4 Aprile 2014

Il salto di Chiara Valerio

di Liliana Rampello

 

Con Almanacco del giorno prima (Einaudi 2014) Chiara Valerio ha scritto un libro di straordinaria energia. E tachigrafico.

Non racconterò nulla della trama di un romanzo così originale, non lo faccio mai, tanto meno in un caso come questo, in cui non è interessante la trama, ma l’andare al cuore del desiderio e della fascinazione, del desiderio della fascinazione. Continua, per tutto quanto sta in cielo e sulla terra, e può essere contato, che sia palpabile o impalpabile, reale o virtuale.

Desiderio dunque, e quindi non c’è un amore da raccontare, anche se si tratta di amore, forse. Forse, perché non sappiamo se c’è, se è inventato, se è corrisposto, se è immaginato dal nostro ragazzo e uomo, Alessio Medrano, la cui infanzia tra i numeri di due genitori matematici ci fa sorridere dall’inizio alla fine, con le sue tabelline, elenchi del telefono, numeri sfenici, triangolari, a somma pari, numeri perfetti, con la complice inesistenza del buio come dello zero assoluto. E poi i meravigliosi numeri di Fibonacci: non crediate che io abbia capito, non ha nessuna importanza non sapere niente di matematica, il gioco è molto più raffinato perché è una griglia che cattura tutta la nostra attenzione mentre la storia non inventa solo la sua trama ma soprattutto la sua architettura.

Che mi sembra la novità più importante della scrittura di Chiara Valerio, il vero salto felice, perché racchiude e sostiene una meditazione autobiografica in terza persona lungo 5 stazioni – Zero, Infanzia, Presente, Imperfetto, Domani accadrà – che nel cuore del Presente ha conficcato un dialogo di divertita e divertente intelligenza, in grado di far bruciare della stessa fiamma realtà e invenzione, lasciandoci con i piedi per terra e insieme con la testa fra le nuvole. Ai miei occhi una forma nuova di narrazione del mondo, che non è poca cosa.

Una struttura temporale per la geografia di uno spazio in cui far distendere l’esperienza. Quale esperienza se non c’è storia? Quella dello stare al presente (in presenza, al Presente), solo 1futuro possibile, in cui non accade niente perché non si racconta ciò che accade ma ciò che dicono le parole fra due persone che stanno una di fronte all’altra. Niente fatti o avvenimenti, parole che disegnano intelligenza di quella che è la realtà da raccontare dove ciò che non accade è il tutto che deve accadere. E accade.

E’ giovane la voce di Chiara Valerio, e per fortuna mai giovanilistica perché è con evidenza quella di una grande e appassionata lettrice, abituata a libere scorribande. E’ profonda la sua voce, ironica e triste; sa essere scanzonata per amore eterno.

O infinito come sa esserlo un numero?

Print Friendly, PDF & Email