14 Novembre 2007

L’amore che non scordo, storie di comuni maestre

Vita Cosentino, Cristina Mecenero, Daniela Ughetta, Manuela Vigorita

Regia
Daniela Ughetta, Manuela Vigorita

Durata

1h 13′

Quattro storie di maestre, quattro classi, quattro realtà scolastiche riprese tra il 2005 e il 2007 in Italia. Nelle scuole primarie il sapere passa attraverso le relazioni in cui quello che davvero viene messo in gioco non è solo un sapere specialistico ma la propria umanità.
Chiara è giovane, figlia di insegnanti, di Bologna. “Entrare con le telecamere in classe è un’invasione”, così, all’inizio del film, racconta il particolare tipo di rapporto che si viene a creare tra bambini e bambine e le maestre. Una realtà invisibile, che nessuno sa bene cos’è, dove quello che le sta a cuore è che i bimbi e le bimbe si sentano a proprio agio, trascorrano cinque anni felici, sviluppando le proprie passioni.
Alice sta per andare in pensione, è originaria di Telaviv, insegna in una delle scuole storiche di Milano. La sua “famiglia” l’ha costruita negli anni attraverso le relazioni con gli alunni, gli ex alunni e i loro genitori. “E’ un gioco serio” dice, “un gioco in cui si gioca a volersi bene”, un gioco che riesce a tessere legami affettivi e di reciproco sostegno e rispetto e che insegna a vivere.
Bardo e Adriana insegnano in una scuola della provincia di Roma, a Campoleone. E’ una scuola fondata negli anni ottanta attorno alla quale si è venuta a costruire l’identità sociale di tutta la campagna circostante. I bimbi della loro classe hanno sette anni, e apprendono la storia a partire da sé, dalle proprie esperienze personali, le mamme vengono a raccontare come erano da piccoli, e prima ancora nella pancia, un ex insegnante gli racconta la storia del boschetto della scuola i cui alberi sono stati piantati dai primi alunni.
Cristina insegna in una quinta. E’ l’anno in cui sia le maestre che i bambini sperimentano l’esperienza del distacco. Cristina li accompagna verso le scuole medie chiedendogli di raccontare il bagaglio che si portano dietro, un bagaglio di ricordi, crescite, emozioni, “amore” che non si scorda… “Non è l’eccezionalità, ci dice, le maestre sono comunemente brave, e sono le maestre che salvano la scuola, la scuola elementare”

 


Intenti artistici:
Una dichiarazione dalla regia

 


“L’amore che non scordo” è un racconto appassionato, coinvolgente, che permette di avvicinarsi a una realtà poco conosciuta e spesso invisibile: quella della scuola elementare in Italia.
Quello che si intende mettere in risalto è quanto il sapere che le maestre trasmettono passa attraverso un coinvolgimento emotivo e personale da cui è impossibile prescindere quando ci si relaziona con bambini e bambine così piccoli. Spesso questo è proprio l’invisibile della scuola primaria, quello che non si vede, la ricchezza che non si sa e non si trova nei programmi didattici o nelle aspettative della comunità.
Girato con tre telecamere, rimanendo a contatto diretto con gli alunni e con gli insegnanti di ogni classe per più di una settimana, seguendo il corso di normali giornate scolastiche, il film racconta le difficoltà e la bellezza di un continuo scambio umano così particolare e vivo nella quotidianità.
Si tratta di quattro storie narrate, spesso nel rispetto di tempi reali, con un’alternanza di passaggi veloci, di ritmo e situazioni incalzanti e sorprendenti, e momenti poetici, sottolineati da splendide immagini e musica, che creano la dimensione del ricordo.
Le quattro storie hanno ognuna un carattere e un ritmo proprio, così come nelle quattro realtà documentate si sono trovate caratteristiche e situazioni differenti per il tipo di insegnamento, per l’età dei bambini e delle maestre e per l’unicità delle relazioni umane che si stabiliscono nei diversi contesti tra i protagonisti.
Le uniche voci, fuori delle classi, sono quelle delle maestre che raccontano la propria storia, il proprio vissuto, il proprio “amore”.

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