di Alessandra Pigliaru
“Il femminismo della mia vicina”, di Ginevra Bompiani e Luciana Castellina >
Letture
Yasmina Reza. Il destino è salpare. E non tornare più
di Marco Missiroli
Yasmina Reza è Yasmina Reza. Scrittrice, drammaturga, nessuna di queste. Definirla significherebbe circoscrivere l’esistenza. Cos’è Yasmina Reza? >
Verità e potere, un rapporto obliquo
di Roberta De Monticelli
La verità – questo vincolo donato dai fatti alla libertà dell’opinare, e insieme quest’ultima barriera all’arbitrio del potere sul pensiero –, dunque la verità nella sua relazione con la libertà umana, l’autonomia personale e la democrazia >
Memorie di Spagna. Conxita, Elvira & C.: le donne dimenticate che si batterono contro il franchismo
di Massimo Novelli
Cinquant’anni fa, il 20 novembre del 1975, il presidente del governo spagnolo Carlos Arias Navarro annunciò la morte del dittatore fascista Francisco Franco. >
Szymborska, versi ribelli alla catalogazione e indifferenti al peso della sorte
di Valentina Parisi
Da uno scherzoso componimento liceale a una strofa buttata giù alla vigilia della morte: le poesie «disperse» vengono ora raccolte da Andrea Ceccarelli sotto il titolo «Racconto antico», da Adelphi >
Da Via Rasella a Fosse Ardeatine a Gaza il passo è breve
di Franca Fortunato
Il 23 marzo 1944, in un pomeriggio di sole, nella Roma occupata dai nazifascisti, un gruppo di giovani partigiani dei Gap (Gruppi di azione patriottica), organizzazione clandestina armata del Partito Comunista, in via Rasella fa strage di tedeschi. >
Trieste, la rotta balcanica e quella linea abissale
di Laura Marzi
Per un comunismo della cura di Gian Andrea Franchi edito da DeriveApprodi (pp. 192, euro 18) è un testo fondamentale per chi voglia riflettere sul presente, il recente passato e avere una visione del futuro in cui i fenomeni migratori, per ragioni climatiche e scenari di guerra, sono destinati ad aumentare >
Contro l’assedio patriarcale del corpo. “Bugie su mia madre” di Daniela Dröscher
di Alice Pisu
Se mai un giorno scrivessi un’autobiografia dovrebbe intitolarsi Troppo. Troppo povera, troppo malata, troppo grassa, troppo debole. Per tutta la vita c’è sempre stato qualcosa di me che era troppo poco. Oppure troppo >