Libreria delle donne di Milano


Rinascimento feminine: una luna di miele di breve durata!
Laura Minguzzi

Lina Bolzoni nel suo articolo "Rinascimento femminile" recensendo la ricerca di Virginia Cox nel domenicale del 25 gennaio 09 riprende a ragione il classico degli anni settanta di Joan kelly "Donne senza rinascimento"che metteva con forza in discussione l'uomo del Rinascimento come categoria universale valida per entrambi i sessi. Un testo che ha aperto un solco, una strada, una pista per molte e molti studiose e non. Virginia Cox si è formata in Inghilterra e insegna ora negli USA e dopo un lungo e accurato lavoro di ricerca durato venti anni ha pubblicato "Donne scrittrici in Italia dal 1400 al 1650", non ancora tradotto in Italia, in cui si esprime contro l'ingenuità della tradizione femminista degli anni settanta. Il valore aggiunto della nuova storiografia rispetto a quella pionieristica inaugurata da Joan Kelly sarebbe il cambiamento di ottica nella lettura del passato: la scrittura femminile, sostiene la Cox, non nasce più dalla lotta, dal conflitto, in contrasto con il sistema culturale dominante, ma in armonia con il contesto culturale che l'ha resa possibile, separata ma non separatista. E su questo si potrebbe essere d'accordo, ma non sulla sua conclusione e cioè che oggi bisogna sostituire alla categoria della lotta, del conflitto, quella largamente diffusa nella critica anglosassone di "negoziazione"…. Per me che mi occupo di storia vivente insieme ad altre non è affatto né un limite né un'ingenuità leggere il passato a partire dall' esperienza del presente che viviamo e da cui non intendiamo prescindere. Anche perché pur non essendo tutta dicibile, l'esperienza del presente ci consente un pensiero e un linguaggio che nascono appunto dal desiderio di differenti soggettività che confliggono e negoziano nel medesimo tempo. Insisto sul contemporaneamente, in quanto non esiste una negoziazione che non sia anche un conflitto fra sé e sé e con l'altro, l'altra.
Per Virginia Cox "La querelle des femmes" sarebbe oramai obsoleta ed inadeguata e in ogni caso Cox rivendica una grande ricchezza di produzione femminile alla fine del '500 in Italia, contro la tesi sostenuta da Joan Kelly (vedi "Donne senza Rinascimento"). Io direi invece che è necessario riconoscere un debito di genealogia e occorre dire che è proprio grazie alla sfida politica di Kelly che tante studiose si sono messe alla ricerca di donne nel passato.. E, come dice il proverbio popolare, "Chi cerca trova!" Perciò della vis polemica che Joan Kelly ha manifestato nei confronti dell'establishement intellettuale e accademico degli anni settanta se ne sente un gran bisogno anche oggi. Soprattutto perché è grazie ai conflitti, innescati dal desiderio di libertà femminile, più che dagli armonici consensi, che si aprono nuove strade, nascono nuove invenzioni e nuove parole per il presente e per la lettura dell'esperienza femminile del passato.
Non è un caso che la fioritura femminile che si ha fra la fine del'500 e il 1660 sia considerata dalla Cox stessa una luna di miele, nei confronti delle donne che scrivono, di breve durata. E cita il caso di Margherita Sarrocchi, fatta oggetto del disprezzo del Marino per avere difeso nel suo poema La Scanderbeide con coraggio Galileo.