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Wislawa
Szymborska
Discorso
all'Ufficio oggetti smarriti
Adelphi, 2004
€ 15,00 - pp. 189
Lamore,
la morte decifrata nella malattia e nellabbandono come nelle tragedie
della storia, e la vita in genere, anche e soprattutto nelle sue manifestazioni
in apparenza più irrilevanti: vecchie fotografie, volti anonimi
tra la folla, unombra sul muro, rondini in volo, un ombrello smarrito,
veglie notturne, un telefono che suona a vuoto. Tutto converge nella poesia
«riflessiva» di Wislawa Szymborska, che questa ampia scelta
antologica permette di seguire lungo larco di sessantanni,
dal 1945 sino ad oggi i testi più recenti sono apparsi su
quotidiani e riviste fra il giugno 2003 e il maggio 2004 , integrando
così in modo significativo Vista con granello di sabbia.
Ma la colloquiale naturalezza dei versi cela in realtà una vertiginosa
ricerca di temi e tecniche, una raffinatezza strutturale alimentata da
molteplici interessi. Così losservazione lucida dellesistenza
con le sue irrisorie tempeste e le intermittenti, brevi felicità
sfuma in ironiche citazioni dei classici antichi e moderni, nel dialogo
con le Sacre Scritture, nelle sottili quanto sommesse allusioni alle grandi
questioni della filosofia e della scienza.
Losservatorio di Wislawa Szymborska è situato in un luogo
remoto: lo immaginiamo sul crinale di una montagna immersa nel chiarore
stellare, ma il cannocchiale dellastronomo-poeta mette a fuoco,
anziché gli spazi siderali, «i nostri brulichii inarticolati»,
o «lorlo della nuvoletta bigia sfilacciata/e quel rametto,
più a sinistra, di acacia».
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