5 Aprile 2015
ilsole24ore

Appénna Ammattìta

di Vittorio Lingiardi

 

Tracciato a penna, con decisione, e a matita, in delebili tratti di tormento, il segno di queste poesie ci arriva intatto dagli anni ottanta. A scriverle, in pomeriggi milanesi oppiati o febbrili, è la stessa ragazza che, nel 1978, esordì nella collana “Franchi Narratori” di Feltrinelli con il diario-romanzo Ore perseVivere a sedici anni. Anni politici e libertari in cui esplode un dolore generazionale, avventuroso, spesso letale e, appunto, scoppiato. Vittorio Tondelli scrive Altri libertini nel 1980 e muore di Aids nel 1991, lo stesso anno in cui muore, per overdose, Caterina Saviane. Lasciandoci questo breve rovente corpus poetico. Cinque poesie uscirono nel 1985 sulla rivista Il lettore di provincia: Andrea Zanzotto le definì un «movimento ciclonico incontenibile». A dieci anni dalla morte, l’intera raccolta apparve in un’edizione privata a cura di Luisa Vecchi, la quale ora la affida a Maria Pace Ottieri, che con Andrea Amerio dirige per nottetempo la collana poeti.com. Il titolo, Appénna Ammattìta, è quello della prima poesia che compare nel dattiloscritto originale. Versi lunghi, molto allegri e molto tristi, trafitti di accenti, parole di rincorsa, sillabe fatte e strafatte: «sonno lenta mattàna | di solito striscio | in ciabatte di morbida flemma | già arzillo meriggio | con ansia da bove pazziénte …». Ciò che fa ammattìre Caterina Saviane è il verso, la traccia composta o scomposta nel ritmo. La poesia la attrae sessualmente, ne è innamorata, e altro non può fare: «Donna Poesia riposi sul cuscino – perché | pure carogna io – tu senti davére compìto il mio di-dàre. | Oggi mi vesto: mi vado a innamorare – io vengo | vado normale – io vengo non per parlarti | ma per parlar di te …». Una donna, scrive Maria Pace Ottieri, che Caterina «seduce, provoca, oltraggia, trascura, inganna», perché solo così la può catturare: «torturarla di noia e di giornata stracca | solleticarla e poi – farla posare | tortuosa al foglio – farla inchiodarla | farla posare farla – farla posare». Come un’innamorata, Caterina balbetta spavalda o dolente proclama: «r’esisto a non battere i denti – dal freddo | non gusto – i colori conosco – la porta | che porta al tramonto | (nel bùiolo – n’esco dal buio – | se rigetto lo spicchio che innaffia | l’alcova – di nero di bianco che tanto | è l’istesso) che tanto – non posso | supportàre – intaccare le scarpe | slacciàte di altri – tuoi amanti soltànto | tua soffice fica – frequento | la voglia (e non vengo) laddòve | la tua sperdiziòne vorrébbe condurmi – la mano». Dominata dal sentimento di perdita, tenta instancabile di spiccare il salto oltre i significati. «Tutti, in fondo, abbiamo paura di due sole cose: il fascismo e l’amore», scriveva in Ore perse. Sequestrata dalla droga, passa gli ultimi anni tra i dottori, l’ospitalità delle amiche, la casa del padre, Sergio Saviane, giornalista de L’Espresso, tra i fondatori de Il Male. Qualche anno prima, nella stessa città, si era ucciso un altro enfant prodige: Mario Mieli. Nel 1977, ventiquattrenne, aveva pubblicato (altro esordio eccellente, collana arancione Einaudi) Elementi di critica omosessuale (oggi Feltrinelli, 2002), probabilmente il più importante saggio teorico prodotto in Italia nell’area del movimento di liberazione omosessuale. La rivoluzione che Mieli vuole applicare al corpo, Caterina la applica alla lingua. Anche per lei, una traviata norma.

Ore perse (temo introvabile) finiva così: «E sul cuscino bagnato chiudo gli occhi dimenticando ciò che ho perso e che abbiamo perso, ormai, dimenticando tutti i ricordi più belli e più brutti. Ho speranza di sognare. Adesso ho capito tutto. Quando sono sveglia, insieme con voi, russo come un ghiro». E così si conclude la raccolta di poesie: «Dài, ti prego, tiénimi compagnia, | stanotte – metti che io muoia – | stanotte – che sia l’ultima notte | la più bella? – che muoia». Il sonno, il sogno e la morte l’hanno portata via. La poesia, che Caterina definiva un “pensiero innato”, ce l’ha restituita nottetempo.

Caterina Saviane

Appénna Ammattìta

nottetempo/poeti.com, 2015

pagg. 61, Euro 7,00

 

(ilsole24ore, 5 aprile 2015)

 

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