Agli uomini e al loro modo di stare nel mondo? Nelle relazioni? Nel lavoro? In famiglia?
Io credo invece che ciò che ci fa guadagnare maggiore libertà è la presa di coscienza personale (che cosa mi piace, chi sono, che cosa desidero diventare…) e questo è possibile principalmente nelle relazioni fra donne, in cui si ha la possibilità di acquisire sapere sul proprio desiderio, e di darsi valore, riconoscendo autorevolezza all'altra, a quelle venute prima, alle donne che scegliamo come maestre.
L'uguaglianza che la politica maschile del potere offre alle donne è spesso quella del "peggio" perché è a misura maschile. Una volta in fabbrica il lavoro notturno non era previsto per le donne; poi la politica dei diritti sull'uguaglianza fra uomini e donne l'ha introdotto, così come ha introdotto la donna "soldato" accanto all'uomo "soldato", la pensione a 65 anni per le donne, anche se tutti sanno che sono le donne che si prendono cura dei figli, dei nipoti, degli anziani… Il pensiero della differenza invece sottolinea l'importanza di mettere al centro il desiderio, le scelte soggettive, che prevedono anche disparità, modi differenti, spesso imprevisti, di muoversi delle donne.
Quando si parla di differenza sessuale non si tratta di dare una definizione agli uomini e alle donne, non si tratta di dire gli uomini sono così e le donne colà. Non vogliamo dare categorie, definire identità, identificare qualità all'essere uomo o donna ma semplicemente dare importanza a come ognuno di noi, soggettivamente, liberamente, sceglie di essere un uomo o una donna, e di dare senso, significato al fatto di essere un uomo o una donna, raccontando come uomini e donne si muovono nel mondo liberamente. Senza annullare le differenze ma pensando che le differenze possano essere ricchezza, una fonte di sapere, da cui apprendere. Questo modo di essere uomo o donna, più o meno femminile o maschile, di giocare con i generi, di dare senso, importanza a certe cose piuttosto che ad altre, conta nel modo di porci con gli altri, nel lavoro, con i figli…
Le femministe della differenza hanno ragionato su questi aspetti riflettendo sulle pratiche, su come le donne agiscono, come si muovono nei vari contesti. Attraverso il "partire da sé", dalle proprie vite, dal proprio sentire, e attraverso l'autocoscienza, quindi lo scambio tra donne, in presenza, ha preso forma un altro modo di intendere il reale e l'esperienza, che dà importanza alle relazioni fra donne come fondamentali per conoscere il proprio desiderio, per modificare il proprio modo di stare al mondo e nelle relazioni con gli uomini.
Il movimento femminista è un movimento rivoluzionario che ha portato cambiamenti radicali in molti e decisivi livelli dell'esistenza di tutti, uomini e donne. Famiglie allargate, libertà di scelta su educazione, procreazione, professionalità, salute, imprese femminili che nascono in ogni ambito: sono molti gli aspetti della vita individuale e collettiva dove la libertà femminile è tangibile. Le donne vanno ovunque. Hanno acquisito una forza, una competenza che viene sempre più riconosciuta in ogni campo, come si può vedere anche dai 5 Nobel vinti dalle donne nel 2010 in diversi ambiti, dalla letteratura, alla medicina, all'economia. Il mondo è cambiato grazie all'avvento della libertà femminile e questo è importante vederlo perché è un guadagno per uomini e donne.