17
Luglio 2010
Lady Gaga
di
Luisa Muraro
Da una giovane pop star ormai famosa, Lady Gaga, e destinata
a raggiungere Madonna, anche lei di origine italiana e di formazione cattolica,
strana coincidenza, io ho ascoltato il detto più luminoso e breve di ciò
che ha significato il femminismo nella mia vita e non soltanto nella mia. Quel
suo detto lo interpreto, anzi, come un lampo di luce sul significato del femminismo
della differenza.
La pop star - donna o uomo ma capace di giocare con la sua
differenza sessuale - è un'artista che si inventa un personaggio per un
pubblico il più vasto possibile. La sua arte, pur radicata nella società
dello spettacolo, brilla nell'atto in cui vince i conformismi di quella società
e così offre un specchio libero e ultrasfaccettato all'immaginario di un
pubblico che possono essere milioni di persone, diverse l'una dall'altra. Nel
dicembre 2009 Lady Gaga ha recitato al cospetto della regina d'Inghilterra vestita
e truccata che sembrava una principessa da cartoni animati: l'ombra pop di Lady
Diana
Con i mezzi della sua arte, che in pratica sono il successo, più
una somma di abilità come cantare, danzare, recitare, più una buona
dose di inventiva, la pop star porta la cultura popolare diffusa a esprimere sé
stessa per qualcosa che non si sapeva o che si sapeva confusamente.
Parlando
della sua parabola di ragazza non proprio bella, neanche tanto popolare tra i
coetanei, e ora ai vertici del successo, Lady Gaga (Stefani Joanne Angelina Germanotta,
il nome anagrafico) ha dato questa veramente geniale spiegazione: "Io sono
sempre stata famosa, solo che nessuno se ne accorgeva".
Questo non è
un semplice motto di spirito, questa è l'espressione paradossale di una
verità che viene al mondo. L'ho riconosciuta dopo averla già incontrata
nel pensiero della differenza, in due diverse versioni: l'incipit del Sottosopra
rosso sulla fine del patriarcato (che finisce nell'atto in cui finisce il suo
credito nella mente femminile); e quel detto della comunità filosofica
Diotima secondo cui l'inizio della libertà nella vita di una donna coincide
con la scoperta che c'è sempre stata libertà nella vita delle donne.
Il
detto di Lady Gaga è più breve e acuto nell'esprimere la stessa
scoperta. E cioè che la storia fattuale non ha il potere di dettare la
misura di quello che siamo, perché la oltrepassa un'altra misura, nascosta
nei desideri della persona singola; quello che la storia fattuale è chiamata
a fare è di far scoprire, a noi e agli altri, la segreta grandezza di quello
che siamo e possiamo essere. Non senza il lavoro della necessaria mediazione:
Lady Gaga è una grande lavoratrice, anche nel senso banale della parola.
A
questa idea della storia si può collegare un fenomeno facilmente osservabile.
Oggi, al protagonismo dei potenti e delle masse è subentrato un protagonismo
di persone comuni, che produce fantasie, inganni, individualismi, per cui lo si
copre di facile riprovazione. In realtà, questo slancio di persone che
non hanno titoli per prevalere sugli altri (e neanche voglia) ma non vogliono
fare massa perché si sentono di esistere in prima persona e chiedono di
essere riconosciute come tali, è carico di potenzialità positive.
Il fatto che tali potenzialità siano usate dal potere e sviluppate malamente
nella cultura dominante, è solo una ragione in più per una politica
che le prenda in considerazione e da esse si faccia indirizzare. Il movimento
femminista della seconda ondata, non è questo che ha fatto in pratica (autocoscienza,
partire da sé) e in teoria (politica del desiderio, pensiero della differenza)?
Si tratta, in sostanza, di riscattare il desiderio di protagonismo dalla prigione
delle fantasie e di tradurlo nella realtà, senza rimpicciolirlo.
Sono
sempre stata grande come i miei desideri, solo che nessuno se ne era reso conto.
È ora di saperlo, è ora di provarlo. Diventare famosa (o famoso):
sinonimo-pseudonimo di un agire politico finalizzato a ottenere dalla storia fattuale
la verifica della grandezza delle persone in prima persona, secondo una nuova
concezione della politica e della storia che il femminismo ha anticipato. (Luisa
Muraro)