24 Febbraio 2007
Alias

Spazi industriali, Hangar Bicocca, un futuro in bilico

 

di E.D.D.

Con i suoi 15.000 metri quadrati di superficie espositiva, l’Hangar Bicocca, spazio ex industriale felicemente convertito alla sperimentazione artistica, in una nazione consapevole dell’importanza anche economica della cultura e in una città come Milano che non ha ancora un museo d’arte contemporanea, sarebbe già stato trasformato in un’istituzione di primo piano.
Stabilimento industriale appartenuto al Gruppo Ansaldo e dedicato alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni, oggi l’Hangar potrebbe rappresentare per l’Italia ciò che all’estero sono state esperienze come il Zkm di Karlsruhe, il Dia Becon fuori New York o la Tate Modern di Londra: conversioni di ex spazi industriali in realtà museali di grande successo grazie ai ripensamenti architettonici di grande impatto e ad un’offerta espositiva ragionata e diversificata.
A mancare, come spesso accade nel nostro paese è la volontà politica, che lascia volentieri l’iniziativa agli investitori privati: Nel capoluogo lombardo, infatti, tralasciando la Triennale oggi al centro dell’interesse dopo un anno di oblio – ch4e però si dedica soprattutto al design e all’architettura – le uniche realtà interessanti per le arti visive sono rappresentate dalle gallerie e da istituzioni legate al mondo della moda come la fondazione Prada e la Fondazione Nicola Trussardi ormai attive da diversi anni, mentre proprio lo spazio dell’Hangar, potrebbe ambire a trasformarsi nel luogo istituzionale del contemporaneo: si sta cercando di realizzare una Fondazione che, con fondi pubblici e privati, possa permettere a questa realtà, adatta alle esigenze installative delle ricerche più recenti, di perdere la connotazione originaria, legata a un solo gruppo imprenditoriale (Pirelli) per divenire un luogo di comunicazione e produzione artistica, interessante per tutta la collettività.
Dopo aver inaugurato nell’autunno del 2004 con il lavoro monumentale di Anselm Kiefer intitolato 17 palazzi celesti che ora è diventato parte della collezione permanente, all’Hangar Bicocca la programmazione è proseguita con due personali, Mark Waqllinger e Marina Abramovic, prima dell’attuale mostra collettiva, Collateral, che lascia emergere, grazie all’allestimento “aperto” delle diverse
postazioni video disseminate nello spazio, finalmente non chiuse su se stesse come avviene in genere, tutto il potenziale evocativo di questa sede.
Proprio l’installazione di Kiefer, così fortemente caratterizzante non aveva facilitato infatti, fino a questo momento, l’allestimento del lavoro di altre individualità artistiche nel medesimo spazio.
La prossima mostra, Not afraid of the dark, curata da Bartolomeo Pietromarchi nell’ambito della manifestazione Emergenze (una serie di incontri e rassegni sui temi delle necessità umanitarie e sociali) avrà come protagonisti cinque artisti, Jenny Holzer, Fabio Mauri, Santiago Sierra, Kutlung Ataman, William Kentridge – che declineranno con sensibilità certamente diversa la stessa attenzione al vivere contemporaneo.

Print Friendly, PDF & Email