VD 108: Imparare politica dalla mistica


Via Dogana n.108, marzo 2014


Imparare politica dalla mistica

Dalle e dai martiri si può imparare, se fosse possibile, l’eroismo, ma non la politica. Dalle e dai mistici invece si può. In passato la mistica si è chiamata, non a torto, scienza, che vuol dire anche parola (ossia mediazione e comunicazione) e tenace ricerca della soluzione già trovata e poi perduta, tutte cose preziose anche in politica, cose per le quali conviene restare in vita. Non a tutti i costi, però, tant’è che fra i mistici qualcuno ha pagato il suo impegno con la vita entrando così nella schiera dei e delle martiri. Due nomi per tutti: il sufi al-Hallāj, mussulmano, e la beghina Margherita Porete, cristiana.

Teresa d’Avila, che è morta nel suo letto avendo rischiato di finire sul rogo o in carcere perpetuo, è una delle grandi dalle quali si può imparare molto: a rischiare ma anche a mediare, a non farsi trovare ma anche a stringere alleanze, a tacere ma anche a parlare… mi fermo, ci vorrebbe tutto un saggio su Teresa politica, che spero un giorno sarà scritto.

Un’altra è Maria Celeste Crostarosa, vissuta tra Napoli e Foggia tre secoli fa, che ha rischiato di perdere non la vita ma la libertà e la parola nel conflitto con i suoi superiori su una questione essenziale. Ha salvato questo e quelle: ecco, forse, il suo capolavoro politico, oggi più che mai attuale. Come Teresa, anche lei è stata mistica, fondatrice e scrittrice e forse un giorno, come lei, diventerà una maestra di dottrina cristiana (“dottore della Chiesa”).

Ma un passo alla volta. Ora siamo nella fase di migliorare e diffondere la conoscenza di lei e delle sue opere.

In questa impresa si sono impegnati donne e uomini di Foggia e di Napoli. La più recente testimonianza ne è un “quaderno di Puglia”: Maria Celeste Crostarosa. La libertà fedele, a cura di Graziano Infante e Maria Grazia Maitilasso, rispettivamente preside e prof del Liceo Poerio di Foggia.

Il quaderno parla di Maria Celeste, ma anche dell’impresa per conoscerla e farla conoscere. Scopriamo così che si è formata intorno a lei tutta una rete che vede tra loro alleati donne (professoresse, ricercatrici del Centro di documentazione e femministe della Merlettaia, una storica, monache del monastero crostarosiano…) e uomini, fra i quali alcuni ecclesiastici, ricordati gli uni e le altre nella Presentazione. A Foggia l’impresa (non senza il contributo napoletano) è cominciata parecchi anni fa dagli scambi tra un prete ammiratore di Celeste, don Teodoro Sannella, e due donne, Maria Antonella Morrone e Mariagrazia Napolitano.

Il prossimo traguardo, ormai in via di realizzazione, è l’istituzione di una cattedra di studi crostarosiani presso la Scuola di Teologia, nata a Foggia dopo il Concilio. Le lezioni saranno tenute dal gruppo di donne nato per portare avanti quest’Opera che ha nome Le amiche di Celeste.

(L.M.)

Il quaderno Maria Celeste Crostarosa. La libertà fedele non è in vendita; viene distribuito gratuitamente e può essere richiesto a:

marzianapo@virgilio.it oppure a mgmaitila@alice.it

oppure ritirato alla Libreria delle donne di Milano, via Pietro Calvi 29 (che non lo spedisce).

(Via Dogana n. 108, marzo 2014)

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