27 Gennaio 2017
La Ventisettesima Ora

Cambia lo sguardo cambia il mondo. Intervista a Paola Mattioli

di Valeria Palumbo

Lei sostiene che fu una coincidenza (vedi intervista video sotto): andò a fotografare Giuseppe Ungaretti e il grande poeta morì 15 giorni dopo. Il ritratto fece il giro del mondo. E continua a girare. Paola Mattioli è una delle pioniere della fotografia femminile in Italia (siamo arrivate un po’ in ritardo e la decana, Tina Modotti, ha lavorato in Messico). Ma anche una donna instancabilmente autoironica: di quel ritratto celeberrimo di Ungaretti ricorda soprattutto che le chiesero di presentarsi in minigonna «e io ovviamente arrivai in pantaloni»; e che quella fama improvvisa dovuta al successo del ritratto del poeta le fece apparire tutto facile, «dopo ho capito che dovevo ancora cominciare».

Della madre la prima sentenza firmata da una donna

Ora la vicenda professionale di questa orgogliosa figlia di partigiana (la madre, Luisa Mattioli Peroni è anche l’autrice della prima sentenza firmata in Italia da una donna) è riassunta in un volumetto di Cristina Casero, Paola Mattioli. Sguardo critico di una fotografa (postmedia books), che ricostruisce la sua formazione, gli esordi e le sperimentazioni più recenti. Ma si sofferma, in particolare sul suo lavoro di fotografa femminista delle donne e sulla partecipazione al “Gruppo del mercoledì” che riunisce fotografe e artiste che riflettono proprio sull’immagine della donna nella società italiana di quegli anni e su come se ne possa creare una nuova, non più basata sullo sguardo e gli stereotipi maschili.

Dall’analogico al cellulare senza pregiudizi

A raccontarla oggi, quella vicenda, Paola Mattioli ci scherza anche su: dopo sono venute molte altre cose e soprattutto molte sperimentazioni, molti lavori d’avanguardia. Oggi, nella sua casa vicino alla Triennale di Milano, in cui domina il bianco, il laboratorio si mischia alla vita quotidiana. Il ricordo di anni molto diversi sia per quanto riguarda l’impegno politico sia per la vivacità delle gallerie milanesi, sia, infine, per gli incontri con intellettuali di tutto il mondo, non la rende meno curiosa del mondo di oggi. Ha sempre lavorato in analogico, si è avvicinata al digitale e oggi scatta con il cellulare: «La polaroid di oggi, senza tirature, solo con la firma, da regalare agli amici».

(La Ventisettesima Ora, 30 gennaio 2017)

video: Paola Mattioli: così Ungaretti lanciò la mia carriera di fotografa

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