Libreria delle donne di Milano
copertina

Daniela Padoan
Come una rana d'inverno.
Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz

Bompiani, 2004
€ 7,50 - 224 pag.

"Considerate se questa è una donna / senza capelli e senza nome / Senza più forza di ricordare / Vuoti gli occhi e freddo il grembo / Come una rana d'inverno". Con questa immagine scarnificata, Primo Levi, nel celebre incipit di "Se questo è un uomo", si rivolge ai lettori, evocando donne spogliate della propria identità, non più padrone del proprio corpo - quel grembo - che è tramite vivente della relazione con l'altro. Daniela Padoan raccoglie in questo libro le testimonianze di tre donne - Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi - sopravvissute al campo femminile di Auschwitz-Birkenau. L'autrice conferisce alle tre interviste il ritmo di una lucida, accorata narrazione, fatta di rimandi e relazioni, perchè come dice Giuliana Tedeschi "le donne sono maglie, se una si perde, si perdono tutte". Nella storiografia dello sterminio nazista le donne sono pressoché invisibili, la loro presenza, data per acquisita, è sovrapposta a quella maschile e su questa si appiattisce. Ma come è scritto nella Postfazione "senza dimenticare per un solo istante che l'obiettivo dei nazisti era cancellare dal mondo gli ebrei, uomini o donne che fossero, riflettere sulla peculiarità delle sofferenze e sopraffazioni patite dalle donne, così come sul loro modo di opporre resistenza e rendere testimonianza, può servire ad allargare di un poco l'ambito di riflessione".

Daniela Padoan, collabora con il Manifesto e con la rivista Via Dogana; ha lavorato come autrice per Rai Educational e per diverse trasmissioni radiofoniche RadioRai. tra i suoi libri Miti e leggende dei popoli del mondo antico (Sansoni scuola 1996) e Le Pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Majo (Bompiani 2005); ha curato nel 2001 Un'eredità senza testamento. Inchiesta di "Fempres" sui femminismi di fine secolo (I Quaderni di Via Dogana) e nel 2003 Il cuore nella scrittura. Poesie e racconti della Madres de Plaza de Mayo.

 

 

Dalla stanza Paradiso:
recensione di Federica Sossi