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Novità
febbraio 2003
Cosmetica
del nemico
Amélie Nothomb
(11 euro, 128 pagine)
Tutto comincia
nella sala d'attesa di un aeroporto. Non poteva essere altri che lui,
una vittima perfetta. È stato sufficiente parlargli. E aspettare
che la trappola scattasse. Tutto finisce nella sala d'attesa di un aeroporto.
Va detto comunque che il caso non esiste.
Un giallo? Forse. Certamente la doppiezza dell'uomo, la crudeltà,
la bellezza e la bruttezza. Dialoghi mozzafiato e colpo di scena finale:
in poche parole, un'Amélie Nothomb irresistibile.
Brani di questo romanzo sono stati letti (in francese) dalla stessa autrice
al "1° Festival delle Letterature" tenuto a Roma, alla Basilica
di Massenzio, maggio/ giugno 2002. Alla serata (4giugno) erano presenti
più di 3000 persone. Il successo è stato superiore a ogni
aspettativa.
L'autrice:
È questo il nono romanzo di Amélie Nothomb, e di lei ormai
tutti sanno tutto; nata a Kobe nel 1967, scrive il suo primo libro a 23
anni, e viene pubblicato in Francia da Albin Michel, come tutti gli altri.
Regina delle lettere francesi, ogni suo romanzo è un caso letterario.
dal libro:
"Io credo nel nemico. Le prove dell'esistenza di Dio sono deboli
e bizantine, le prove del suo potere ancora più inconsistenti.
Le prove dell'esistenza del nemico interiore sono evidenti e quelle del
suo potere schiaccianti. Credo nel nemico perché, tutti i giorni
e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello
che dall'interno distrugge tutto ciò che vale. È quello
che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello
che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello
che, in un giorno perfetto, troverà un'ottima ragione per torturarti.
È quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso. È
quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà
la morte contenuta in tanta bellezza."
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Amélie
Nothomb
Amélie
Nothomb: scrittrice belga di lingua francese. Figlia di diplomatici, è
nata a Kobe, in Giappone, il 13 agosto 1967. Ha trascorso i primi cinque
anni della sua vita in Giappone, successivamente ha vissuto in Cina, negli
Stati Uniti, in Birmania, nel Laos e in Bangladesh, terre verso le quali
spesso si dirigono i suoi personaggi. In Belgio intraprende gli studi
di filologia romanza all'Université Libre de Bruxelles. Anche se
oggi vive tra Parigi e Bruxelles, il Giappone rimane comunque il suo paese
di riferimento.
Amélie Nothomb scrive da quando aveva diciassette anni ed è
molto prolifica. Lei stessa si definisce una "grafomane", una
"malata di scrittura". Si alza alle quattro e scrive fino alle
otto: questo il suo rituale quotidiano.
A soli trentacinque anni è la regina del mondo editoriale francese,
un fenomeno letterario che raccoglie numerosi consensi anche all'estero.
Infatti i suoi libri sono tradotti in più di 25 lingue e continuano
a scalare la lista dei più venduti.
Il debutto risale al 1992 quando la casa editrice Albin Michel pubblica
Hygiène de l'assassin, che diventa il caso letterario dell'anno:
350.000 copie vendute, due riduzioni teatrali, un film. Il libro riceve
il Prix René-Fallet e il Prix Alain-Fournier. Da quel momento Amélie
Nothomb pubblica un romanzo all'anno, fedele alla stessa casa editrice,
Albin Michel, come in Italia è fedele alla Voland. Ma è
con Stupeur et tremblements (1999) che la scrittrice conquista definitivamente
il suo pubblico. In Francia ne sono state vendute più di 400.000
copie ed è stato premiato con il Grand Prix du roman de l'Académie
française.
