30 Dicembre 2022
27esimaora.corriere.it

La Penelope contemporanea viaggia tra Proust e Shakira. Scrivere è un atto di resistenza

di Virginia Nesi


A un certo punto Penelope domanda a sé stessa: «Si smette forse mai di aspettare? Esiste qualcuno che non aspetta nulla? Tutti aspettiamo qualcosa». Lei aspetta il ritorno del fidanzato dalla Spagna. Jonás è partito con la famiglia alla ricerca delle origini della madre defunta. E per frantumare l’attesa, Penelope tesse e disfa parole su un taccuino, un quaderno Ideal, come la nota marca messicana. In casa a farle compagnia c’è solo il gatto, Telemaco.

Più di una rivisitazione dell’opera omerica, la protagonista di «Quaderno ideale» (Alter Ego), il nuovo libro di Brenda Lozano, è il volto della Penelope contemporanea che mentre aspetta e scrive si ritrova a compiere un viaggio interiore. Di lei non conosciamo un’identità precisa, sappiamo solo che ha trent’anni. «Non volevo focalizzarmi sulla sua descrizione fisica, ma mostrare come vede il mondo», dice Brenda Lozano a La27Ora. Scrivere diventa per Penelope un modo per colmare vuoti, tracciare righe, combinare spazi e incrociare personaggi. Perché nel «quaderno ideale» domina il sincretismo. I personaggi inventati camminano sulle stesse vie di quelli reali. Si connettono generi ed epoche. Il risultato è un crocevia di incontri tra Marcel Proust, Fernando Pessoa, William Shakespeare. Ma anche Shakira, David Bowie, Virginia Woolf.

Spiega la scrittrice: «I classici e i grandi scrittori del XIX secolo si mescolano con il pop, tutto convive nel presente. Mi sembra incredibile poter rileggere adesso un’opera di Shakespeare tradotta in spagnolo in un ristorante giapponese di Città del Messico. La finzione si mescola in continuazione con la mia vita». Quindi aggiunge: «Il linguaggio è lo spazio della libertà assoluta perché la parola traccia idealmente una orizzontalità: possiamo mettere sullo stesso piano Hitchcock, Shakespeare e Rosalia». E tra una riga e l’altra del libro appare anche Federico Fellini: «Da adolescente ho fatto una maratona dei suoi film», ammette la scrittrice.

Sullo sfondo del romanzo, la quotidianità di uno Stato martoriato dalle violenze e

dagli omicidi. In Messico c’è una media di 41 morti al giorno, si legge nel diario della protagonista. Solo nel 2021 i femminicidi registrati risultano più di mille. Anche il Paese in cui Penelope vive aspetta, «aspetta la tranquillità per strada, sul lavoro, all’ora di andare a dormire. Qui la gente aspetta di sentirsi al sicuro, è chiedere molto?».

Quando domandiamo a Brenda Lozano se esiste qualcosa che la spaventi, lei fa una breve pausa, poi dice: «Ho paura di uscire per strada di notte e camminare, ma anche a prendere un Uber a serata inoltrata». Le violenze che subiscono le donne, ci tiene a sottolineare, non sono solo abusi. Così racconta: «Per la mia tesi volevo focalizzarmi su una scrittrice messicana ma il mio tutor mi disse che non dovevo scegliere una donna, meglio scrittori come Rulfo o Borges. Quella è già una forma di violenza nella cultura». E poi aggiunge: «La letteratura fatta dalle donne rischia di rimanere in secondo piano in Messico, Paese di Octavio Paz, Carlos Fuentes; ma anche in America del Sud, continente di Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa. Sono cresciuta pensando che scrivere per me fosse quasi impossibile». Quindi oggi scrive per rivendicazione? «No, lo considero un atto di resistenza».


(La 27esima Ora, 30 dicembre 2022)

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