28 Aprile 2020
L'Osservatore Romano

Spesa militare mai così alta dalla fine della guerra fredda


New York, 27. La spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2019 il livello più alto dalla fine della guerra fredda, con gli Stati Uniti in testa: è quanto emerge da un rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), pubblicato ieri.

L’anno scorso le spese militari mondiali sono state pari a 1.917 miliardi di dollari (1.782 miliardi di euro) in tutto il mondo, con un aumento del 3,6 per cento rispetto all’anno precedente, facendo registrare la variazione su 12 mesi più significativa dal 2010 e il livello più alto in assoluto dal 1989. Il budget militare più alto resta quello degli Stati Uniti, aumentato del 5,3 per cento nel 2019 a 732 miliardi di dollari, pari al 38 per cento della spesa globale. Dopo sette anni di declino – osserva un ricercatore del Sipri, Nan Tian – la spesa Usa per la Difesa ha ripreso a salire nel 2018.

Seconda in classifica è la Cina, con 261 miliardi di dollari di spese militari nel 2019 (+5,1 per cento rispetto all’anno precedente) e terza l’India con 71,1 miliardi di dollari (+ 6,8 per cento su base annua). Anche se la spesa della Cina negli ultimi 25 anni ha riflettuto sostanzialmente la curva di crescita economica del Paese, i suoi investimenti militari – spiega il ricercatore – rivelano anche l’ambizione di avere «un esercito di livello mondiale». Stessa cosa per l’India: «Le tensioni e la rivalità dell’India con il Pakistan e la Cina – sostiene il rapporto – sono tra i fattori determinanti nell’aumento della spesa militare del Paese».

A seguire i primi tre in classifica, ci sono Russia e Arabia Saudita. Tutti insieme, i primi cinque paesi rappresentano oltre il 60 per cento della spesa militare totale. La Germania, settima dietro la Francia, registra il più forte aumento tra i primi quindici: +10 per cento nel 2019 a 49,3 miliardi di dollari. «La crescita della spesa militare è accelerata negli ultimi anni» concludono i ricercatori del Sipri, evidenziando però che la tendenza sarà probabilmente invertita a causa della nuova pandemia di coronavirus che sta scuotendo l’economia globale.

In effetti, «è molto probabile che la necessità di sostenere settori come la sanità e l’istruzione avrà un effetto reale sulla spesa militare» ha detto Tian. Almeno finché non potrà dirsi superata.


(L’Osservatore Romano, 28 aprile 2020)

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