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17 giugno
2007
Le fate
ignoranti
Doriana
Goracci
Ferzan Ozpetek,
riuscì in una fiaba metropolitana a far rivivere pienamente la
protagonista di un suo film dal titolo "Le fate ignoranti",
una donna borghese. Il titolo rimandava ad uno schizzo di Magritte, e
voleva identificare in questi personaggi emarginati dalla società
un gruppo quasi magico di fate appunto, ma apparentemente ignoranti, cioè
ignare delle regole che stanno alla base della vita della gente "normale".
L'idea del regista italo-turco Ferzen Ozpetek era una avventura nella
storia della famiglia, dove perso il significato originario e condiviso
da secoli, la persona scopre il sesso, l'amicizia, l'amore, si libera
dalle costrizioni, può diventare anche famiglia, un'altra famiglia.
Quanta paura può fare una fata, ignorante delle regole, che si
toglie il panno dal volto? Quante fate ci camminano accanto e vivono vicino
a noi e non dicono? Il Gay Pride sembra far perdere il mistero a queste
teste misteriose, a questi corpi inquietanti, per farci scoprire che non
c'è niente di segreto.Sono complici delle nostre paure, ci diamo
forza di idee e di espressione. Diventiamo complici dell'ignoranza delle
fate.
Abbiamo visto
le immagini di questo grande incontro e uso per stare in tema le parole
di Renè Magritte "Le immagini vanno viste quali sono, amo
le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato
della mente stessa è sconosciuto". Il grande signore belga
in giacca e cravatta, abitudinario, pittore surrealista, in alcune sue
opere dipinse volti coperti da lenzuola: ricordava i suoi tredici anni,
testimoni del recupero della madre suicida in un fiume, coperta appunto
da un panno intorno alla testa. Poi volò l'anziano signore belga,
con i suoi omini in bombetta, la pipa, le sfere. Sono sicura che sono
volate alte le fate ignoranti e ridono-piangono come noi che camminiamo
con loro alla ricerca della libertà e del suo volto vero, che si
toglie le bende.
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