Libreria delle donne di Milano

La chiamano SOCIETA' CIVILE ma per noi è POLITICA PRIMA:
"C'è un'altra maniera di dire la stessa cosa, una maniera che fa luce sull'enigma
dell'impotenza crescente del potere. E cioè che la politica non è riducibile alla
"lotta legittima per la conquista del potere" perché, se fosse solo questo,
i politici si ridurrebbero a giocare agli indiani fra loro.
E' politica anche il volontariato, la cooperazione, l'associazionismo, la rete di
solidarietà tra vicine di casa, le librerie che fanno incontrare le persone e le idee,
l'editoria indipendente...
Abbiamo nominato alcune realtà, fra quelle che un nome ce l'hanno, non per
l'elenco, ma per rendere l'idea che la pratica delle relazioni e della contrattazione
che sottende queste realtà, è politica.
A questa pratica, svolta capillarmente da donne e uomini, si deve se il cosiddetto
corpo sociale non si sfascia, se la vita associata resta vita e non una coabitazione

rabbiosa e diffidente, se le decisioni dei responsabili della cosa pubblica trovano
gambe (e teste e cuori) per camminare per il verso giusto, se le persone sono messe, singolarmente, in condizione di capire e di spaziare oltre l'ambito delle loro esistenze
individuali." (da Sottosopra rosso, E' accaduto non per caso)

Tutti i giornali hanno registrato che le manifestazioni di Milano e
Roma sono state organizzate da una decina di donne:

18-2-2002 Corriere della Sera - LE SETTE ORGANIZZATRICI
...
Olivia Seitler "All'inizio eravamo pochissime. Ma, come vedete, è importante vincere
la vergogna iniziale, avere coraggio"

...

20-2-2002 l'Unità - LIBERE DI MANIFESTARE, LIBERE DI USCIRE DAI RIFLETTORI
...
un gruppo di amiche da cui è partita l'iniziativa: "Siamo molto unite, una volta che la
decisione è presa andiamo avanti compatte". Sono una decina, nessuna che faccia
politica di professione:
Daria Colombo, giornalista e moglie di Roberto Vecchioni; Laura Arcangeli; Annamaria
Cocchioni, assistente alla regia; Silvia Bonucci, interprete; Olivia Sleiter, organizzatrice
di set cinematografici; Silvia Ranfagni, sceneggiatrice; Laura Pace, fisioterapista; Marina Ingrascì, avvocato; Luigina Venturelli, la più giovane, laureata in legge.
...
"L'indipendenza della magistratura, la libertà dell'informazione, la tutela dei lavoratori,
il diritto di tutti
a un'istruzione laica, il diritto alla salute". Tutti fronti caldi, dove, spiega
la Astrologo, l'intento è "promuovere un'opposizione incisiva". Il metodo: giocare con
serietà, essere arrabbiate senza perdere l'allegria.

...

23-2-2002 Corriere della Sera - «Noi, le volontarie di Mani pulite»
«Sinistra e giustizia, ma fuori dai partiti» Giornata della legalità al Palavobis, nell'organizzazione
tutte donne. «A Milano nasce la nuova politica» di Gian Guido Vecchi

25-2-2002 la Repubblica - PERCHE' CI SONO ANDATA ANCH'IO di LUIGINA
VENTURELLI

26/02/2002 Corriere della sera
Sofri: occorre mettersi in gioco, come i partigiani
"Tra poco le donne saranno protagoniste anche nel movimento"

di: Gasperetti Marco

[…]
Che cos' altro l'ha colpita?
"Sì, mi ha colpito il ruolo delle donne. Hanno organizzato tutto loro, sono forti, hanno
grandi idee, non sono affatto ' gli angeli del ciclostile' del Sessantotto, anche perché
la società è cambiata e oggi la donna ha un ruolo decisivo nella società, ma nonostante
tutto non appaiono, non le ho viste con il microfono in mano".
E come giudica questa assenza?
"Non è antifemminismo, ma la risacca dell' abitudine. Essendo meno vanitose di noi uomini,
le donne non amano apparire troppo, ma tra poco daranno una gomitata agli amici maschi
e saranno protagoniste anche del movimento".
E il movimento ne sarà arricchito?
"Certo che sì. Le donne non peccano di sudditanza, sono intransigenti quanto basta e
hanno grandi idee".

Marco Gasperetti

Manifesto del 26 Febbraio

Quella voglia di esserci
Tante donne e molta voglia di legalità, insieme alla speranza di ricostruire un nuovo
soggetto politico. Radiografia dei 40 mila del Palavobis, dove è forte il risentimento
nei confronti di Bertinotti e D'Alema

MANUELA CARTOSIO - MILANO

[…]
Più donne che uomini. Dietro ai girotondi e alle manifestazioni autoconvocate c'è molto
lavoro di rete: e-mail, fax, telefonate, passaparola. Un lavoro fatto in gran parte da
donne. Perché le donne hanno più gusto e arte per la comunicazione individuale? Oppure
perché su di loro ricade il lavoro minuto, dietro le quinte, versione tecnologicamente
aggiornata degli "angeli del ciclostile". Lasciamo in sospeso il dilemma, per sottolineare
quella che invece è una certezza. Al Palavobis, ma anche nei girotondi che l'hanno
preceduto, le donne erano tantissime, forse più degli uomini. Di tutte le età, in gruppi di
amiche o di colleghe di lavoro, con marito e figli al seguito. L'impressione, in quest'ultimo
caso, è che siano le donne a trascinare i maschi di casa. Piccola smentita della casalinga
di Voghera tutta tv e Berlusca.
[…]

Manifesto 5 Marzo
POLITICA O QUASI
Ceti medi, again

IDA DOMINIJANNI

[...]

Che a dare corpo a questi risvegli siano soprattutto donne non dovrebbe stupire: c'è un
tratto che lega la femminilizzazione del lavoro e l'amore femminile per la politica, se per
politica non si intende la soap quotidiana che guardiamo stancamente ma la modificazione
del mondo a partire da sé, da dove si è, da quello che si fa. Che questo corpo venga
ancora una volta sommerso dalla voce maschile dei leader, di partito e di movimento, è
solo un sintomo della malattia di quella soap. Ma finché il sintomo permane attenzione, il
lutto non è fatto e la sveglia non è suonata.