Libreria delle donne di Milano
copertina

Luisa Muraro
Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista
La Tartaruga, 2003
€14,40

Questo libro racconta una storia vera, vera in due sensi, perché avvenuta storicamente e perché parla di cose che ci toccano in prima persona. I protagonisti sono donne e uomini di Milano più una straniera che i documenti chiamano, in latino Gullielma, e che diventò, per quelle donne e uomini, una maestra, una consolatrice, figura di Dio, il Dio Spirito santo incarnato a donna. All'epoca, seconda metà del Duecento, Milano era una città ricca di soldi e d'idee ma in declino rispetto all'epoca comunale e agitata da molti conflitti, con Roma, con le città vicine, tra le grandi famiglie. Intorno a Guglielma le divisioni cessarono di essere laceranti. Intorno a lei si ritrovarono donne e uomini, persone del popolo, borghesi, grandi mercanti e signori della più antica aristocrazia. Morta lei e sepolta come una santa a Chiaravalle, essi continuarono trovarsi nel suo ricordo e nel suo amore, dandosi come capo un'altra donna, suor Maifreda da Pirovano, cugina di Matteo Visconti, signore della città. L'idea fu di Andrea Saramita, uno dei primi i devoti di Guglielma, che diventò il teologo del gruppo e lo trasformò in una nuova Chiesa, con gerarchia maschile e femminile. Tutto lesto durò fino al 1300 e terminò con un processo dell'Inquisizione e i roghi accesi in piazza della Vetra, in cui, insieme ai corpi vivi di alcune religiose, di Andrea Saramita, di suor Maifreda, furono gettati anche i resti mortali di Guglielma. Il meglio della religione è che essa suscita eretici, ha detto un filosofo. Ed è vero che le eresie hanno il potere di mettere in luce quello che il pensiero ufficiale ha ignorato o soppresso. L'eresia di cui ci racconta questo libro, con un linguaggio avvincente che non fa pesare il rigore della ricerca scientifica, ha conservato tutto l'inquietante potere dì farci pensare un tema impensato e proibito: la nostra fame di salvezza, la carne di Dio, Dio che non ha finito di incarnarsi, Dio che assume un corpo femminile.

Nata con la guerra, nel 1940, sesta di undici tra fratelli e sorelle, l'autrice di questo libro ha imparato molto presto a comportarsi da persona seria. Ma, passati ormai i sessant'anni di vita, preferisce non fingere di esserlo. La sua vita di studiosa è stata laboriosa quanto caotica, i suoi rapporti con il mondo accademico non sono mai stati buoni. Dagli iniziali interessi per la filosofia della scienza, passò alla storia (La Signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Feltrinelli 1976 e Giambattista Della Porta mago e scienziato, Feltrinelli 1978). Intanto era scoppiato il Sessantotto, lei ci rimise la borsa di studio e andò a insegnare nella scuola dell'obbligo, collaborando con Elvio Fachinelli nel progetto Erba voglio. Tornata all'università, si diede alla linguistica (Maglia o uncinetto, Feltrinelli 1981, Manifestolibri 1998), ma ben presto l'incontro con il femminismo fece di lei la Luisa Muraro più conosciuta, una filosofa della differenza sessuale (L'ordine simbolico della madre, Editori Riuniti 1991). Studiando la misteriosa figura di Guglielma Boema (Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, La Tartaruga 1985, 2003) incontrò la figura di Margherita Porete e scoprì l'esistenza di una teologia in lingua materna. Da allora studia e insegna i testi della mistica femminile (Lingua materna, scienza divina, D'Auria 1995, Le amiche di Dio, D'Auria 2001). La sua bibliografia (raccolta e ordinata da Franca Cleis e Clara Jourdan per conto della Libreria delle donne di Milano) si estende per centinaia di titoli. Più dell'argomento, per lei ha sempre contato l'ordine simbolico che è e che fa la scrittura. Più che nella sua opera, ha sempre confidato nel contributo di chi la legge.