22 Maggio 2008
Osservatore Romano

Intervento di Lucetta Scaraffia

In questi giorni la legge 194, che regola l’interruzione di gravidanza in Italia, compie trent’anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. >

22 Maggio 2008
L'Osservatore romano

Commento di Luisa Muraro al testo di Lucetta Scaraffia

Luisa Muraro

La prima parte è molto sommaria, ma, considerato lo spazio limitato, la trovo accettabile. È innegabile che la legislazione statuale rispecchia la storicità della condizione umana, secondo la storicità che caratterizza lo Stato stesso. Questo vale anche per la Chiesa cattolica, ovviamente, ma con alcune notevoli differenze, in primis che la Chiesa non ha (più) un potere temporale per cui la sua condanna dell’aborto non equivale a mettere in prigione la persona colpevole. Lo Stato, non avendo l’istituto della “misericordia verso coloro che si pentono”, deve decidere la sua condotta legiferando in un modo o nell’altro. Nel confronto, bisognava tener conto di questo aspetto. >

22 Maggio 2008
L' Osservatore Romano

Intervento di Lucetta Scaraffia

Lucetta Scaraffia

In questi giorni la legge 194, che regola l’interruzione di gravidanza in Italia, compie trent’anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. Con questa legge, l’Italia si è allineata agli altri paesi occidentali che, a cominciare dalla Gran Bretagna nel 1967 (Stati Uniti nel 1970, Germania 1974, Francia 1975) avevano legalizzato l’interruzione di gravidanza entro i primi 90 giorni. >

21 Marzo 2008
Quotidiano di Catanzaro

Depenalizzare l’aborto

di Franca Fortunato
Il suicidio del ginecologo genovese, Ermanno Rossi, indagato per aver procurato aborti fuori dalla struttura pubblica, e le indagini dei carabinieri nei confronti delle donne che hanno abortito in violazione della 194, ripropongono, a distanza di quarant’anni, la questione della depenalizzazione dell’aborto. >

8 Marzo 2008
IO DONNA

Se gli uomini parlano troppo di aborto

Fino a non molto tempo fa gli uomini non parlavano di aborto. Era una cosa di donne, una di quelle cose vicine alla nascita – sangue, parti, concepimenti -, di cui preferivano non impicciarsi. >

19 Febbraio 2008
il manifesto

A chi piace il diritto all’aborto?

Ida Dominijanni
Un primo risultato la lista per la vita di Giuliano Ferrara l’ha già ottenuto, quello di far dire a Silvio Berlusconi e a Gianfranco Fini che la 194 è una buona legge e loro non intendono toccarla. Buono. Il secondo risultato lo sta ottenendo in queste ore, ed è di far calare la battaglia per la vita dall’empireo delle guerre culturali al sottoscala dello scambio politico: altro che i valori, l’amore e sant’Agostino, il problema è l’apparentamento col Pdl e i sondaggi sul comune di Roma. >

19 Febbraio 2008
il Manifesto

A chi piace il diritto all’aborto?

Un primo risultato la lista per la vita di Giuliano Ferrara l’ha già ottenuto, quello di far dire a Silvio Berlusconi e a Gianfranco Fini che la 194 è una buona legge e loro non intendono toccarla. >

5 Febbraio 2008
il manifesto

Sotto il vento di capo Vaticano

Carlo Flamigni

I ginecologici romani – ma sarebbe più giusto dire “una parte dei ginecologi romani” – hanno firmato un documento, che con rara tempestività è stato reso noto proprio in concomitanza con l’ennesima giornata cattolica in favore della vita, documento nel quale stabiliscono alcuni principi di grande rilevanza per il nostro povero paese: il primo di questi principi riguarda la rianimazione dei feti che, deve essere tentata in qualsiasi epoca di gravidanza e quale che sia il peso del neonato. Il secondo principio (che ho dovuto rileggere più volte, non riuscendo a credere che si potesse arrivare a tanto) afferma che la rianimazione deve essere eseguita anche se la madre è contraria. >