| Lettera
di Marisa Guarneri Cari
uomini italiani, ho un gran peso sul cuore, e capisco il silenzio che da ogni
parte si sente su ciò che sta accadendo in Italia. Le mie amiche mi
scrivono facendo battute sulla ragazza romena stuprata da un italiano, molto vicino
a lei naturalmente...il convivente della datrice di lavoro. Se non si trattasse
di corpo e di anima, ci sarebbe quasi da dire: meno male. Pubblicamente emerge
la verità e cioè che lo stupro appartiene agli uomini ed è
contro le donne ed a volte anche contro altri uomini. Il braccialetto di Rutelli
ci consegnava ad un destino di vittime predestinate, la campagna della destra
ci riduceva ad un mero possesso, stuprobile solo dagli italiani caso mai : le
nostre donne! Ma ora il salto è veramente epocale, scordato il pretesto
- lo stupro - si passa direttamente alla punizione etnica. Sono abituata a
vedere giovani donne diventare capro espiatorio dei problemi della propria famiglia,
ed abusate in silenzio,. Ma le nostre braccia non bastano per accogliere migliaia
di donne e bambini assaltati, resi responsabili di tutti i disastri del nostro
paese. Si parla di esercito nelle città: niente in contrario se questo
esercito mettesse alla gogna tutti gli uomini che stuprano indipendentemente dalla
loro nazionalità e tutti gli uomini che picchiano, terrorizzano, perseguitano,
ammazzano donne colpevoli di cercare la propria libertà. Punizione si,
ma soprattutto morale, ostracismo, isolamento, vergogna per questi uomini. Solo
il disprezzo degli altri uomini potrà fermare tutto questo. Non bastano
gli eserciti per combattere il disprezzo conscio e inconscio che c'è nel
cuore e nella mente di moltissimi uomini e donne per le vittime di violenza. Meglio
fuochi e assalti di ronde che guardare la verità e cioè che l'origine
dello stupro e della violenza sta negli occhi che gli uomini e le donne chiudono sollevati
dal fatto che non stia capitando a loro. E' buio sopra la mia testa e nel mio
cuore. Temo per tutti e per me: temo il trascinamento delle soluzioni facili,
temo la concordia in parlamento, temo le donne che non lottano pur essendo in
posizione di poterlo fare e le leggi necessarie non vengono approvate. Da cosa
vi deve deifendere uomini il Decreto Sicurezza? Dalla consapevolezza che la violenza
è dentro ognuno di voi e che quando pietà muore siamo tutti morti? Non
si tratta più di riparare dentro ai centri antiviolenza alle sofferenze
di donne private della loro dignità e speranza, si tratta di contrastare
la violenza con il coraggio di parlare e distinguersi da questa barbarie, che
da almeno venti anni vedo compiersi ogni giorno. Uomini contro la violenza
dove siete? |