Dal suo primo romanzo Amélie Nothomb ha imposto uno stile: sguardo
incisivo, spesso impietoso e crudele, umorismo fulmineo. Il conflitto,
l'amore, i poli estremi dell'estetica (la bellezza abbacinante e la bruttezza
irrimediabile), la morte, la duplice valenza simbolica del cibo sono il
perno di storie originali che lasciano il lettore senza respiro, in balia
di una scrittura irriverente e ironica allo stesso tempo. Ogni romanzo
è una breve opera teatrale, un'arena in cui si affrontano due,
tre, quattro personaggi. Dispute, sarcasmi, ironie, scambi, complotti,
minacce, colpi di scena. La cosa più strabiliante dell'universo
"nothombiano" - che mette d'accordo la critica, il grande pubblico
e gli accademici - è la genialità delle ambientazioni, la
capacità di Amélie di accaparrarsi il lettore, di indagare
l'insondato e trasformare un dato di fatto nel suo contrario.
I libri
di Amélie Nothomb
Igiene
dell'assassino (Voland edizioni, 1997)
Al premio Nobel per la letteratura Pretextat Tach restano solo due mesi
di vita. Giornalisti di tutto il mondo vogliono intervistare lo scrittore
che una feroce misantropia tiene isolato da anni. Solo una donna riesce
a portare a termine l'intervista e a condurre un gioco che si trasforma
presto in un duello senza respiro.
Le Catilinarie
(Voland edizioni, 1998)
Una coppia va a vivere in campagna realizzando il proprio desiderio di
solitudine, che si trasforma in tortura quando i due innamorati scoprono
nel vicino di casa un insopportabile seccatore. L'apparizione dell'enorme
moglie sarà la causa indiretta dell'inatteso finale.
Sabotaggio
d'amore (Voland edizioni, 1998)
La scoperta di una città, Pechino, e di un mondo, la Cina, da parte
di una bimba. E nello stesso tempo la scoperta di sentimenti essenziali,
come l'odio, l'astuzia, l'eroismo, l'amore, l'indifferenza. Giunta a Pechino
con il padre diplomatico la piccola protagonista viene coinvolta in una
guerra 'per bande' fra bambini di differenti nazioni. L'intuizione di
come il nemico sia indispensabile nei rapporti umani è raccontata
dall'autrice con la crudeltà e la grazia di sempre.
Ritorno
a Pompei (Voland edizioni, 1999)
Un dialogo serrato e scintillante di ironia fra una scrittrice rompiscatole
di oggi e Celsius, abitante del futuro. Un'antiutopia tagliente che prende
l'avvio da un evento storico lontano nel tempo o forse appena avvenuto:
l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e la distruzione di Pompei.
Attentato
(Voland edizioni, 1999)
Il protagonista è un uomo afflitto da una bruttezza senza speranza.
Cos'altro gli rimane se non venerare una donna i cui tratti sono la perfezione
assoluta? Moderna favola dell'amore impossibile, la Bella e la Bestia
di Amélie Nothomb sono riscattati da un umorismo spietato che racconta
una società attenta solo alle apparenze.
Mercurio
(Voland edizioni, 2000)
Un'isola. Il capitano e la sua pupilla abitano in un castello da dove
sono stati eliminati tutti gli specchi perché Hazel non veda il
suo viso. È prigioniera? L'infermiera Françoise, chiamata
a curare la fanciulla, scopre un mistero. Doppio finale a sorpresa.
Stupore
e tremori (Voland edizioni, 2001)
La giovane Amélie è al suo primo impiego alla Yumimoto,
una delle 'aziende più grandi dell'universo'. Suo diretto superiore
è Fabuki Mori, donna imperturbabile che prova piacere nell'umiliare
la sottoposta. Inizia così la vertiginosa caduta di Amélie,
presto declassata a guardiana delle toilette. Ma la discesa agli inferi
è resa meno amara dalla contemplazione della bella e orgogliosa
Fubuki
Metafisica
dei tubi (Voland edizioni, 2002)
La penna sfrenata di Amélie Nothomb disegna la mappa dei primissimi
anni di vita trascorsi in Giappone: una non biografia intesa a tracciare
un percorso allusivo. Indizi e ricordi delle prime scoperte si accavallano
in un turbinio di metafore e paradossi irriverenti. Le proprietà
terapeutiche del cioccolato, la parola - pensiero fatto carne, la quadratura
degli opposti, la sinergia con il luogo di nascita
fino al filtraggio
della realtà come unica via di scampo. Una faccenda, quella dell'esperienza
delle cose, del primo impatto col mondo, che lascia sempre il segno. Nulla
passa senza traccia, neanche il nulla.
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