Libreria delle donne di Milano

Milano, maggio 2012

Un otto marzo durato un mese e si fa fatica a vederle

di Laura Minguzzi

Quando le esperienze si fanno parole e immagini incontrano altre parole, altre immagini e altre esperienze. Accetto l’invito di Stefania Cherchi e Laura Montanari di andare l’otto marzo a Piacenza alla proiezione del docufilm della Libreria La politica del desiderio. Con altre hanno costituito un’associazione, “Il Pane e le Rose”. Non vado sola ma con Serena Fuart. Mi dicono che dopo il film ci sarà il dibattito e che vorrebbero ci fosse anche una giovane e non solo una storica e intendono femminista storica. Il luogo della proiezione è un salone della camera del lavoro. Uno spazio moderno, bello e accogliente. L’evento è iscritto in un ciclo, “Musica al lavoro”: una rassegna di musica e parole, alla sua ottava edizione, che comprende altre manifestazioni, a cura della Camera del lavoro in collaborazione con l’Arci. L’Associazione “Il Pane e le Rose” partecipa a questo ciclo con alcune iniziative autonome femminili. Chiedo a Stefania, anima del gruppo, che ci accoglie calorosamente e ci porta in Piazza Cavalli per un aperitivo, informazioni più precise sulla loro pratica e sulle loro iniziative in città. Dopo anni di dispersione è molto contenta di essere riuscita a riprendere una pratica politica collettiva di donne. Adesso sono concentrate nella lettura del quaderno di Ina Praetorius Penelope a Davos, cosa che le coinvolge tantissimo. Ma mi dice di non farmi illusioni perché alla proiezione del film non ci sarà nessuno o quasi. Siamo in provincia, qui siamo un prodotto di nicchia. Tipo il formaggio di fossa, mi viene da pensare. Costoso e non popolare. Ma chiedo avete pubblicizzato la cosa, sui giornali, alla radio, con mails, volantini, face book, telefonate, passa parola ecc… Mi mostra un dépliant, molto elegante, a firma dell’Arci, con un testo scritto dal segretario della Camera del lavoro e l’elenco di tutte le sponsorizzazioni, dove loro sono citate in una microscopica nota. Un pensiero flash: ma non è che si tengono un po’ troppo nascoste? Questo il quadro, cioè la cornice. Alla proiezione c’erano le donne degli anni del movimento della pedagogia della differenza e qualche giovane insegnante e lavoratrice, più due uomini, uno dell’Arci e l’altro del sindacato. Data la cornice sopra esposta, dopo il film, il dibattito è iniziato su questa falsariga: non ci sono spazi per le donne, come combattere il femminicidio, non c’è sicurezza, ci portano via tutti i diritti, è fallita la trasmissione della nostra esperienza ai/alle giovani ecc. Una sorta di cahier de doléances in salsa piacentina.
Serena Fuart con l’entusiasmo che la caratterizza comincia a raccontare della sua pratica al sito della Libreria, della crescita personale dovuta alla relazione con donne più grandi, dell’affidamento e della disparità come figure che nella sua storia sono state e sono efficaci. Io parlo del Circolo della rosa, delle varie attività, delle riunioni di vari gruppi, come luogo di scambi di parole ed esperienze oltre che di condivisione conviviale. Momenti di essere a volte anche conflittuali. Di sera Serena esce spesso con le amiche e non sente il problema dell’insicurezza. Per esempio recentemente ha partecipato a una festa che un gruppo di amiche aveva organizzato in un appartamento affittato per l’occasione e che chiamano Villa Arzilla. Come dire, si possono intraprendere iniziative autonome se lo si desidera… non stare dentro le cornici predisposte, anzi eliminarle proprio le cornici, come ha fatto la pittrice Valentina Berardinone in alcuni quadri famosi. Facendo riferimento ad alcune esperienze del film una giovane donna interviene con toni più ottimisti e mi accorgo che il piano del discorso cambia e si respira un alito di speranza e di rinnovata energia. Ecco, penso, siamo riuscite a fare breccia. La serata è riuscita. Vendo i libri e le riviste che ho portato e dopo di corsa all’Osteria dei rat, oltre il Po, a cenare. Menù: coppa e pancetta piacentine, pisarei e fasol, caramelle (tortelli con ricotta), gnocchi con sugo di salsiccia e ottimo vino locale; a tavola vogliono vedere il calendario delle iniziative della Libreria, essere inserite nell’indirizzario, c’è tutto un fervore nello scambio di mail, indirizzi, titoli di libri, appuntamenti, ricordi di incontri passati con altre donne della Libreria, richieste di trasmettere i saluti, Paola Gozzi a Marirì Martinengo ecc. A stento riusciamo a prendere l’ultimo treno per Milano.